Nuovi incontri

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HELENA'S POV

<dove eri finita? Ti sei fatta rapire dal bel biondino?> ovviamente mio padre non manca la battuta.
<in un certo senso> scherzo su.

<hai fame?> mia madre è assolutamente disinteressata all'argomento, e onestamente lo apprezzo.
<non particolarmente, più che altro sto morendo di sete> rispondo, evitando l'altro argomento.
<c'è la borraccia nella borsa> mi dice, indicando con un dito la borsa da spiaggia sotto una pianta.

Dopo aver bevuto mi stendo sul mio lettino, che fortunatamente i miei non hanno ceduto a nessuno.

<cosa hai fatto fino ad adesso? Sei andata via tre ore fa> chiede mio padre, che ovviamente non si vuole fare gli affari suoi.

<io e Aron siamo andati in piscina, poi abbiamo incontrato Carl e Jasmine e siamo stati con loro. Abbiamo fatto un bagno e poi sono tornata qui> racconto in breve, omettendo le parti più "intime".

<oh, ti sei divertita?> chiede dolcemente papà. Sorrido, felice che me lo abbia chiesto.
<molto> rispondo.

Soprattutto quando ho litigato con Aron e siamo finiti per baciarci più volte. Questa è sempre la parte da omettere.

<mi fa piacere> dice infine lui.

Finita la conversazione decido di provare a leggere un po'. Ho avuto il libro nella borsa tutto il tempo, eppure non ho pensato nemmeno per un secondo di prenderlo fuori e mettermi a leggere, sapendo di avere la compagnia di Aron.

<voi non avete fame? Io si, che ore sono?> nemmeno dieci minuti dopo la pace viene interrotta da mio padre. Incredibile come possa avere di nuovo così fame dopo essersi scofanato metà delle brioche del buffet, questa mattina.
<12.30> risponde mia madre, dando una veloce occhiata al cellulare.

Perfetto.
Vedendo mio padre alzarsi capisco che non c'è nulla da fare.

Chiudo il libro, senza nemmeno aver finito un capitolo, e lo rimpiango nella borsa, facendo attenzione a non rovinare le pagine o la copertina.

Tiro fuori i pantaloncini e li infilo velocemente. Non ho veramente fame, non mi sarebbe dispiaciuto stare ancora mezz'ora a leggere, ma non mi dispiace nemmeno andare a pranzo adesso e mangiare i miei soliti pomodori conditi.

<sono pronta> dico prima di aver chiuso il bottone.
<menomale che era tuo padre quello che aveva fame> borbotta mia madre, mentre si alza dal lettino.
Anche se so che non può vedermi faccio spallucce.

In meno di due minuti siamo tutti pronti. Mi metto la borsa in spalle, recupero le mie infradito e mi avvio verso il ristorante, lasciando mamma e papà indietro.

Il pranzo passa in fretta. Ho intravisto Carl un paio di volte nella zona comune. Questa sala è completamente piena, perciò sono sicura che lui sia nell'altra, perciò non ho idea di quando sia arrivato.

<volete rimanere qui anche questo pomeriggio?> domando ai miei. Per "qui" intendo questa spiaggia. So che a mio padre non cambia nulla, infatti la domanda la pongo rivolgendo lo sguardo a mia madre.
<sì> mi risponde lei secca.

Sbuffo sonoramente per far capire tutta la mia disapprovazione.

Mamma mi fulmina con un'occhiataccia e, prima che mi possa rifilare la solita cantilena che ormai so a memoria, ovvero "sei grande puoi andare da sola in camera", mi alzo per andare a prendere della frutta.

Spero vivamente che mia madre non mi stia per tirare un urlo.

<mi porti una pesca?> mi urla invece mio padre. A lui interessa solo del cibo quando siamo a ristorante.
Alzo in alto il mio braccio, facendo il segno del pollice all'insù, sperando che papà mi abbia visto e non lo ripeta un'altra volta, alzando il tono di voce.

twelve days are not enough for us Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora