Colpa della cioccolata

197 19 41
                                    


HELENA'S POV

Stasera mi sono proprio sfondata di cibo, e Carl insieme a me.
Io ho mangiato due piatti di nudles che avevano lo stesso sapore del paradiso, poi ci sono andata di pesce e non poteva mancare una bella pesca per terminare il pasto.

Non ho fatto caso a cosa abbia mangiato Carl, ma il via vai che c'era al nostro tavolo, sia da parte mia che da parte sua, simboleggia quanto abbiamo mangiato.

<ho la pancia gonfia come quella di una foca> mi lamento
<è un buon segno, vuol dire che hai mangiato tanto> mi rassicura il mio amico

C'è stato un periodo della mia vita dove mangiato poco, non avevo nessun tipo di disturbo ma inizia a privarmi di piccole cose e a diminuire i grammi di pasta da mangiare la sera. Questo era perché vedevo tutte le mie compagne di classe con le pance piatte.

Sono sempre stata magra, è la mia conformazione fisica, per questo assomiglio molto a mia madre. Ma non ho mai avuto una pancia particolarmente piatta.

Per questo ad un certo punto iniziai a fare molto esercizio fisico e a mangiare un po' di meno.

Poi capii che mangiare poco era inutile, che mi faceva solo sentire più stanca e mi rendeva triste. Triste perché in fondo ho sempre amato mangiare, e privarmi di alcune delle cose mi facevano sentire bene mi buttava il morale a terra.

Ho capito in fretta che mangiare è importante, che il mio corpo è perfetto così com'è. Se voglio migliorarlo non c'è niente di male, faccio ogni giorno piccoli esercizi fisici che mi aiutano a mantenermi in forma, ma mangio sempre.

Non salto nessun pasto e mi preparo tutta la pasta che voglio, con tutto il condimento che desidero, senza preoccuparmi delle calorie. Non mi interessano

Abbasso gli occhi sul leggero rigonfiamento alla vita dei pantaloni. E me ne frego

<stasera io e i ragazzi andiamo al molo>
<ci sarà anche Jasmine?> sorrido spontaneamente nel sentire la sua domanda. Ho capito subito che la trova interessante.
<sì, vengono tutti>
<figo> rido nel sentire il leggero imbarazzo nella sua voce. Carl mi guarda storto

<Jasmine è molto bella, anche Klara> sollevo l'argomento apposta
<sì, sono belli tutti in quella famiglia> lui cerca di rimanere sul vago.

Ridacchio. È evidente che la trovi bella, Jas.

<allora...vieni anche tu stasera?> domando
<Il biondo non sembra gradire la mia presenza> borbotta infastidito
<ok, forse Aron no, ma io si> gli do una gomitata affettuosa <e sono sicura che anche Jasmine la gradisca>

Il colore rosso inizia a tingergli le guance, la mia bocca si solleva in un sorriso laterale.

<smettila di guardarmi così Hel!> mi sgrida
<ok ok, perdonami> alzo le mani in segno di resa, ma il mio tono è ironico.

<non preoccuparti, i nostri genitori sono troppo presi dalla loro conversazione per sentire quello che diciamo> lo rassicuro.
Quando viene nominato Aron anche io divento un pochino nervosa, soprattutto se ci sono i miei genitori vicino a me. Probabilmente anche a lui succede la stessa cosa quando si parla di una ragazza.

Parlare delle proprie cotte ai propri genitori è sempre piuttosto imbarazzante.

<Aron invece come sta?> mi sbeffeggia Carl
Quella ad arrossire questa volta sono io. Sposto lentamente la testa nella sua direzione, per fulminarlo con un'occhiataccia.

twelve days are not enough for us Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora