Mamma mia

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Mi sono persa a rileggere e sistemare il capitolo, per questo ho fatto un po' ritardo, ma ora posso augurarvi buona lettura🤍

Benjamin mi aveva appena riaccompagnato in camera.
Quando sono entrata in camera temevo che i miei mi avrebbero fatto domande del tipo "perché sei rientrata così tardi?" "Eri con qualcuno?" , ma fortunatamente erano troppo presi a guardare un documentario in lingua maldiviana che mio padre aveva trovato facendo zapping.

<era bello il tramonto stasera?> mamma si sporge dal letto e mi guarda mentre ripongo le cuffie nella borsa da mare.
<ho fatto delle foto, dopo te le faccio vedere> detto questo vado in bagno.

Dopo aver finito di fare le mie cose mi accorgo che si sono fatte le 19.15 e personalmente la fame inizia a farsi sentire.
<vogliamo andare a cena oppure guardare i maldiviani che tagliano il cocco è più interessante della serata indiana?> chiedo con un certo sarcasmo. Mentre tornavamo indietro, io e i ragazzi, avevamo dato un'occhiata al tabellone dove Benjamin aveva visto il volantino della serata delle coppie per vedere a che ora iniziasse, e abbiamo letto che stasera ci sarebbe stata la serata indiana a ristorante.

<mi metto la maglia e andiamo> mio padre si alza da letto e si infila la maglietta, che non capisco perché non si fosse messo prima.
<hai preso la chiava Hel?> urla mia mamma che era già fuori dalla porta della stanza.
Mi affretto a prendere la borsa che avevo lasciato sulla scrivania dalla sera prima e corro fuori dalla porta, prendendo al volo la chiave magnifica che era ancora nella sua schedina.
<ecco> mi chiudo la porta alle spalle e tutti e tre ci incamminiamo verso la fermata della navetta.

<grazie!> papà saluta e ringrazia l'autista con una pacca sulla spalla. Cosa assolutamente non necessaria, ma certe volte il suo animo italiano viene fuori senza un minimo di autocontrollo.
<papà smettila> sussurro al quanto imbarazzata. Fortunatamente nessuno mi ha sentito.

Per sederci nella sala che da sul mare ci tocca sempre fare il giro di metà ristorante. Quando finalmente mi siedo a tavola non passano più di 3 secondi che sono già di nuovo in piedi per andare a vedere com'è il buffet. Tempo di posare la borsa e via.
Intimo mio padre di stare seduto per assicurarsi che nessuno tocchi borse e borsello mentre io e la mamma siamo in esplorazione.

Per quanto il cibo avesse un bel colore, l'odore non era dei migliori, e tutta l'ispirazione con cui ero entrata a ristorante pian piano svanisce. L'unica cosa che trovo che sono sicura sia di mio gusto è un pezzo di pesce, più precisamente tonno, grigliato e con una salsa che sembrava davvero squisita.
Mentre sono in fila per prendere il pesce noto che in uno dei primi tavoli della nostra stessa sala c'era Carl.
Quando finalmente arriva il mio turno prendo il pesce in fretta e furia per poi tornare a sedere.
Quando Carl mi vede e mi saluta con un cenno del capo, per fortuna, mio padre stava guardando il telefono, quindi mi sono scampata un paio di domande che sarebbero state: "perché non sei andata lì a salutarlo?" e cose del genere.

<menomale che dovevi metterci poco> borbotta mio padre che aveva pazientemente aspettavo che o io e mia madre tornassimo.
<c'era la fila per prendere il pesce, non è colpa mia> mi difendo mettendomi a tavola.
<mamma dov'è?> non sapevo cosa stesse facendo ma non era ancora tornata, cosa strana dato che solitamente torna prima o molto poco dopo di me.
Subito mi alzo per avere una visuale più ampia della sala e di un pezzo del buffet.

<merda> imprecazione molto poco elegante, me ne rendo conto, ma credo sia giustificata.
Mia madre stava parlando con la madre di Carl. Mi verrà un'infarto prima di tornare a casa, già lo so.
<non è la madre del tuo amico di stamattina quella?> vedendomi sotto shock anche mio padre si era spostato leggermente dalla sedia per capire meglio cosa stesse succedendo. Ora che lo ha notato anche lui non ho scampo.
<credo proprio che sia lei> lancio un sospiro confermando il sospetto di mio padre, che poco dopo si alza per andare a prendere da mangiare.

twelve days are not enough for us Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora