Nonna Flor

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HELENA'S POV

<perché dobbiamo venire sempre in questa spiaggia?> lamentarmi è di gran lunga il mio passatempo preferito, oltre che la lettura.

<sì, perché la sabbia è bellissima, il mare pure e siamo vicini al bar> mia madre fa un riassunto di tutti i motivi del perché sono costretta a passare tutta la mattina qui.
<ma tira un sacco di vento!> leggere con il vento che ti gira le pagine o ti fa volare via il segnalibro è una delle cose più odiose che mi possano capitare.

<quando devi leggere vai dentro al bar> mio padre, con il suo tono saccente, sembra abbia appena detto la cosa che ha permesso agli scienziati di mandare l'uomo sulla luna.
<ah davvero? Sono venuta qui per leggere dentro ad un bar e non su un lettino?> l'irritazione nella mia voce è perfettamente udibile

Se solo ne avessi voglia potrei prendere le mie cose e spostarmi su un qualsiasi altro punto spiaggia, d'altronde ho sedici anni e sono vaccinata.

<rompi le palle solo perché il tuo fidanzato non sta nella tua stessa spiaggia> mi dice papà.
Quale fidanzato?
<non mi risulta che Christopher Sturniolo sia alle Maldive qui con noi>
<infatti non parlava di lui> mia mamma si è tirata subito fuori dalla conversazione, ma eccola qui che, come se niente fosse, interviene.

<e chi starebbe citando allora?>
<il biondo> mamma lo dice che se fosse ovvio di chi stesse parlando.

Ci metto un attimo ad elaborare l'informazione. Appena il mio cervello ha registrato ed elaborato tutte le parole appena sentite, manda l'impulso di girarmi verso mio padre.

<ehi, non è il mio ragazzo!> sgrido mio padre, con un tono e una faccia da finta offesa.
<come no?> certe volte non lo capisco proprio.
<mi dispiace dirtelo, ma no, non è il mio fidanzato> cerco di finire qui la conversazione, cercando di non far uscire certi argomenti come la mia lèggerà cotta nei confronti di Aron.

<e allora perché siete sempre insieme e ti accompagna sempre in camera?> a quanto pare la questione si è fatta talmente seria che mio padre si alza addirittura a sedere.

<perché è gentile> butto lì.
<o forse perché gli piaci> rilancia mia madre.
<non è vero> non credo proprio di piacere ad Aron, lo dico sinceramente.
<sei troppo ingenua per notare come ti sta addosso> ora anche mia madre ha chiuso il suo libro e si è messa a sedere.

Odio questo tipo di conversazione, mi mettono in imbarazzo. Sarei meno a disagio a parlarne con uno sconosciuto, o con la madre di Carl.

<che vorresti dire?> cerco di indagare.
<ti guarda sempre> risponde subito papà.
<e ieri sera ti è rimasto sempre vicino> lo segue mamma.

Non riesco a ribattere, le mie emozioni hanno il sopravvento. Il cuore inizia a battere un po' più veloce e la mia testa sta riproducendo una serie di immagini che probabilmente sono esagerate; visto che alla fine queste cose me le stanno dicendo i miei genitori.

<voi fatevi pure i vostri viaggi, io e Aron siamo solo amici, niente di più> metto un punto alla conversazione e torno a cercare di leggere due pagine di seguito senza perdere il segno.

Appena vedo Carl che sta per passare davanti al mio lettino, mi alzo in piedi e lo fermo.

<dove cavolo eri finito?> lui sobbalza, colto alla sprovvista.
<dovevamo vederci?> domanda lui, senza prima rispondere alla mia domanda
<no, però avremmo potuto> il mio gesticolare cattura definitivamente la sua attenzione.
<è successo qualcosa?> sembra che lo stia confondendo ancora di più.
<sì> mi limito a rispondere.

twelve days are not enough for us Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora