L'amore fa paura

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ARON'S POV

Sono le 19.30, sono in camera, disteso sul letto e con il cellulare.

Siamo tornati in stanza, io e Benjamin, circa mezz'ora fa, dopo che Helena se ne è andata, costatando che aveva bisogno di andare a cena il più presto dopo aver sentito la sua pancia borbottare aggressivamente più volte.

<è tardi Aron e tu non ha addosso nemmeno i pantaloni!> mi urla contro Klara, già vestita e truccata da venti minuti.
<cosa importa a te se sono in mutande?> le domando.

Lei sbuffa e si avvicina pericolosamente al mio letto.
<importa perché tutti qui abbiamo fame e tu non sei ancora pronto> decreta arrabbiata.

Sbuffo.
Sono rientrato in camera e il mio unico desiderio era quello di dormire fino a domani mattina.

Sono stato per un'ora intera stravaccato su uno dei divani del bar con la testa di Helena sul petto e il restante 95% del suo corpo praticamente incollato al mio. Abbiamo parlato di tutto quello che ci passava per la testa e abbiamo riso.

Sarei voluto rimanere lì, in quella posizione per tutta la vita.

Ero così rilassato e felice che ho desiderato che il tempo si fermasse.

<Aron!> ero così perso nei miei pensieri che ho persino iniziato ad ignorare tutte le urla di Klara.
<sì?> lo sguardo di mia sorella minaccia di incendiarmi.
<vatti immediatamente a vestire> scandisce bene le parole.

Vorrei davvero ribattere, ma ho paura che lei si lanci sul letto e inizi a prendermi a schiaffi, perciò non obbietto e mi alzo da letto per infilarmi i vestiti.

Il tempo è migliorato, ma stasera fa comunque molto più freddo di quelle precedenti, perciò opto per un paio di pantaloni cargo blu e la stessa felpa che avevo prestato ad Helena, e che lei mi ha restituito prima di tornare in camera.

Metto sotto una maglietta bianca in caso abbia poi caldo, infilo le scarpe e mi nascondo in bagno.

Pettino i capelli e cerco di ordinarli sulla fronte il meglio che posso, spruzzo una quantità industriale di profumo e mi metto il deodorante.

Nel momento esatto in cui esco dal bagno trovo Klara a braccia incrociate davanti alla porta.
<alla buon ora eh?> dice sarcasticamente.

Le faccio una smorfia e la supero senza troppi complimenti.

<siete tutti pronti?> urlo mentre scendo dalle scale.
Dal bagno sento la voce di Benjamin, poi la porta si spalanca.
<pronti> conferma lui.

Raccolgo le chiavi della camera dalla scrivania di fianco alla porta e aspetto che tutti quanti siano al piano di sotto.

Jasmine e Ben raggiungono la porta senza troppo entusiasmo, io sono già qui davanti, manca solo una persona.
<Klara? Ci sei?> le chiedo, facendo un passo verso il soppalco.

<non trovo la mia borsa> risponde lei, affacciandosi distrattamente alla ringhiera, come se la sua borsa potesse essere per terra là sotto.

Non posso fare a meno di sorridere.
<muoviti, siamo già in ritardo!> le urlo.
<tutto questo è colpa tua!>

Come previsto Klara strepita innervosita.

Cerco con tutte le mi forze di trattenere una risata, ma fallisco.
Lara si affaccia una seconda volta verso il piano terra.

Mi fulmina con lo sguardo e sembra farmi la radiografia.
<dove l'hai messa Aron?> mi domanda.
Aggrotto le sopracciglia confuso.

twelve days are not enough for us Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora