5.

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-Sei tornato dagli allenamenti?- domandai vedendo il suo abbigliamento.
Lui annuì guardando il bambino e sorridendo, si vedeva quanto lo amava. Anche se lo aveva lasciato solo.
-Come va con il lavoro?- mi domandò.
-Molto bene, ieri ho fatto uno shooting qui a Parigi, è stato bellissimo- poi sospirai e tornai ad accarezzare i capelli di mio figlio, posizionato tra di noi. -Avevo bisogno di staccare un po' e tornare qui.
-Ho capito- mi rispose solamente, ma mi parve analizzare le mie parole.
-A te?
-Insomma, ci sono diversi conflitti nella squadra ed è difficile ignorarli.
Annuii, c'erano sempre stati questi tipi di conflitti anche se, dall'ultima volta che li ho visti, sono aumentati. Leggevo sempre questo tipo di notizie e ogni volta mi preoccupavo per lui.
Per istinto gli misi una mano sulla spalla, era l'unico modo per confrontarlo mantenendo le distanze e lui abbassò il capo. Gli si erano fatti gli occhi lucidi e voleva nascondermelo, non so per quale motivo.
Si coprì gli occhi con le dita e sentii che iniziò a piangere. Mantenni la mia mano sulla sua spalla, e dopo poco riuscì a calmarsi.
-Si risolverà tutto, tranquillo- cercai di consolarlo, non ero mai stata brava a farlo. In generale, manifestare affetto quando una persona piange o è triste mi è sempre risultato difficile. Pensavo che potessi essere invadente perché ci sono persone, come me, che quando sono tristi vogliono stare da soli.

Mi alzai senza pensarci due volte e andai vicino a lui, mi sedetti e rimanemmo in silenzio a guardarci. Riuscivo a vedere la mia immagine riflessa nei suoi occhi e mi ci perdevo.
Purtroppo durò poco perché vidi i suoi occhi di nuovo farsi lucidi e abbassare lo sguardo.
-Mi dispiace, Grace- non risposi, i miei occhi si gonfiarono di lacrime.
Dopodiché si alzò, -vado di sopra- e scomparì sulle scale, che rimasi a fissare.
Gli dispiaceva per tutto quello che ci eravamo fatti o gli dispiaceva perché stava piangendo davanti a me? Supposi sia la prima, e nel caso fosse così, avrei dovuto dirgli che dispiaceva anche a me, ma non ero stata capace di farlo.
Dopo poco Dylan si svegliò,
-ho sentito tutto mamma- mi disse ridendo, e io andai in panico.
-Per cosa è dispiaciuto il papà?
Deglutii rumorosamente,
-niente, amore. Hai sentito male- fu l'unica cosa che riuscii a dire.

-E allora perché stai piangendo?- mi chiese facendomi notare le lacrime che rigavano il mio viso, che subito asciugai.
Perché tua madre sta vivendo una vita di merda, lo sai Dylan? Una vita di merda a causa mia, tra l'altro.
-Anche la mamma a volte piange, tutti lo fanno, sai?
-Tutti? Anche il papà?
-Certo, anche il papà. Anche tu lo fai, ricordi?
-E perché voi grandi piangete?
Sospirai, una risposta precisa non c'era.
-Perché a volte viviamo dei momenti brutti, ma passano- risposi, ma non ci credevo nemmeno io. Questo periodo brutto a me stava durando un po' troppo.

Spazio autrice
Ehii, come state? Spero che questa storia vi stia piacendo anzi perdonatemi per questo capitolo un po' corto, giuro che rimedierò.
Comunque, se volete lasciate una stellina e commentate!
Vi voglio bene.
P.s: accetto critiche, dritte e cose del genere. Non fate problemi a darmeli🥰

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