22.

1.4K 24 1
                                    

-Che ore sono?- chiese sporgendosi per prendere il telefono, lo sbloccò e notai che c'era una foto mia e di Dylan.
Lui parve ignorare questa cosa, e si soffermò sull'ora ma a me non passò inosservata.
-Dove l'hai presa la foto?- domandai, e subito bloccò lo schermo.
Sorrise imbarazzato, -ve l'avevo fatta quando stavamo ancora insieme.
In effetti, entrambi eravamo molto più piccoli. Sorrisi nel vederla, -come hai fatto a ritrovarla dopo così tanto tempo?- chiesi.
-Non l'ho mai cambiata, in realtà- rispose e i miei occhi si fecero lucidi, era proprio come me, che non avevo mai tolto il cuoricino vicino al suo nome in rubrica.
Posai immediatamente il mio sguardo nel suo, solo allora mi resi conto di quanto lo amassi. No, non mi piaceva. No, non era attratta da lui. Io lo amavo.
Lui resse lo sguardo, e quello che leggevo nei nostri occhi era molto più chiaro di tante parole. Sembrava una frase fatta, pensai. Ma solo chi l'ha provato davvero, può capire che non è così.
Nelle piccole cose, in realtà si nota la grandezza dell'amore che c'è in esse.
Dopodiché, non resistette più e mi baciò.
Sorrisi sulle sue labbra quando il bacio divenne un limone.
-Ti amo- sussurrai sulle sue labbra carnose.
-Anche io, non sai quanto- mi rispose e non ci staccammo per qualche altro istante.
Poi, presi la palla al balzo in quel momento così intimo e gli feci la domanda che mi chiedevo sempre prima di andare a dormire, da ormai un paio di giorni.
-E Georgina?- chiesi, lui si girò di scatto.
-Cosa?
-Georgina che fine ha fatto?- ripetei.
-Non te l'avevo detto che di lei non mi interessava più nulla?- rispose e sul mio volto si formò un sorriso soddisfatto.
-Se ne è andata a quel paese. E, per intenderci, a me non piaceva realmente-
quella frase mi fece venire in mente le parole che aveva detto quella racchia alla sfilata.

Mi scansai da lui, tutto la mia rabbia stava per uscire fuori.
-Peccato che tu l'abbia fatto anche forte con lei- ribbattei. Lui sbarrò gli occhi.
-Non è vero- negò lui.
-Neghi davanti all'evidenza? Me l'ha detto lei, genio- sbottai.
-Cosa ti ha detto?- chiese balbettando, e portando lo sguardo nel vuoto.
-Che è mancato poco a che rimanesse incinta- dissi quelle ultime parole mentre spingevo dentro le lacrime.
-Cazzo!- urlò lui. -Avevo detto di non dirti nulla.
Il mio cuore fece crack, l'intuito mi diceva che c'era dell'altro.
Unii le braccia al petto, e lo guardai invitandolo a parlare.
-Ero confuso, okay? Ti avevo vista e non volevo accettare che mi piacessi ancora e... dovevo sfogarmi- cosa stava dicendo? era accaduto mentre io ero in città?
-Ma non stavamo insieme, è normale. Non ho sbagliato, suppongo- questa volta abbassò il tono, sapeva che ci ero rimasta male.
Ormai se tentavo di rispondere sarei scoppiata in lacrime, l'unica cosa da fare era far finta di stare bene.
Non parlai, -giusto?- chiese lui. -Ti sei offesa?
-No, no. Hai ragione, non stavamo insieme. E mentre io per quattro anni ti sono stata ancora dietro, in maggior modo quando ci siamo rivisti, tu ti scopavi le altri per dimenticarmi. Normale, hai ragione. Un'ultima cosa, i preservativi esistono a qualcosa- sbottai.
-Se la tua mentalità era pari a quella di un animale, non mi ingravidavi. Detto questo, io vado a dormire. Buonanotte- aggiunsi.
Lo vidi aprire la bocca per ribattere, ma poi richiederla.
Salii le scale ancora sotto al suo sguardo e mi domandai perché, adesso che poteva andare tutto bene, c'era sempre qualcosa o qualcuno a rovinare tutto.

Ritorna da me/ Kylian MbappéDove le storie prendono vita. Scoprilo ora