19.

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Mi svegliai dai sogni, per colpa della voce di mio figlio che urlava.
-Mamma, mamma!- continuava a dire, Kylian continuò a dormire, e mi chiesi come fece a non sentirlo.
Corsi nella camera sua e, come immaginavo, aveva soltanto fatto un incubo.
Me lo portai in grembo, rassicurandolo e poi lo riposizionai nel lettino invitandolo a dormire, e lo fece in pochi secondi, fortunatamente. Accadeva raramente che si addormentasse subito dopo un incubo, di solito rimaneva sveglio per almeno mezza ora.
Sbloccai il cellulare, erano le 6:50 di mattina e tra un po' ci saremo dovuti alzare tutti.
Mentre aspettavo qualche altro minuto vicino al lettino di mio figlio, sentii una mano toccarmi la spalla. Rabbrividii.
-C'è qualche problema?- mi disse per poi lasciarmi un tenero bacio sulla guancia.
-No, ha fatto un incubo ma adesso si è riaddormentato- risposi, e mi girai a guardarlo.
Ci guardammo in un modo diverso. Perché, per la prima volta dopo tanto tempo, ogni volta che volevamo, potevamo averci, baciarci, toccarci o abbracciarci. Era una sensazione strana, e mi ritrovai a domandarmi se qualche giorno mi smettesse di fare questo effetto insopportabile. Ma poi ignorai questo pensiero, anche se le farfalle nello stomaco e il sudore davano molto fastidio alle volte, se la persona che ami smette di farti questo effetto c'è da preoccuparsi.
Tornai alla realtà e seguii i passi di Kylian, il mio ragazzo? Cosa eravamo adesso?
Ci ristendemmo nel letto, ma ormai avevo perso il sonno, e forse anche lui, visto che rimase con gli occhi aperti.
-Buongiorno, comunque- disse e sul mio viso comparve un sorriso.
-Buongiorno- sbadigliai.
Mi invitò a stendermi sopra di lui, e così feci. Poi prese il mio viso tra le mani ed iniziò a lasciarci numerosi baci, e ad ognuno mi sentivo morire dentro.
Mi accucciai sul suo petto e chiusi gli occhi, cullata dal suo battito cardiaco, è vero che con la persona amata si sincronizzano? Non sapevo se fosse vero, ma sapevo che il mio batteva all'impazzata.
Non ero ancora pronta ad avere un rapporto più intimo con lui, ed ero sicura che nemmeno lui lo fosse, fortunatamente.
-Che ore sono?- chiesi ancora sul suo petto, dovette muoversi un po' per arrivare al cellulare ma non mi schiodai di lì. Il suo battito, il suo diaframma che si alzava e abbassava ad ogni respiro mi donavano sicurezza, e potevo rimanere lì anche per sempre.
-Le 7:30- mi rispose, -È ora di alzarsi.
Mugulai qualche lamento incomprensibile, e sentii la sua pancia muoversi a causa della risata che fece.
Decidetti di alzarmi, ed andai in bagno per controllare quali condizione abbia dovuto vedere Kylian.
Mi vestii con della sua roba, e scesi a fare colazione.
-Oggi hai allenamenti?- domandai addentando una fetta biscottata.
-Sì- rispose. -Tu, torni a casa tua ora?
-Sì, anzi tra poco vado a svegliare il bambino- notai nella sua espressione un aria delusa e provai a ragionare sul perché.
Forse credeva che mi sarei trasferita da lui ormai, ed in effetti era anche sensato come pensiero. Ma io non volevo correre, volevo vedere se poteva funzionare, come ci trovavamo e poi avremo preso la decisione importante.
Se fosse stato per me, avrei preparato le valigie e mi sarei subito stabilita lì, ma di mezzo c'era un bambino. Nostro figlio. E non volevo che, nel caso non dovesse funzionare, debba tornare a chiedersi: "Perché andiamo di nuovo via dalla casa di papà?"

Andò di sopra e, preso tutto l'occorrente, fece per uscire. Poi si avvicinò a me e mi lasciò un bacio sulle labbra, che ricambiai.
-Quando ci vediamo?- mi chiese.
-Mh- nella mia testa sfogliai tutta la mia agenda, che era praticamente vuota.
- Quando vuoi.
-Facciamo stasera- mi lasciò un altro bacio e poi fu costretto ad andarsene.
Chiuse la porta alle sue spalle, ed io andai a svegliare Dylan.
-Mamma, dov'è papà?- chiese scendendo le scale e guardandosi intorno.
-È a lavoro, amore. Lo vedrai stasera- spiegai. -Da oggi, diciamo che lo vedrai più spesso.
Notai tante lucine accendersi nei suoi occhi e fece uno dei suoi sorrisi più belli.
Mangiò e lo vestii rapidamente, poi chiusa la porta alle mie spalle, uscimmo.

Mi mancò il respiro, una marea di giornalisti circondava la casa dall'esterno, ed avrebbero fatto uscire tantissime notizie su noi due.
No, no e no, era l'ultima cosa che volevo.
Più la nostra relazione era pubblica, e più le cose andavano a rovinarsi.
-Grace Dineer a casa di Kylian Mpabbé- urlò uno, e mi sentii gli occhi pizzicare dalle lacrime. Presi un bel respiro, mi portai il bambino in braccio, che intanto iniziava ad agitarsi.
-Mamma, chi sono?- mi chiedeva nell'orecchio, e fece fatica a sentire la mia risposta a causa di tutta la confusione che si era creata. Sentii che inziò a piangere, ha sempre odiato il rumore, a maggior ragione a quest'ora.
-Nessuno, amore. Stai tranquillo- risposi.
Kylian avrebbe anche potuto avvisarmi di quello che mi sarei trovata davanti quando sarei uscita.
Mi feci strada, coprendo gli occhi del mio piccolino, che era accecato dai flash, e mi diressi verso la mia auto.
Anche lì feci fatica ad entrare, visto che i giornalisti ci assalirono, e me ne andai da quel posto.
Avevamo iniziato la giornata in un modo splendido ed invece tornammo a casa molto turbati.
Lasciai un messaggio a Kylian.

Io:
Fuori casa tua c'erano tantissimi giornalisti, il bambino si è spaventato e a me hanno dato molto fastidio.
Non ne sapevi nulla?
Chiamami dopo

Mi venne un forte mal di testa, mi ci volle molto per rassicurare mio figlio e la giornata andò a peggiorarsi.
Mi portai la testa tra le mani, appoggiata al piano della cucina e piansi, piansi anche l'anima.
Non era normale, persino fuori casa di una persona, potevo accettare per strada, ma fuori casa cazzo.
Io non ce la facevo più, anche io avevo una vita sociale ed ero abituata, ma ci eravamo promessi di fare di tutto per far rimanere segreta questa relazione, ma a quanto pare l'unica a volerlo ero solo io.

Ritorna da me/ Kylian MbappéDove le storie prendono vita. Scoprilo ora