Ansimai e spalancai gli occhi. Per un attimo non videro nulla, era totalmente buio intorno a me. Mossi la mano sul comodino per cercare l'interruttore della lampada, la accesi. Davanti a me si illuminarono i mobili, il pavimento, il soffitto, insomma tutte cose normali. Presi dei respiri profondi, ero ancora terrorizzata. Mi toccai le guance: erano bagnate. Avevo pianto nel sonno, non mi era mai successa una cosa simile. Nella stanza si sentivano soltanto i miei respiri profondi.
Mi alzai, senza sapere dove andare, ma dovevo scappare da lì.
Appena poggiai una gamba per terra, un dolore atroce pervase le mie gambe e il mio ventre, facendomi ricordare cosa fosse successo. Eppure ero rimasta ancora bloccata tra incubi e realtà, perché a dire il vero, la realtà mi sembrava così tanto un incubo. Oppure un incubo somigliava così tanto alla realtà.
Mi passai una mano fra i capelli, sarei uscita pazza. Mi appoggiai allo schienale del letto, chiusi gli occhi e cercai di calmarmi, nonostante in un occhio avevo l'immagine di Kylian e nell'altro di Louis. Poi mi ricordai di Dylan, per un attimo pensai che fosse come sempre nella sua stanza, ma poi realizzai che fosse dalla nonna. Potevo ancora sentire la violenza di quella specie di uomo sul mio corpo, "grandissima puttana" mi ripetevo. Mi stavo convincendo di esserlo, per Dylan non ero mai stata una brava madre e nemmeno per Kylian una brava "fidanzata" e tanto meno amica. Ero uno schifo di persona.
"Non ti facevo così ingenua" ripensai alle parole di Kylian. "Ci pensi alle stronzate che ti vengono in mente?"
Mi sentivo una bambina, mi portai le mani alla faccia e desiderai urlare. Ma era proprio come nel mio incubo: volevo urlare ma non potevo. Nella realtà perché non potevo svegliare tutto il vicinato, ma lo stesso non potevo farlo.
Mi sentivo incatenata, iniziai a credere che un trauma del genere non si dimentichi facilmente. Eppure avevo evitato il peggio, non osavo immaginare cosa fosse successo se mi avrebbe obbligata ad avere un rapporto intimo con lui. Sarei svenuta probabilmente e in quel momento avrebbe avuto pieno possesso di me e della mia poca lucidità.
Mi toccai la fronte ormai sommersa da goccioline di sudore fredde, mi sentii persino mancare l'ossigeno.
Sfinita, mi addormentai.-Grace- una mano mi scosse, -mh? che c'è?- chiei in risposta.
-Sono le 10:00- mi rispose il mulatto.
Quando aprii gli occhi, ritrovai davanti a me il bellissimo volto dell'uomo che mi guardava sorridendo. Mi trasmetteva così tanta serenità quel viso, avrei voluto toccarlo e baciarlo fino all'ultimo millimetro di pelle.
Si avvicinò a me e mi lasciò un bacio sull'angolo delle labbra che fece percorrere una scia di brividi lungo la mia schiena.
-Buongiorno- dissi cercando di alzarmi, finché quasi non ricaddi sul letto. Lui mi guardò interrogativo, -ti fa male qualcosa?- domandò.
-No, no. Sto bene. Mi si è soltanto addormentata una gamba- dissi cercando di essere convincente.
Vidi che fissava la mia coscia, così per evitare che notasse qualcosa mi diressi, cercando di trattenere il dolore, in bagno.
Alzai delicatamente il pantaloncino, e mi portai una mano davanti la bocca, che era spalancata. C'erano enormi lividi e per lo più il dolore era aumentato. Sulla mia pelle chiara quei lividi erano come una chiazza di colore violacea su una tela vuota.
Mantenni la calma, e presi una crema qualsiasi dal cassetto dei medicinali. La spalmai ed ogni volta che toccavo anche solo un millimetro di pelle, sentivo un dolore atroce. Mi vennero le lacrime agli occhi, poi respirai profondamente.
Indossai un pantaloncino che arrivava alle ginocchia, così da coprire per bene i segni, ed uscii dal bagno.
-Quando andiamo a prendere Dylan da tua mamma?- domandai.
-Mh- ci penso su. -Più tardi, dai.
Annuii soltanto, prendendo qualcosa da mangiare. -Tutto bene?- mi chiese poi.
Inarcai le sopracciglia sorpresa da quella domanda.
-Sì, perché?
-Stanotte ho sentito dei rumori provenire dalla tua camera, volevo alzarmi ma poi ho pensato che stessi solo andando in bagno- mi rispose ed abbassai il capo, solo il pensiero dell'incubo di quella notte mi terrorizzava.
Deglutii, mandando giù a fatica la saliva oltre il groppo che mi si era formato in gola.
-Ah, sì ero solo andata in bagno- affermai per poi cambiare argomento. -Dormito bene?
-Sì, benissimo. Tu?- mi domandò di rimando.
-Benissimo- risposi soltanto.Ritornai di sopra per lavare i denti, e scesi sentendo una voce provenire dal salotto. Era la televisione, e tirai un sospiro di sollievo: ormai potevo solo immaginare il peggio di qualsiasi situazione.
-Cosa guardi?- chiesi.
-Netflix- mi rispose semplicemente.
Mi avvicinai a lui, -posso?- chiesi.
-Me lo chiedi pure?!- indicò il suo petto, e appoggiai la mia testa proprio là.
Mi lasciò qualche bacio tra i capelli, mentre avvolgeva qualche ciocca intorno al suo indice.
-Ti amo, Kylian- gli rivelai.
-Cosa?- chiese.
-Ti amo, ho detto- ci guardammo incessamente negli occhi.
-Anche io ti amo, Grace- mi rispose, poi prese la mia faccia tra le mani ed iniziò a lasciarmi baci sulla fronte, guance, collo, e quasi il mio sguardo lo implorò di passare alle labbra. Ridacchiò, leggendo i miei occhi e così fece. La mia mano era posata sulla sua rasatura, mentre gli facevo i grattini che gli provocarono la pelle d'oca.
-Allora non solo a me fai venire questo effetto- dissi.
-Lo fai ogni volta, Grace- mi rispose sorridendo. -Ogni volta che mi guardi, che mi sorridi, che guardi il bambino con occhi pieni di amore, che ti imbarazzi...- fece una piccola pausa. -Che cerchi di mentirmi- lo guardai aggrottando un sopracciglio, confusa.
-Quando avevi intenzioni di dirmi di questo?- alzò leggermente il pantaloncino, mettendo in bella vista i lividi.
-Ehm...- risposi soltanto. Iniziai a piangere.
Lui mi accarezzò i capelli, -Shh, è normale- mi rassicurò.
-Stanotte sentirti piangere è stato un incubo, ti dico solo che sono rimasto anche io sveglio insieme a te, a piangere: non sarei mai riuscito a dormire sapendo quello che stavi passando. Però sapevo che avrei peggiorato le cose, che avevi bisogno di sfogare da sola- continuò.
Lo guardai asciugandomi le lacrime, mi sentivo forte insieme a lui. -E comunque, ho già denunciato tutto, adesso è in mano alla polizia. Quando inizierai a fidarti di me?- ridacchiò.
-Scusa- balbettai. -Non devi scusarti- disse facendomi i grattini sul braccio che mi fecero rilassare e molto.
In poco tempo mi ritrovai sulle sue gambe, ed intrecciai le mie dietro la sua schiena, gli presi le guance tra le mani e ci unimmo in un bacio ricco d'amore. Che valeva più di qualsiasi altra parola, le quali non sarei stata capace di pronunciare senza piangere.Ti amo, ti amo perché ogni volta che ti vedo mi emoziono. Sembra così banale e superficiale, no?
Ma io te l'ho detto, le parole non mi basterebbero. Non penso che abbiano inventato ancora una parola in grado di racchiudere cosa mi fai. Quel dannato effetto che mi provochi quando mi sorridi, mi abbracci, mi baci. Quando ti vedo ridere, quando ti vedo piangere, quando sei triste o felice: ti amo.
Ti amo perché con te tutto sembra facile,
Ti amo perché per me sei da medicinale, da dipendenza e da incubo. Sei speciale, perché sei tu. Perché hai quel modo di capirmi, di guardarmi con quei tuoi occhi piccoli e vispi: di quelli che ti leggono pure l'anima. Ma come fai?
Quel colore marrone scuro che si accende ogni volta che è felice, come quelli di un bambino. Invece si spengono se sei triste, e addirittura a volte si riempiono di lacrime. Però sono belli e profondi lo stesso, e solo in essi mi sento davvero realizzata, una donna. Ogni volta che mi ci specchio capisco il motivo per cui ti piaccio, nei tuoi occhi non sono come appaio nello specchio: sono davvero bella. È così che mi vedi, bella. E solo con te mi sento realmente così, sia dentro che fuori. Ti amo, l'ho già detto?
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Ritorna da me/ Kylian Mbappé
Fanfiction{QUESTA STORIA NON HA UNA CONCLUSIONE E MAI L'AVRÀ} Sei il mio rimpianto, di giorno, di notte, a qualsiasi ora. Sei il mio pensiero fisso, pensiero di chi, si chiede costantemente come sarebbe andata se ci fossimo incontrati nel momento giusto. Grac...