24.

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Potresti avere tutto di me, solo con uno sguardo.
Ma come fai?

~~~~
Buongiorno
08:14

Sei sveglia?
08:15

Mi sembra di no
08:28

Si, sono sveglia. Dimmi
08:37

Posso venire a prendere Dylan tra mezz'ora?
È sveglio?
08:38

Sì, lo vesto e poi passi a prenderlo
08:42

Mi rispose con un semplicissimo "okay" ma non mi parve arrabbiato o cose del genere. Se lo fosse stato non mi avrebbe nemmeno scritto tutti quei messaggi, limitandosi a dirmi che sarebbe venuto a prendere il bambino.
Non avevo idea di dove volesse portarlo, ma era sua padre e poteva farne qualsiasi cosa voglia, ovviamente responsabilmente.
Lo andai a svegliare e quel giorno mio figlio era più bello del solito, sarà che aveva dormito per tanto tempo senza svegliarsi, ma aveva proprio un viso riposato e felice.
-Buongiorno amore mio- lo salutai e lo coccolai per almeno cinque minuti.
Lui si aggrappò alla mia maglia, e parve non volere alzarsi.
-Lo sai che tra poco viene papà a prenderti? Vuoi farlo aspettare, o vuoi fare il bravo?- domandai di rimando, era così bello avere una creaturella che ti chiami "mamma".
-Ancora un po' mamma, dai- mi supplicò, ma non potevo permetterglielo. Il padre sarebbe stato qui a momenti e il bambino doveva ancora lavarsi, vestirsi, fare colazione e lavarsi i denti. E tra l'altro avevo un appuntamento dall'estetista.
Non era la mia cara Genny dell'Inghilterra, ma lei era altrettanto brava e ci andavo sempre quando vivevo qui. Sarebbe stata contentissima nel rivedermi.
-No, amore. Andiamo dai- il mio tono divenne duro e fortunatamente il bambino decise di alzarsi.
Misi la tazza di latte nel microonde ed aspettai che raggiungesse la temperatura giusta, dopodiché glielo feci bere insieme a degli biscotti.
-Dove andiamo con papà?- domandò.
-Non lo so, la mamma ha da fare oggi perciò stavolta uscirai solo con lui.
-Va bene- mi rispose solamente, ma sapevo che ci fosse rimasto un po' male. Purtroppo non potevo farci nulla, però.
Andammo di sopra e il mio bambino, in men che non si dica, era vestito e pulito.
Proprio quando gli stavo sistemando bene la maglia sulla pancetta che sporgeva un po', suonò il campanello.

Andai di sotto mano a mano con Dylan, e aprii la porta. Sarà una mia impressione, ma anche Kylian quel giorno era più bello del solito. Non che gli altri giorni fosse brutto, perché Kylian Mbappé non poteva mai essere brutto, ma quel giorno mi colpii particolarmente.
-Buongiorno- dissi lasciando la mano di Dylan, che mise la sua in quella del padre.
-Buongiorno- rispose di rimando lui. Per poi avviarsi alla macchina con il bambino.
Mi fermai ad osservare il tessuto blu della T-shirt in cotone che aderiva perfettamente al suo fisico muscoloso.
Quando la macchina lasciò il vialetto, chiusi la porta alle mie spalle e iniziai a preparami.
Fondotinta, correttore, insomma solite cose. Presi la borsa, il portafoglio e uscii.
Misi in moto e in un attimo arrivai al centro estetico, avevo una prenotazione per le 9:15, ma ero arrivata quindici minuti prima. Sapevo che se fosse stata libera, mi avrebbe ancora fatto entrare subito, e così fu.
-Grace!- urlò come una bambina iniziando a saltellare. -Quanto tempo, mamma mia- continuò. -Come mai sei qui a Parigi?
-Impegni di lavoro e padre di mio figlio, ti dico solo questo- dissi roteando gli occhi, facendola ridacchiare.
-Oh si- mi rispose. -Ho letto le notizie.
Sbuffai, ricordandomi che ormai non potevo più avere un fatto da raccontare in esclusiva ad una persona, che già lo sapeva mezzo mondo.
-Cosa facciamo?
-Unghie, sopracciglia e baffetti, lo sai- risposi e lei si mise all'opera.
Uscii un'oretta dopo e mi diressi direttamente verso il centro di Parigi, avrei fatto giusto un po' di shopping.

Per poco non andavo a sbattere contro un albero, quando mi ricordai che giorno fosse domani.
17 agosto. 17 agosto.
La mia vista si annebbiò un po' e dovetti fermarmi in una piazzola. Probabilmente qualche passante si sarà chiesto se quella alla guida fosse una pazza ubriaca, che girò senza frecce.
Invece no, presi un paio di respiri e cercai di calmarmi.
17 agosto.
Domani sarebbe il nostro anniversario, il primo da quando ci siamo lasciati che io passi qui.
Troppi ricordi offuscarono la mia mente, e facevo fatica a toglierli da lì.

Flashback
Domani è il nostro anniversario, e come se non bastasse mia mamma mi ha chiuso in casa. -Non sono più una quindicenne, anzi potrei benissimo uscire di nascosto, visto che sono maggiorenne- dissi sbattendo la porta.
Nonostante fossi grande ormai, mia mamma non mi dava un po' di libertà.
-Ti avevo detto di non frequentarlo a quello, e non solo mi hai mentito, ma ci sei anche uscita di nascosto- mi rimproverò urlando.
Sbattei la testa contro il cuscino, quel giorno fantastico l'avrei passato chiusa in casa, festeggiando l'anniversario mio e del mio amato, senza il mio amato. Che senso ha?
Mia mamma chiaramente lo sapeva, ma se n'è fregata. Chiamai Kylian.
-Kylian- dissi singhiozzando.
-Domani non possiamo vederci- dissi e aumentarono le lacrime, già ci vedevamo poco per causa della persona che mi ha messa al mondo, poi nemmeno all'anniversario potevamo vederci.
-Come? Perché?- mi chiese e notai tristezza nelle sue parole.
-Mia mamma- riuscii a dire con voce tremante.
Lo sentii sbuffare, -ehm- stava riflettendo.
-No Kylian non posso farle cambiare idea! Già me ne ha dette di tutti i colori!- lo precedetti capendo le sue intenzioni.
-E va bene- lo sentii sbuffare, sapevo che non poteva dire altro ma rimasi comunque male alle sue parole.
-Come facciamo?- chiesi.
-Potrei parlare con tua madre- mi rispose ma sapevamo entrambi che, per l'ennesima volta, non sarebbe cambiato niente.
-Già ci hai provato- lo scoraggiai, ma in quel momento ero tristissima. -Non so quando sarà la prossima volta in cui ci potremo vedere.

04:34pm
Non ho dormito chiaramente, quando è scoccata la mezza notte non ho fatto altro che pensare ad un anno fa, quando ci fidanzammo. Pensavo che sarebbe andata tutto bene, e così è stato, stiamo ancora insieme, d'altronde. Ma in questo momento non sto festeggiando con chi vorrei. Bensì ci siamo collegati su FaceTime e mandati qualche messaggio, ma non è la stessa cosa.
A risvegliarmi dai miei pensieri fu un rumore proveniente dalla finestra, che dava al balcone.
Mi alzai dal letto ed andai là vicino, quando vidi lui.
Appoggiato alla finestra, a bussare contro di essa.
-Kylian, che ci fai qua?- sussurrai al massimo per non farmi sentire.
Non rispose, mi baciò solamente. Mi dovetti sporgere un po' troppo per arrivare a lui, ma poco importava.
-Ti amo- mi disse sulle mie labbra carnose, che aderivano perfettamente a le sue, ancora più morbide e saporite.
Fu un bacio ricco d'amore, e sembrava che non volessimo staccarci.
-Anche io, non sai quanto- risposi.
Fine flashback

Tornai quasi alla realtà, e come tre anni fa, sentii qualcuno bussare al finestrino.



Ritorna da me/ Kylian MbappéDove le storie prendono vita. Scoprilo ora