15.

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Ti amo fino ad odiarti,
con tutto il cuore.

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Distolsi lo sguardo, cercando di liberarmi dalla presa, inutilmente.
-Che vuoi?- chiesi sbuffando.
-Che ti prende?- mi domandò a sua volta, cosa mi prende? mi prende il fatto che lui abbia quasi messo incinta un'altra puttana, in questi anni in cui io non c'ero. In cui passavo giorno e notte a pensare a lui, a piangere e a pentirmi, lui era a giocare con altre tipe.
-Niente. Mi lasci andare, ora?- stavo trattenendo le parolacce solo perché dietro di me c'era mio figlio che ci guardava.
-Ma che cazzo di problemi hai?- mi disse per poi lasciare il braccio ed andarsene.
Il mio problema sei tu, Kylian.
Misi in moto e premetti l'acceleratore al massimo, l'unica cosa che desideravo era poter piangere. Urlare senza essere sentita, con la faccia impressa nel cuscino.
Mi sentivo in un tombino, senza che nessuno mi ci tirasse fuori.
È una sensazione brutta, quando non c'è nessuno a farti compagnia nella disgrazia o ad aiutarti.
-Mamma, perché papà è arrabbiato?
-Non è arrabbiato, è solo stanco- sperai che si convincesse, e così fu. Non era la prima volta che nostro figlio assisteva, purtroppo, ad un litigio. Probabilmente è stato un bambino sfortunato, ad avere dei genitori pessimi come noi.
Dovevamo cercare di dare una vita felice a questo povero bambino, e invece non abbiamo fatto altro che rovinargliela.

Tornai a casa, il bambino era tranquillo a guardare la tv in salotto, ed io salii di sopra e soltanto un bel bagno caldo avrebbe potuto rilassarmi.
O meglio, credevo che fosse così, invece i pensieri non fecero altro che aumentarmi. Forse avrei dovuto dirgli il problema, ma non potevo spiegargli che ero gelosa di lui. Forse avrei fatto meglio a chiuderla lì. Per sempre.

Il mio telefono vibrò, era una chiamata di Kylian. Ovviamente non risposi, mi legai un asciugamano intorno al ventre ed uscii dalla vasca.
Qualche squillo dopo, la chiamata fu interrotta. Ma ne ripartì subito un'altra.

Kylian's pov:
Non sapevo perché la stessi rincorrendo, non era da me. Ma qualcosa mi diceva che piano piano la stavo prendendo. Ed era l'ultima cosa che volevo, desideravo avere una famiglia normale, senza che mio figlio debba fare mille spostamenti per arrivare dal padre. Desideravo vivere con Grace al mio fianco, tutti i giorni della mia vita. Eppure ero un emerito cretino, forse non si fidava, forse serbava ancora rancore per quattro anni fa. Forse era semplicemente stanca.
Mi aveva tratto di merda, e chiaramente mi aveva infastidito. Mi aveva toccato nell'orgoglio, nessuna ragazza mi aveva mai trattato così. Non sarebbe stata la prima a farlo, lei.
Tentai di chiamarla, ma non ricevetti risposta. Sapevo che lo faceva intenzionalmente, si era offesa perché le avevo chiesto che problemi aveva?
Qualcosa mi diceva che non fosse solo per questo, e forse avevo anche ragione.
Forse la volevo chiudere qui? Tutto quello che stavamo ricostruendo?

Sbattei il pugno sul tavolo, c'era qualche modo per sistemare le cose?
Il primo, e anche unico, che mi venne in mente lo considerai esagerato, ma seguii il mio istinto. Non avevo la certezza di star sbagliando, ma non ero nemmeno sicuro del contrario.

Spazio autrice:
Inizio col scusarmi per questo capitolo. Sono consapevole di quanto faccia schifo, però scusatemi, non ho molto tempo per scrivere e nemmeno per correggere eventuali errori.
Come sempre, fatemi sapere se vi è piaciuta la storia. Bacii❤️

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