-Scemo!- dissi con la voce rotta dalle risate quando mi diede finalmente tregua dal solletico. Lo sapeva che lo odiavo.
Si avvinghiò alle mie labbra sorridendo mentre ancora dovevo recuperare il fiato.
Era passata circa una settimana e mezzo dall'ultima volta, io e Kylian ci eravamo ritrovati anche se l'ansia non era cessata.
-Beh, buonanotte- dissi spegnendo la luce e girandomi tra le coperte.
-Buonanotte, sono stanchissimo- mi imitò il francese.
-Anche io, spero che questa influenza possa passargli presto- risposi per cadere definitivamente in un sonno profondo.
Dylan aveva preso l'influenza da una settimana ormai, e quando si influenzava era un incubo per me. Lui odiava stare male, avere il naso chiuso e in particolare prendere qualsiasi medicina.
Ero come lui da piccolo, però non ricordavo di essere anche io così testarda.
Doveva prendere l'antibiotico come consigliato dalla pediatra, e farglielo ingerire era una faticaccia. In effetti, da quel che sapevo, quell'antibiotico faceva proprio schifo.Per Kylian in particolare fu una tremenda esperienza. Non era abituato visto che era la prima volta che nostro figlio si ammalasse da quando ci trasferimmo qui. Lui amava i bambini, ma era la tanta pazienza che gli mancava.
Il bambino gli sputava sulle T-shirt, sui pantaloni e persino in faccia la medicina. Oltre al fatto del gusto, faceva molti capricci quando era malato.
"Che diamine!" urlava ogni volta, visto che odiava sporcare i suoi indumenti, era anche per questo che cucinava raramente.
Mi piaceva vedere quella scena, anche se invece avrebbe dovuto crearmi dispiacere. Però, adesso che era qui, il lavoro duro doveva farlo anche lui.Le probabilità che fossi incinta si erano abbassate, o almeno nella mia testa, dal momento che non avevo nè nausea e nè sintomi della gravidanza. Anche se non era completamente da escludere. Il test di gravidanza era ancora lì, nel cassetto vuoto della nostra stanza. Nessuno andava ad aprirlo mai, perciò era l'unico posto adatto.
L'odore di vacanza e di estate si era dissolto nelle temperature e nella pioggia autunnale. Dylan, dal canto suo, non aveva nemmeno iniziato l'asilo che già era influenzato. Il cambiamento di temperature immediato, e soprattutto alternato, ci stava uccidendo tutti.
Anche la mamma di Kylian aveva preso la febbre per meno di una settimana, però era come se non l'avesse. Continuava a fare le cose che faceva normalmente, come ogni mamma che si rispetti. L'unica cosa che lei e suo marito avevano iniziato a fare di meno era tenere nostro figlio.
Quando c'eravamo, volevamo essere una famiglia vera e propria e non lasciare sempre il bambino ai nonni, che iniziavano ad invecchiare sempre di più.
Da quando li avevo rivisti all'inizio dell'estate avevo notato un'invecchiamento, come giusto che sia dopo quattro anni. Però, a differenza della moglie che è rimasta sempre in forma, il padre di Kylian stava invecchiando sempre più rapidamente.I capelli grigi o bianchi erano visibili anche alle radici della chioma di Fayza, ma appena ne vedeva spuntare uno, lo copriva con della tinta di bassa qualità. Provai a convincerla ad utilizzare tinte migliori, ma lei mi rispondeva con: "mica spendo un rene per dipingermi i capelli?". Era una domanda abbastanza bizzarra, in quanto chiunque gli avrebbe risposto chiedendogli il motivo per cui, allora, se le facesse lo stesso.
I segni della vecchiaia stavano iniziando a farsi spazio anche nel padre, sia a livello fisico che a livello mentale. Non ho mai visto i miei diventare anziani, un po' per mia assenza, un po' perché loro non l'avrebbero mai dimostrato davanti a me, perciò fui abbastanza colpita nel vederli così.La mattina arrivò prima del previsto, a causa di nostro figlio che non si sentiva bene. -Puoi prendermi il termometro?- chiesi all'uomo che mi aveva seguito nella stanza tinta di celeste.
Sospirò e le sue spalle grosse e nude, si spostarono nel bagno. Sentii il rumore di un cassetto chiuso, capendo che l'aveva trovato. I segni della stanchezza erano visibili più degli altri giorni sul suo viso, facendomi domandare se avesse dormito. Erano le cinque del mattino, perciò aveva ancora molto tempo prima di svegliarsi. -Grazie- dissi infilando l'oggetto sotto il braccio del bambino, che aveva le guanciotte rosse e la fronte accaldata.
-Vai a dormire, tranquillo- mi rivolsi al padre, che si era seduto all'estremità del letto stropicciandosi gli occhi.
La collana, che aveva dimenticato di togliersi la sera prima, gli pendeva sui pettorali allenati. La sua carnagione scura mi mandava in estasi, facendomi pensare cose inadeguate.-Non ti preoccupare- mi rispose soltanto accennando ad un flebile sorriso, che mi fece ridere.
Mi sedetti affianco a lui, poggiando la testa sulla sua spalla mentre aspettavamo che il termometro rilevasse la temperatura.
Entrambi avevamo gli occhi chiusi, e se non ci avesse svegliato il "bip" del termometro ci saremo addormentati.
Alzai la testa di scatto, avvicinandomi e prendono in mano l'oggetto.
-Ha la febbre a 38.2- comunicai a Kylian, che sospirò stropicciandosi gli occhi che faticavano a stare aperti.
-Vai a dormire, ti raggiungo quando si sarà addormentato- lo congedai e finalmente riuscii a convincerlo.La presunta gravidanza e lo stress causato dal figlio influenzeranno la carriera di Kylian?
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Ritorna da me/ Kylian Mbappé
Fanfiction{QUESTA STORIA NON HA UNA CONCLUSIONE E MAI L'AVRÀ} Sei il mio rimpianto, di giorno, di notte, a qualsiasi ora. Sei il mio pensiero fisso, pensiero di chi, si chiede costantemente come sarebbe andata se ci fossimo incontrati nel momento giusto. Grac...