12.

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E forse giocheremo ad odiarci
ma sappiamo entrambi che è il contrario...

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-Avrei dovuto?- chiesi con aria di sfida, lui tornò a guardare dinanzi a sé sorridendo.
Quanto cazzo dipendevo dal suo sorriso.
Durante la cena, saltò fuori l'argomento "Dylan".
-Hai qualche foto?- chiese Neymar, presi il telefono e gli mostrai un paio di foto.
-È bellissimo- sorrisi. -E poi è uguale a te- disse rivolgendosi a Kylian.
Quest'ultimo sorrise, per poi ribattere. -Modestamente, ho fatto bene il mio lavoro- risero tutti, mentre io sentii le mie guance andare a fuoco.
-Il naso e la bocca somigliano a me- cambiai immediatamente discorso.
-Menomale, almeno non sembra una tartaruga come lui- lo prese in giro Neymar, questa volta a ridere fui io e lui invece lo mandò a quel paese.
Ero felice, per la prima volta dopo tanto tempo. Ero felice di avere dei buoni amici, di avere questa vita. Non avrei mai immaginato di dire una cosa del genere, almeno non dopo tutto quello che successe.
-Come l'ha presa il bambino del fatto che siate separati?- domandò Messi, a rispondere potevo essere solo io perché il padre non è mai stato vicino a lui.
-Beh, come tutti i bambini, mi chiedeva come mai non vivessimo con suo padre ma credo che sia molto maturo per la sua età e ha capito subito- tutti annuirono e Neymar iniziò a raccontare come fosse stato difficile per Davi.
Ascoltavo con piacere, nonostante sapessi già questa storia, l'ultima volta che l'avevo sentita non avrei mai immaginato di poter vivere questa stessa situazione ed invece sì.
-Comunque in questi anni sei cambiata tantissimo. Sei bellissima- esclamò Marco, e potei notare negli occhi di Kylian le fiamme. Quando Marco non era ancora sposato, ma solo fidanzato, a Kylian dava fastidio il rapporto che avessimo noi due. Lui mi riempiva di complimenti e attenzioni, ma senza malizia mentre Kylian moriva di gelosia ogni volta. Al ricordo mi spunta il sorriso, era geloso di me, non mi vietava di uscire con le amiche o con amici, ma solo quando aveva ottenuto la mia fiducia.
-Grazie- risposi timidamente.
-Già, lo è- concordò Neymar, -Sei diventata una donna ormai. Dobbiamo uscire qualche volta- continuò. Inizialmente lo guardai stranito, ma poi, cogliendo il suo giochetto, accettai. Volevamo soltanto farlo ingelosire, cosa che non dispiaceva a me, invece al brasiliano faceva divertire.
-Mangiate che è meglio- li interruppe il francesino. Ancora una volta, il mio piano funzionò. Anzi, il nostro piano.

Colsi l'occasione e alla domanda "come va il lavoro?" risposi con: -Bene, a fine mese ho una sfilata per un brand importante qui a Parigi- sperando che il mulatto sentisse, ed ero quasi sicura che fosse così.
-Siete tutti invitati, ovviamente- conclusi.
-Io ci sarò sicuramente- mi rispose Neymar, ne ero felice. Avere il tuo migliore amico che ancora ti sostiene nonostante tu l'abbia abbandonato dimostra che l'amicizia era davvero forte. E che lui fosse una bravissima persona.
Vidi Kylian muoversi sulla sedia in modo goffo, poi si alzò ed andò in bagno.
Chissà cosa lo turbava.

La cena finì, e potei finalmente dire che tornai con il sorriso stampato in volto.
Nella macchina di Kylian regnava il silenzio, e così anche nelle strade. In fondo, era l'una di notte.
-Ti è piaciuta, vedo- disse alludendo alla mia espressione. Annuii, -sopratutto Neymar- continuò lui e non potei fare a meno di ridere.
-Ti dà fastidio?- domandai guardandolo negli occhi, lui spostò leggermente lo sguardo verso di me e poi tornò a fissare la strada.
-Pff, perché dovrebbe?
-Non so, dimmelo tu- risi per concludere la conversazione, a dir poco imbarazzante.
Pensai che mi portasse a casa mia, invece fermò la macchina difronte la sua villa.
-Perché non mi hai portata a casa?- domandai, ma lui aveva già parcheggiato l'auto.

Senza rispondermi, scese dal mezzo ed io non potei fare a meno di seguirlo, sbuffando. Aprì la porta di casa e in silenzio salì le scale. Proprio non lo capisco questo ragazzo, cosa dovrei fare qui?
-Non vieni a dormire?- lo sentii urlare dal piano di sopra. Giusto per non disturbare, feci come lui e urlai rispondendogli: -sì, ma avrei preferito dormire da me.
Intanto salii le scale, e lo sentii sbuffare mentre si metteva il pigiama. Era di nuovo a petto nudo, e di nuovo il mio cuore perse un battito.
-E va bene, la prossima volta dormiamo da te- mi stava prendendo in giro, ma decisi di non farci caso.
-Non ho né il pigiama...- mi interruppe, sapevo quanto gli desse fastidio le persone che si lamentano. -Metti questa- mi lanciò una felpa che mi arrivò dritto in faccia, aveva il suo profumo, e già questo mi bastava.

Spazio autrice:
Scusate se il capitolo è corto, ma o lo facevo corto (e con eventuali errori che purtroppo non ho tempo per correggere) oppure il prossimo sarebbe uscito domani. Perdonatemi.
Cosa ne pensate della storia? Vi sta piacendo?

Ritorna da me/ Kylian MbappéDove le storie prendono vita. Scoprilo ora