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Uscii dalla farmacia, che mi sembrò essere ancora più piccola del solito.
La palestra mi aveva aiutato e adesso sentivo i polpacci e le cosce doloranti, ma almeno ne valeva la pena.
Mi ero soltanto fatta una doccia veloce, la seconda della giornata, in palestra ma visto il mio umore ne era necessaria un'altra. La bustina contenente quel test, che non avrei mai pensato di riavere tra le mani, penzolava nella mia mano, mentre cercavo il numero del taxi.
Di solito, aspettavo Kylian per una mezz'oretta in un parco, oppure in un bar, mentre in quel momento volevo solo tornare a casa.
La cosa di cui avevo bisogno in realtà era la mia vera casa , quella a Londra oppure mi sarei accontentata anche di quella che avevo venduto in precedenza a Parigi. Invece, quella in cui abitavo da qualche settimana era la casa di Kylian. Non era casa mia, non la sentivo mia.

Iniziai a dubitare persino di lui, della nostra relazione, dei sentimenti che provavamo l'uno per l'altra. Sbagliavo io a non volere un figlio o lui a volerlo?

Mi passai una mano fra i capelli, scompigliandoli parecchio. Desideravo soltanto che mi fosse buttato un secchio di acqua gelida in faccia, per svegliarmi nella speranza di star vivendo solo un incubo. Il reale incubo, in effetti, lo stavo vivendo nella mia testa. Avrei dovuto accogliere le cose così come venivano, ed invece quella probabilità di allargare la "famiglia" mi aveva destabilizzata.
Chissà cosa avrà pensato Kylian del fatto di non volere un bambino.

-Sarebbe fantastico!- borbottai ripetendo le parole del francese, sinceramente di fantastico ci trovavo ben poco. Provavo ad immaginare di nuovo una gravidanza, un nuovo membro in famiglia, ma non ci riuscivo. Era come se la mia mente non lo accettasse, io non lo accettavo.

Kylian's pov:

La scorsa notte mi aveva particolarmente eccitato e mi aveva reso felice, adesso sapevo che fosse la donna giusta. Con nessuna avevo provato le stesse sensazioni, che invece mi aveva fatto sperimentare lei e soltanto lei.
L'idea di poter aspettare un bambino mi aveva colpito, anche perché sinceramente non l'avevo messo in conto. Quasi come se mi fossi dimenticato come si facessero i bambini, ma la colpa non era mia: in quel momento usare le protezioni era il mio ultimo pensiero. La sua espressione quella mattina era, però, ben diversa dalla mia e mi aveva un po' deluso.
Era cambiata tanto dall'ultima volta, la Grace solare e che sprizzava gioia da tutti i pori non c'era più. Il bambino la teneva sempre impegnata ed in pensiero ed erano più le volte che avevo visto la sua fronte corrugata rispetto a quelle in cui le sue labbra si erano allungate in un sorriso.
Tornai a domandarmi se la causa fossi io, forse lei non voleva la stessa cosa da noi due.

In effetti, io volevo creare una famiglia con lei. Ma a quanto pareva, lei non era d'accordo.

Forse mi considerava solo un passatempo, un motivo per non tornare a Londra dai suoi genitori. Non avevo sentito tanto ma, origliando una telefonata, l'avevo sentito litigare con la madre. Da quel che avevo capito, loro non condividevano la sua permanenza in Francia. Non riuscivo molto a comprendere la sua situazione, nonostante dicessi il contrario per consolarla. In fondo i miei mi avevano sempre appoggiato in tutte le scelte, giuste o sbagliate, che facevo. La prima e anche ultima volta, che avevo incontrato i suoi genitori non mi parve piacergli. Mi avevano squadrato dalla testa ai piedi, chiedendomi ogni minimo dettaglio della mia carriera per trovare l'unica cosa sbagliata e farne una predica.

In risposta, non riuscii a seguire la conversazione e così mi limitai ad annuire e inventarmi una scusa banale per andarmene, sembrando un maleducato agli occhi dei genitori. In effetti, non era molto corretto alzarsi durante una cena, ma ero piccolo e non sapevo ancora reggere la tensione.
Avevo provato a scusarmi, ma loro non sembravano interessati a me. La persona che gli interessava di più, invece, era sua figlia. Anche per questo motivo l'avevano sempre tenuta in gabbia, e nemmeno crescendo l'avevano lasciata totalmente libera.

Gli allenamenti erano andati piuttosto bene, il mister ci metteva in riga raccomandondoci per le partite future, ma sentii un quarto di quello che disse. La mia mente era focalizzata sulla possibilità di diventare padre per la seconda volta, e la cosa mi rendeva parecchio felice.

Secondo voi, sbaglia Grace a non volerlo o Kylian a volerlo?

Ritorna da me/ Kylian MbappéDove le storie prendono vita. Scoprilo ora