KATHLYN
New York, 01 dicembreL'APPARTAMENTO SI ERA FATTO saturo di noi due.
La notte era calata sulla città e le luci dei grattacieli si riflettevano sulle grandi vetrate del salone.Sentivo la testa vorticare e il corpo pesante di Evan premere contro il mio.
È una promessa, biondina.
Non avevo mai sentito il mio cuore battere così forte, tanto meno avevo mai avuto la percezione di appartenere davvero a qualcuno.
Era giusto e basta, per quanto mi fossi allontanata sapevo già dove sarei sempre ritornata.
Senza chiedere o domandare, mi gettai sulle sue labbra, assaporandolo veramente.
Lo baciai come se ne dipendesse la mia stessa vita, racchiudendo il suo volto tra le mie mani infreddolite.
Il suo braccio destro mi strinse a lui, sollevandomi da terra per trasportami a cavalcioni sul suo corpo.La mano opposta finì rude tra i miei capelli biondi e io sospirai.
Lo volevo disperatamente.
Tutto il mio corpo reclamava un contatto con la sua pelle, il ventre mi doleva a forza di desiderarlo.Non c'erano paparazzi, spettatori o bugie.
Eravamo solo Kathlyn ed Evan.
Due disastri. Due stelle cadenti. Due ragazzi in cerca di uno scopo.Dalle sue labbra uscii un gemito strozzato, prima che ci facesse cadere entrambi sulla morbida superficie del divano.
«Non hai idea di quanto abbia desiderato tutto questo»
«Evan...» mi divincolai dal suo sguardo ardente.
La tensione era al limite.
Per quanto amassi essere guardata dai suoi occhi verdi, in quel momento desideravo solo sentirlo dentro di me.«Ripeti il mio nome, piccola» scese a baciarmi il ventre, risalendo poi verso il seno «Urlalo»
Il mio reggiseno venne strappato con forza, finendo esanime sul pavimento.
Le labbra di Evan catturarono un capezzolo e il mio urlo invase le pareti vuote dell'appartamento.«Tutti ti guardano, ti venerano, eppure non sanno quando tu sia mia» continuò la lenta tortura, spingendomi ad aggrapparmi ai suoi capelli disordinati «Lo sei sempre stata, non è vero?»
SI. SI. SI.
Mi allungai, afferrando la cerniera dei suoi jeans per poterglieli sfilare.
Evan grugnì una volta ancora, bloccandomi i polsi sopra la testa per potersi arrangiare.Si alzò in piedi, continuando a divorare il mio corpo mezzo nudo disteso sul divano.
La maglietta cadde a terra seguita dai jeans e dai boxer scuri.Una divinità.
Un metro e novantasei di pura bellezza.
Muscoli delineati, pelle abbronzata e marchiata di nero, spalle possenti e smisurate.
Un sorriso da teppista in volto, la mia ufficiale condanna.Le sue mani ruvide agguantarono i miei pantaloni, sfilandomeli insieme alle leggere mutandine indossate.
Stava succedendo davvero.
Sarei stata sua una volta per tutte.«Guardati» indietreggiò, obbligandomi a sollevarmi sui gomiti per poter mantenere il contatto visivo «Cazzo, sei troppo per me»
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BLACK LIES
RomanceGli scandali sono come le caramelle, una non basta mai; questo Kathlyn lo sa bene. Nata tra gli ambienti più illustri di New York, fin dai primi anni di vita ha dovuto dimostrare al mondo chi fosse, confrontarsi giornalmente con la fama della sorel...