KATHLYN
Parigi,17 novembreBRENDON. Bello e dannato come l'ombra impressa nel dipinto di Dorian Gray.
Capelli, vestiti, occhi e zigomi; tutto sempre troppo perfetto.
Se solo l'avesse avuta, Brendon avrebbe benissimo potuto vendere l'anima al diavolo per mantenere quella fastidiosa perfezione.Rimasi immobile, intenta a fissarlo.
Come se non lo conoscessi affatto, mi ritrovai a percorrere il suo corpo con lo sguardo, ispezionando ogni più piccolo particolare.
Il completo sartoriale sui toni del blu, i mocassini lucidi, lo sguardo duro e impostato.
Aveva mai sorriso? Mi aveva mai detto brava?Mi venne in mente Evan.
Il suo sorriso strafottente e i jeans slavati. Il naso leggermente storto e i capelli corti e sbarazzini.Sentivo ancora l'impronta delle mani bruciare sulla mia pelle nonostante lo avessi baciato più di tre giorni prima.
Mi aveva toccata come se stesse venerando anche le mie più piccole imperfezioni.
Mi era entrato sotto pelle senza nemmeno volerlo e in quel momento mi ritrovavo a migliaia di chilometri da lui, incapace di dimenticarlo.Ogni fibra del mio corpo desiderava Evan Walker.
«Brandon, caro! Che piacere vederti» mia madre si fece largo tra la folla, correndo incontro al giovane erede di una delle case di moda più famose degli State.
«Sylvia!»
Tre baci sulle guance e un perfetto sorriso da bastardo patentato.
«Ti è piaciuto l'evento?»
«Sempre, quando c'è Lilly» i suoi occhi mi trovarono, percorrendo il mio corpo con tutta la calma e tranquillità necessarie.
Mi sentii nuda e la sensazione mi fece schifo.«Maison ha rinnovato il contratto a Lilly ancora per tre anni! Quest'estate sarà ufficialmente il volto della compagnia!»
«Una tortura per tutti gli uomini d'America» proseguì il ragazzo, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni eleganti.
Aveva mai indossato dei jeans?
Un pantalone della tuta?«Non solo America! Maison è un volto internazionale»
«Dal vergognarsi, allo spogliarsi per tutto il mondo quindi» Mia madre rise. Io riuscii a tenere lo sguardo fisso su di lui per miracolo.
Le parole mi punsero come aghi ogni singolo muscolo, corrodendo la mia mente più del dovuto.Non avrebbe dovuto avere alcuna importanza, eppure mi stavo preoccupando di un essere inutile e viscido, rilegato esclusivamente al mio passato.
«Tutto il mondo, tranne te Brendon»
Il gomito di mia madre mi colpì sul fianco, facendomi stringere le palpebre dal dolore.
«Ho già visto quello che dovevo vedere»
Sylvia continuava a fissarci senza ribattere. Il mio ex fidanzato mi aveva appena dato della puttana davanti ai suoi occhi, eppure a lei non importava.
Se avesse aperto bocca sarebbero uscite foto e se fossimo finite sui giornali, sarebbe stato un problema.
Non avevano importanza i sentimenti di fronte un mare di fotografi e tabloid.
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BLACK LIES
RomanceGli scandali sono come le caramelle, una non basta mai; questo Kathlyn lo sa bene. Nata tra gli ambienti più illustri di New York, fin dai primi anni di vita ha dovuto dimostrare al mondo chi fosse, confrontarsi giornalmente con la fama della sorel...