01.Chilocalorie

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KATHLYN
New York, 30 ottobre

DUE CENTIMETRI IN PIÙ.
Il metro si era dovuto allargare intorno la mia esile vita.
In piedi, da ore, davanti il grande specchio della sarta, osservavo l'abito color cenere che con il passare dei minuti si modellava intorno alle mie leggere forme.

Alle spalle, mia madre squadrava sbigottita la mia figura, cercando di trattenere le urla per il rientro a casa.

L'ennesimo abito aderente o l'ennesima soffocante prigione?

«Sei andata in palestra questa mattina?» gracchiò isterica, tamburellando le unghie sul tavolino decorativo in legno.

«Si»

«E il deficit calorico imposto della dottoressa? L'hai rispettato?»

«Come sempre»

«Non mi sembra Lilly. Non serve un genio per capire quanto stretto sia diventato l'abito» proseguì indispettita lei, chiamandomi con quel tanto odioso quanto patetico nomignolo.

La sarta strinse la mia mano, sorridendomi leggermente per darmi forza. Mai come allora avrei voluto abbracciare una sconosciuta.

«Sono solo andata alla cena di beneficenza con papà»

«E ovviamente non ti sei limitata al primo piatto»

«Erano tre portate. Che figura avrei fatto a dire di no?»

«La figura di una donna che tiene ancora alla carriera» rimasi senza fiato, inerme davanti i suoi occhi.
Nonostante gli anni, a certe uscite non mi sarei mai abituata.

Osservai critica il mio riflesso nello specchio, trattenendo un singhiozzo.

Non ero grassa.
Le costole e il ventre piatto lo dimostravano nello stesso identico modo di quello spazio tra le cosce e quel piccolissimo numero sulla bilancia.

Ero trasparente.
Ma per lei non sarebbe mai stato abbastanza.

Le mie mani tremarono anche solo all'idea di accarezzare la pelle pallida e scheletrica che mi ricopriva le ossa.

Non ero mai stata grassa, eppure agli occhi della mamma avevo sempre avuto un punto in meno rispetto a Madison, mia sorella.

Madison era bionda.
Madison era alta.
Madison sapeva parlare perfettamente tre lingue.
Madison si era diplomata con il massimo dei voti!
Madison lavorava già da anni sulle passerelle dell'alta moda...

E io?

Io ero castana. Bionda solo grazie alla tinta.
Ero alta, ma senza tacchi non superavo il metro e settanta.
Sapevo anche io tre lingue ma avevo una pessima pronuncia in ognuna di esse.
Mi ero diplomata. Con un misero punteggio di settantasei su cento.

«Tra sole due settimane camminerai su quella passerella e ci saranno migliaia di fotografi e stilisti! Abbiamo questa sponsorizzazione per miracolo, io... cioè tu non puoi fallire!»

Su ordine della sarta scesi dal piedistallo, avvicinandomi in silenzio agli indumenti.
Infilai rapita i pantaloni neri e subito dopo la testa all'interno del maglioncino scelta di fretta quella mattina.

«Le modifiche si possono fare, due centimetri con cambiano la fisionomia dell'abito» affermò pacata la donna, incastrando gli occhiali da vista tra i folti capelli ormai grigi.

«Nessuna modifica Linda, tra due settimane Lilly avrà perso quei chili di troppo»

«Non penso sia necessario, alla fine è una trentasei, non un centimetro di più»

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