08.Sei felice?

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TW!!

Prima che leggiate questo capitolo voglio che sappiate quali argomenti verranno trattati con maggiore rilevanza d'ora in poi.
La storia di Kathlyn è la mia storia e la storia di tante altre ragazze a ragazzi.
Ho dedicato questo libro a tutte le persone che oggigiorno sono affamate d'amore e che convivono con un problema assai grave come quello dei disturbi del comportamento alimentare.

Se non ve la sentire, non proseguite.
Se avete bisogno di aiuto, chiedetelo perché solo così si può raggiungere la fine del tunnel.
Vi voglio bene🤍






KATHLYN
New York, 07 novembre

LO STUDIO ERA luminoso e familiare. Due poltrone viola, fiori freschi, un'alta libreria piena di volumi e in un angolo, sola e isolata dal resto dell'arredo, la bilancia.

«Kathlyn! Che piacere rivederti!» la dottoressa Martin mi venne incontro a braccia aperte. Mi sorrise come se fossi stata una parte della sua stessa famiglia, stringendomi poi in un caloroso abbraccio.

Tutto in lei ricordava la dolce e amorevole mamma ritratta in tutte le
commedie televisive.
La media statura, i capelli ramati perfettamente acconciati e il leggero trucco coperto da un grande paio di occhiali animalier.
Cambiava montatura ogni settimana.

«Quanto tempo è passato? Mi è mancato chiacchierare con te» continuò sorridente, invitandomi a prendere posto.

Nonostante la confusione del suo accogliente studio medico, Teresa Martin trasmetteva la pace più assoluta dei sensi.

«Mi devo scusare, ho avuto molti impegni lavorativi»

«Stai tranquilla cara, anzi, ho visto l'ultimo servizio ed è stato grandioso»

Sorrisi anche io.
La dottoressa Martin non aveva mai paragonato il mio lavoro alla mia immagine.
Fare la modella corrispondeva per il novanta percento delle volte al paragone del fisico, dell'aspetto e della bellezza.
Non c'era bravura nel camminare avanti e indietro per una passerella.
L'unica fortuna, secondo la maggior parte delle persone, era stata quella di nascere sotto l'ala protettrice di Afrodite.

Per lei non era così.
E parlarle anche solo per un secondo mi faceva credere di essere speciale e brava in qualcosa.

«Partirai per Parigi giusto? La tua assistente mi ha telefonato qualche giorno fa»

«Si, tra qualche giorno»

«E sei felice?»

«Ci sono abituata»

«L'abitudine non è la felicità, Kathlyn»

Mi sbottonai il cappotto, cercando in ogni modo di respirare oltre il maglione a collo alto indossato quella mattina.

«Non sono felice. Almeno, non di passare tre giorni a stretto contatto con mia madre e Madison»

«Lexie verrà con voi?»

«No, per i viaggi oltre oceano Lexie non è compresa»

«Ma averla al tuo fianco ti porterebbe un po' di sollievo?»

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