KATHLYN
New York, 20 marzo«SIAMO TARDI»
Osservai Evan attraverso il riflesso dello specchio, il corpo longilineo e il braccio sollevato sopra la testa cosicché potesse afferrare lo stipite della porta.La camicia bianca, non del tutto abbottonata, si era leggermente sollevata lasciando così intravedere una sottile linea di addominali.
Se fino a un minuto prima mi ero ossessionata sulla scelta degli orecchini giusti, in quel momento non contavano più nulla.«Oggi sono giustificata»
«Ogni giorno lo sei, principessa»
Gli risposi un una linguaccia infantile, decidendomi finalmente di uscire da quella stanza.
Le perle che avevo abbinato all'abito sarebbero andate bene e le scarpe sulla quale mi ero scervellata fino al giorno prima in fin dei conti non avrebbero fatto una poi così brutta figura.«Per questa volta hai vinto tu»
Legai le braccia alla sua vita, sollevando il capo per reclamare il mio bacio.«Sei perfetta»
«Ti amo»
«Anche io, biondina»
Dopo il bacio e un'innocente sculacciata, tornammo entrambi in soggiorno, le chiavi dell'auto già pronte sopra la penisola della cucina e la mia borsa alla sinistra di esse.
«Dimenticato qualcosa?»
Evan reggeva tra le mani un cerchietto per capelli, appuntato ad esso brillava la scritta Birthday Girl.«Non provarci! Non esco con quel coso»
«Oh si che ci uscirai. Tutti devono sapere che stai andando a ubriacarti legalmente»
«Non c'è scritto quanti anni compio» precisai, lottando con tutte le mie forse perché lui non si avvicinasse.
Non che ci fosse nulla di male, anzi era stato un bellissimo pensiero da parte sua, ma dovevo ancora entrare a patti con la festa che da lì a dieci minuti si sarebbe tenuta in mio onore.
Un passo alla volta.
Non sarei voluta essere al centro dell'attenzione in quel modo, mi sarei benissimo accontentata di una cena a lume di candela (o del sushi tutti nudi sotto le coperte).
Eppure Evan aveva insistito, affermando che tutti i suoi amici volevano festeggiare il mio compleanno.
Aveva aggiunto che preferivano me a lui e che avevano già comprato il regalo, di conseguenze non potevo tirarmi indietro.«Rimediamo subito»
A causa dell'altezza mi impedì la visuale sulle sue mani. L'unica certezza era che stava cercando qualcosa all'interno della mia borsa.Fu una questione di secondi.
Non feci in tempo ad indietreggiare che la sua mano mi circondò il volto per tenermelo fermo.
La coroncina era già incastrata tra le ciocche dei miei capelli e in un attimo la punta fresca del rossetto si scontrò con la pelle della mia guancia.Come se stesse completando un'opera d'arte, Evan scrisse 21 sul lato sinistro del mio volto, sorridendo poi orgoglioso per il lavoro svolto.
«Ora sei pronta»
Gli leccai il palmo, sperando mi levasse le mani di dosso.«E tu sarai obbligato ad aspettare un'altra ora perché io mi rifaccia il trucco»
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BLACK LIES
RomanceGli scandali sono come le caramelle, una non basta mai; questo Kathlyn lo sa bene. Nata tra gli ambienti più illustri di New York, fin dai primi anni di vita ha dovuto dimostrare al mondo chi fosse, confrontarsi giornalmente con la fama della sorel...