40- Ophelia

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14 maggio- sera

"Den, mi presti il mascara?".

"Certo, prendilo".

Denisa lanciò il tubetto nero e Alessia lo afferrò al volo.

La camera d'hotel delle ragazze era invasa da trousse e vestiti, alcuni ancora ammucchiati nelle valigie aperte, altri sparsi sui letti e sul pavimento.

Dalla portafinestra spalancata entrava l'aria fresca della sera, portando con sé l'odore di erba appena tagliata e il frinire dei grilli.

"Come sto?". Alessia, che aveva ultimato il trucco, si voltò verso Rebecca.

"Sei perfetta".

"Come mai tutto questo trucco, eh?" esclamò Denisa, seduta sul bordo del letto e intenta a infilarsi gli stivaletti.

"Scusa?".

La ragazza si limitò a ridacchiare e Alessia avanzò verso di lei a grandi falcate.

"No, no, adesso mi dici che intendi".

Denisa rivolse un'occhiata complice a Rebecca e, senza togliersi di dosso il sorriso furbo, esclamò: "Dirò solo un nome: Elia Sabatucci".

"Cogliona che non sei altro, cioè, secondo te sono così disperata da farmi bella solo per quel minchione di Sabatucci?".

"Sì".

Emilia, sdraiata sul proprio letto a pancia in su, era persa nei suoi pensieri e, nonostante stesse ignorando la discussione tra le sue amiche, desiderava con tutto il cuore che non smettessero di parlare.

Le loro voci la rassicuravano. E sentiva una fitta allo stomaco, pensando che, a breve, quelle voci sarebbero scomparse e lei sarebbe rimasta da sola, in una camera d'hotel che non le era famigliare, aspettando Andrea.

"Emi, muovi il culo, che fai ancora lì?". Alessia si gettò sul letto della ragazza e le schiaffò una mano sulla coscia. "Che ti metti?".

Emilia si irrigidì, frizzata dall'irruenza dell'amica, e per alcuni istanti non riuscì a parlare. Un nodo alla gola le impediva di rispondere.

"Ragazze, devo dirvi una cosa".

Si tirò su a sedere e portò le ginocchia al petto, abbracciandole come fossero un cuscino.

"Oh, mi fai preoccupare" esclamò Alessia, avvicinandosi all'amica.

"Che succede?". Denisa si lasciò cadere sul letto vicino e Rebecca le si sedette accanto.

Gli occhi curiosi delle amiche puntati addosso accrebbero l'ansia della ragazza, inibendo ogni muscolo del suo corpo. Non voleva ammettere che avrebbe fatto sesso con Andrea. Non voleva che le parole rendessero reale quello che era ancora solo un pensiero.

Si rannicchiò ancora di più su sé stessa, nella vana speranza di poter implodere e smettere di esistere e dover affrontare la realtà.

"Andrea ed io abbiamo deciso di farlo" mormorò, le labbra incurvate in un sorriso tiepido.

"Cosa?!".

L'esclamazione si levò all'unisono dal trio, seguita da strilli e domande a raffica.

"Stupida, e perché ce lo dici solo adesso?" esclamò Alessia, tirandole uno schiaffo sull'avanbraccio. "Ma quando ve lo siete detti?".

Sentimenti contrastanti banchettavano nel cuore di Emilia. La sicurezza data dalla presenza delle sue amiche serviva da bere all'esasperazione. Quel rapporto sessuale necessitava dell'entusiasmo di una sola persona in quella stanza: e quella persona era l'unica a non provarlo.

Felicità PuttanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora