19 maggio- Mezzanotte
"Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno... Auguri Ale!".
L'urlo che si levò sovrastò la musica della classa Bluetooth e Alessia stappò lo spumante. Il tappo di sughero per poco non colpì Simone in pieno volto, ma il ragazzo riuscì a schivarlo, sotto lo sguardo allibito di tutti i presenti.
Era l'ultima notte che avrebbero trascorso in Grecia e sulla spiaggia di Anavyssos, sotto un cielo coperto di stelle, Alessia compiva diciotto anni.
"Discorso, discorso" esclamò Ruben battendo le mani a tempo e pian piano lo seguirono tutti.
"D'accordo, raga, d'accordo".
La ragazza si impettì e guardò uno ad uno i propri amici.
"Grazie per essere qui, siete così belli che vi bacerei tutti".
Ruben e Denisa urlarono all'unisono e tutti gli altri scoppiarono a ridere.
"Vorrei ringraziare prima di tutti Federico del Boca, per colpa del quale abbiamo rischiato di saltare la gita in Grecia, ma lo perdoniamo perché ci regala sempre un sacco di drama".
"Figlio di puttana" le fece eco Ruben, tirando un pugno sul braccio dell'amico, che alzò le mani in segno di resa.
Incassò altre battutine da parte degli amici, poi guardò Emilia, assorto come di fronte a un'opera d'arte.
La ragazza trasalì. Era dall'inizio della serata che non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso e più si sforzava di ignorarlo più cedeva. Federico la spogliava con lo sguardo. Nonostante fossero ad alcuni metri di distanza l'uno dall'altra, Emilia fremeva come se avesse addosso le sue mani.
Non potevano parlarsi, ma era il linguaggio del corpo a farlo per loro. Si volevano. Morivano di desiderio l'uno per l'altra. Emilia avrebbe voluto che tutto il resto scomparisse e restassero loro due, da soli, a fare l'amore senza preoccuparsi di nulla.
"Poi vorrei ringraziare Andrea, che porta un po' di sani principi in questo gruppo di sgravati" aggiunse Alessia. "Ed Elia che... che ci fa entrare a tutte le migliori feste".
Emilia si voltò verso Andrea, che rideva, ignaro di quello sguardo.
Si chiese come sarebbe andata la sua vita se anche lei si fosse innamorata lui. Avrebbe vissuto una relazione serena e non si sarebbe ritrovata incastrata in un triangolo tossico dal quale non vedeva via d'uscita. Forse era quella la definizione di felicità.
"Un ringraziamento speciale va sicuramente a Ruben e Simo. In questi giorni abbiamo avuto l'occasione di conoscerci meglio e mi trovo stra bene con voi, mi fate scassare".
Ruben applaudì tutto contento e Simone si sciolse in un sorriso imbarazzato, abbassando lo sguardo. Quando lo rialzò, con gli occhi che sbrilluccicavano, Alessia si era però già voltata verso le ragazze.
"Grazie Rebi, sei la persona più dolce che abbia mai conosciuto in tutta la mia vita. E grazie Den, forse siamo le più diverse in questo gruppo, però sei anche la persona che più stimo. Vi voglio bene ragazze, in questi mesi siete diventate una parte importantissima di me".
Infine, Alessia guardò Emilia. Si sorrisero vicendevolmente, complici, e Alessia si asciugò una lacrima con un movimento veloce della mano.
"Emilia, non dico niente perché se no mi metto a piangere, ma già sai. Grazie di esistere, semplicemente".
La ragazza le rispose mandandole un bacio e tutti gli altri applaudirono.
"E ora beviamo!".
Le urla festose attirarono ragazzi di altre classi e pian piano si unì ai festeggiamenti quasi tutta la scuola.
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Felicità Puttana
Teen FictionEmilia Martucci ha diciassette anni, una lingua tagliente quanto una lama e un unico obiettivo: sopravvivere al quarto anno di liceo classico. Grazie a un ripasso dell'ultimo minuto nel bagno della scuola e a una sfortunata serata in discoteca, tro...