3 marzo
All'indomani dell'occupazione, l'atmosfera a scuola era tesissima. A coloro i cui nominativi erano stati raccolti dalla Digos era arrivata una nota sul registro e tutti i professori, in qualsiasi classe, avevano rubato cinque minuti alla loro ora di spiegazione per rimproverare i ragazzi, accusandoli di "Irresponsabilità" e "Presunzione".
L'unico a simpatizzare per la causa era stato Baroni, il professore di filosofia di Emilia e Alessia. Entrato alla seconda ora nella loro classe, aveva chiesto ai ragazzi di spiegare perché avessero partecipato, per poi raccontare dei suoi anni d'oro all'università, quando trascorreva più tempo in piazza a manifestare che in aula a seguire le lezioni.
"Però la laurea l'ho presa lo stesso" aveva concluso, fiero, scatenando le risate dei suoi alunni.
In quel clima di tensione, l'intervallo era diverso dal solito. Gli studenti, che solitamente erano così chiassosi da provocare il mal di testa, vagavano per i corridoi come anime in pena, producendo appena un brusio.
"Ehilà".
Emilia corse incontro a Elia, seduto da solo su uno degli sgangherati tavoli in legno del cortile, all'ombra dell'unico albero spoglio presente.
"Ciao" mormorò lui, senza troppo entusiasmo nella voce. L'adrenalina della notte precedente gli aveva prosciugato qualsiasi energia, ma Emilia non se ne stupì: era abituata ai suoi repentini cambi d'umore, soprattutto nell'ultimo anno.
"Come stai?" domandò, sedendosi accanto al ragazzo.
"Normale dai. Tu?".
Emilia fece spallucce. "Sono stata meglio, ma non posso lamentarmi".
Elia annuì, senza guardarla negli occhi. Aveva lo sguardo perso di chi non sta davvero ascoltando il suo interlocutore. "Com'è andata con tuo papà?".
"Abbiamo litigato fino alle quattro di mattina e il prossimo weekend sono in punizione, ma a parte questo bene" rispose, mascherando il nervoso con una risatina. "Tanto tutto tornerà a posto, come sempre".
"Te lo auguro". Poggiò le mani dietro la schiena e fece scrocchiare le vertebre. "Comunque, come mai non sei con Andrea o con le tue nuove amiche?".
Emilia colse subito una nota di ripicca in quella domanda apparentemente innocente. "Perché, scusa? Ci tenevo a ringraziarti per ieri. E poi non voglio stare mica solo con loro, cerco di stare un po' con tutti".
"Mah, a me non sembra proprio" rispose il ragazzo, con una risata sarcastica. "Ormai stai sempre appiccicata a quelle là e ad Andrea".
"Dai Saba, ma siamo all'asilo che ti lamenti se sto anche con altre persone?".
"Ma va, il problema non è il fatto che tu stia con altre persone, ma con chi".
Emilia aggrottò la fronte, confusa, ed Elia aggiunse: "L'amicizia con la tipa di Del Boca, lì, Denise".
"Denisa".
"Sì, lei, non so, non mi convince questa vostra nuova amicizia, mi sa di falso. E anche la relazione con Andrea, boh, sei sicura che lui ti piaccia sul serio?".
Emilia gli rivolse un'occhiata perplessa. "Elia, guarda che non sto per sposarmelo, ci stiamo solo frequentando".
"È che sono un po' preoccupato per voi. Mi sto quasi pentendo di avervi presentato, perché sento che questa storia non finirà bene".
La ragazza spalancò la bocca, sconvolta. Dovette metabolizzare quelle parole per alcuni istanti prima di riuscire a rispondere. "Come cazzo ti permetti di dirmi delle cose del genere?".
![](https://img.wattpad.com/cover/226668405-288-k554112.jpg)
STAI LEGGENDO
Felicità Puttana
Teen FictionEmilia Martucci ha diciassette anni, una lingua tagliente quanto una lama e un unico obiettivo: sopravvivere al quarto anno di liceo classico. Grazie a un ripasso dell'ultimo minuto nel bagno della scuola e a una sfortunata serata in discoteca, tro...