45- I corpi come i nostri

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19 maggio- Pomeriggio

"Come sta?".

"Non vuole uscire dalla cabina".

Nell'angusto corridoio nel traghetto, di fronte alla camera delle ragazze, stavano Emilia e Simone, l'uno di fronte all'altra, con la schiena appoggiata al muro.

"Stanno servendo la cena" disse Simone, le braccia incrociate sul petto e un'espressione corrucciata in viso.

Emilia fece spallucce. "Lo so. Ho detto a Denisa e Rebecca di scendere, che sarei rimasta io con lei e l'avrei convinta, ma non c'è verso".

"Posso parlarci io?".

La ragazza non rispose, si limitò ad aprirgli la porta della cabina e a invitarlo dentro con un gesto della mano.

"Ale, c'è Simo".

Alessia, riversa sul letto a pancia in giù, con il cappuccio della felpa calato sulla testa, si limitò a bofonchiare qualcosa di incomprensibile.

"Ehi Ale" mormorò il ragazzo, sedendosi accanto a lei. "Ma oggi non è il tuo compleanno? Gira questa voce, ma forse mi hanno detto una cazzata".

"Cretino".

Emilia e Simone si scambiarono un'occhiata divertita.

"Solo Elia Sabatucci è capace di far piangere due persone nel giro di una settimana" esclamò Emilia, riferendosi a quello che era accaduto con Ruben durante il viaggio di andata.

Simone scosse il capo. "Infatti. Dai, Alessia, vuoi sul serio restare tutta la sera a piangere in cabina per colpa di uno così?".

La ragazza non si mosse di un millimetro. "Mi sono fatta una figura di merda enorme, io da qui non esco".

Emilia si sedette accanto a loro. "Ale, stai piangendo per uno che alle medie si è fatto scappare un rutto davanti a tutti i genitori al saggio di fine anno".

La ragazza non riuscì a trattenere le risate.

"Sul serio?" domandò Simone, sorpreso.

"Te lo giuro" rispose Emilia, dando una manata sulla coscia dell'amica. "Per non parlare di quella volta che è andato all'allenamento in sbornia e ha vomitato sui piedi del mister".

Simone scoppiò a ridere. "E tu parli di figura di merda?".

Le lacrime della ragazza si mescolarono alle risate. "Raga, è inutile che ci provate, non voglio uscire, punto".

Il ragazzo le rivolse un'occhiata sprezzante. "Sono sinceramente deluso. Non trovi che sia disonorevole per una futura ingegnera aerospaziale comportarsi così? Cavolo, magari creerai un razzo che arriva su Giove, conoscerai gli alieni e quando questi vorranno sapere della tua vita tu risponderai: "Eh sì, mi sono rovinata i diciott'anni per colpa di Elia Sabatucci". Tremendo no?".

"Tu non stai bene" rispose Alessia, scoppiando a ridere e mettendosi supina. "Che cazzo di film ti fai?".

"Guarda che non ci fai una bella figura con gli alieni, eh".

"Allora, prima di tutto, su Giove non ci sono forme di vita. Secondo, anche se ci fossero, che cosa cazzo dovrebbe fregargliene dei miei drammi?".

Il ragazzo fece spallucce. "Boh, metti che entri in confidenza con uno di loro, te lo fai amico".

Alessia si portò le mani al viso e scosse il capo. "Ma Ruben spaccia solo erba o anche LSD?".

Simone scoppiò a ridere e le solleticò una guancia con il dito. "Non lo so, ce lo farà sapere direttamente la polizia quando avrà finito la perquisizione in casa sua".

Felicità PuttanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora