5. MI FAI RIDERE

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mi sveglio totalmente spaesato, la testa non pula più di tanto ma ho un forte mal di pancia.
mi guardo attorno e solo ora mi rendo conto che non era un sogno ma che sono stato rapito veramente.
mi torna in mente tutto, il locale, nicola, la pistola, la macchina, la casa e la sua camera; ora mi trovo lì ma lui non c è.
vorrei cercare tutti per chiedere spiegazioni ma non posso alzarmi siccome oltre le mutande non ho nulla addosso e non vorrei scendere di sotto così, facendo credere che sono un poco di buono.
così prendo coraggio e decido di chiamare nicola sperando non si arrabbi perché da ieri ho capito che è una persona che si infastidisce e si arrabbia facilmente.
"- nicola!-" urlo una volta preso coraggio, sento delle voci provenire da sotto e poi sento dei passi salire le scale fino a interrompersi davanti alla porta della camera.
"- cosa vuoi ragazzino-" dice lui entrando in camera e mi trova seduto nel letto con le coperte a farmi da vestito, le stringo a me come se davanti a lui avessi bisogno di una protezione.
"- posso avere qualcosa da mettere? nella mia borsa dovrebbero esserci una maglia bianca e dei pantaloncini-" gli dico io studiando ogni espressione che si forma sul suo volto.
non mi dice nulla e scende di sotto a prendere forse ciò che gli ho chiesto, appena esce butto giù tutta
l aria che in questi 10 secondi ho trattenuto.
quando dopo poco sale su e me li porto, "- fa in fretta che dobbiamo parlare di sotto-" dice lui, annuisco ringraziandolo.
appena se ne va mi alzo e mi inizio a vestite, questa stanza mi incuriosisce molto ma devo cercare di reprimere la mia curiosità a meno che non voglio trovarmi con una pallottola in fronte.
dopo cinque minuti scendo le scale di vetro lentamente mentre mi stropiccio gli occhi con le mani, noto subito come tutta l attenzione dei ragazzi si è posata su di me.
finite le scale mi presento davanti a loro con il cuore che mi martella nel petto, non so se ho paura di loro o mi batte così forte per l imbarazzo che sto provando in questo momento.
so che non dovrei essere tipo che si imbarazza così facilmente siccome ballo davanti a centinaia di persone che mi fissano golose ma nicola mi guarda in maniere diversa.
non so in che modo, ma so solo che ogni volta che posa lo sguardo su di me sento la pelle bruciare fino alle ossa.
"- buongiorno-" dico con la voce ancora impastata dal sonno, che cerco subito si schiarirmi, "- siediti-" mi ordina lui e subito senza aprire bocca ubbidisco.
"- allora? cosa volete?-" domando forse in maniere un po sfacciata ma d altronde è lecito, "- non è opportuno che tu lo sappia-" dice ettore, uno di loro.
"- COSA!? NON MI È OPPORTUNO SAPERLO?! SONO STATO RAPITO!-" urlo a questo punto io arrabbiato.
certo che è opportuno che lo so siccome sto in una casa di mafiosi senza alcun motivo!
"- non alzare i toni-" dice nicola serio sbattendo la mana sul tavolo facendomi sobbalzare per lo spavento.
"- appunto proprio perché sei stato rapito devi sottostare ai nostri ordini e fare ciò che noi ti ordineremo di fare-" dice michele.
"- mi avete rapito così a caso?-" domando scettico, non stanno bene.
"- forse non hai capito con chi hai a che fare ragazzino sennò non ti comporteresti così-" dice nicola stufo avvicinandosi a me prendendomi il viso in mano.
mi costringe a guardarlo e sento la pelle bruciare quando i suoi occhi mi guardano fisso.
"- la vedi questa?-" domanda lui mostrandomi la pistola, "- beh non ci metto nulla a sparare un colpo e farla finita quindi tu conviene fare ciò che ti diciamo di fare senza fare domande, va bene?-" mi domanda sorridendomi mentre un brivido mi percorre la schiena.
senza controbattere annuisco e abbasso il capo sentendo però ancora la pelle bruciare.
"- ora ti mostro quali parti della casa ti sono accessibili e poi verrai con noi a lavoro-" mi dice alzandosi dalla sedia.
"- noi andiamo?-" gli domanda alex, "- sisi me la sbrigo io, mezzora e sto li-" dice guardandomi, anche se non lo sto guardando lo percepisco dal calore che ho iniziato a provare dal nulla.
gli altri annuiscono e escono, rimaniamo solo io e lui ora devo ammettere che ciò mi spaventa un po.
"- nel piano di sotto puoi stare qui nella cucina e nel salone che è quello lì-" dice indicandomelo mentre con gli occhi studio ogni minimo dettaglio.
"- il resto sono stanze che non ti interessano, di sopra invece la mia camera solo in mia presenza, e per il bagno ce ne è uno vicino alla camera che è per gli ospiti-" mi spiega mostrandomi il tutto.
non ho mai fiatato da quando siamo rimasti solo io e lui sia perché non saprei che dire sia perché sono sicuro che la voce mi uscirebbe come un sussurro
"- hai capito?-" mi domanda e io, avvertendo la gola secca, senza dire nulla annuisco.
"- non ho scelto un muto quindi renditi utile che mi servi-" dice toccandomi la spalla per risvegliarmi dal mondo dei sogni, nel quale crede che mi ci sono perso, ma continuo lo stesso a non rispondergli.
"- non ti è chiaro ció che ti ho detto prima con gli altri?-" mi domanda avvicinandosi molto a me, "- vuoi che te lo faccia intendere meglio ora che siamo da soli? forse conosci solo quell altro linguaggio-" mi sussurra all orecchio sfiorandomi il collo.
degltutisco iniziando a sentire le mani formicolare, il freddo degli anelli mi ha fatto rabbrividire ma sentire il suo respiro sul mio collo mi ha risvegliato dal mio strato di trans e mi ha permesso di capire meglio le sue parole.
"- capisco bene anche le parole-" gli dico non spostandomi però da vicino a lui ,"- menomale allora-" dice sfiorandomi la guancia per poi uscire dalla villa.
"- dovró sempre venire a lavoro con voi?-" gli domando mentre saliamo in macchina, per quanto mi riguarda me ne potrei pure rimanere in questa enorme villa per tutto il giorno.
"- per ora si e poi decido io con chi e dove stai-" mi sottolinea lui marcando il suo potere su di me.
non gli rispondo intento a guardare fuori dal finestrino, trovo tutto ciò così strano, ancora non ci credo mi sembra tutto un sogno ma appena percepisco lo sguardo caldo di nicola su di me capisco che ci troviamo nella realtà.
arriviamo a lavoro, è un palazzo imponente ma nascosto infatti parcheggiamo l auto in un garage sotteraneo.
" - andiamo-" mi dice lui avviandosi verso l ascensore, io senza dire nulla lo seguo.
una volta dentro preme il bottone del piano 6 e iniziano a salire, io sto verso lo specchio mentre lui alla mia destra.
cerco di non guardarlo in faccia, non perché abbia paura ma perché con lui è come se il mio essere sfacciato e stronzo avesse paura del suo lato sfacciato e stronzo.
lo sento ridere e ciò mi porta a guardarlo, sta ridendo di me forse nel vedermi così zitto e impaurito, "- vedo che hai capito bene il concetto ragazzino ma ora puoi anche smettere di tremare-" ride lui passandosi lo stuzzicadenti da un lato all altro della bocca.
la sua risata amara riempe l ascensore, è una risata profonda che arriva dritta nelle ossa facendole vibrare fra loro.
"- non sto tremando-" ribadisco io affrontandolo, è sempre vestito elegante, la camicia lo rende più un uomo di affari.
lui ride ancora facendo quasi tremare le pareri dell ascensore, "- cosa ti ridi?-" domando preso coraggio, credo che lo abbia ritrovato sentendo la sua risata quasi naturale.
"- mi fai ridere ragazzino-" dice lui osservandomi ora senza più ridere, "- almeno mi hai preso come tuo clown da compagnia meglio che avermi rapito semza motivo-" dico io, non mi va giù questa cosa.
"- credi che ti abbia rapito solo per farmi da clown da compagnia ragazzino? credevo che la tua fantasia andasse oltre-" mi sorride, non mi da il tempo di controbattere che le porte dell ascensore si aprono e arriviamo a destinazione.

SPAZIO AUTRICE:
heilá come state??
ecco a voi il nuovo capitolino, spero vi piaccia 🫶🏼

PERICOLOSAMENTE TRA LE TUE MANIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora