46. GENTILEZZA DEL CAZZO

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pov nicola:
mi sta provocando apposta perché sa bene che non so resistere alle mie tentazioni e lui è una di queste.
mangio ogni centimetro di lui con gli occhi, mi sta lanciando una sfida bella ardua ma non so se si ricorda che io non perdo mai una sfida e non sono intenzionato a perdere così.
inizio a girargli intorno e noto come il suo corpo, ogni passo che faccio, freme aspettandosi da un momento all altro un contatto.
"- sai splendore per quanto voglia sbatterti proprio in questo istante anche su questo fottuto pavimento so che mi stai sfidando a farlo, nonostante so che tu lo desideri davvero tanto-" dico io solleticandogli le scapole.
"- prima che tu possa dire che non è vero ti anticipo, lo so perché si vede e ti elencherò solo due motivi anche se ce ne sono molti altri.
il primo è che lo sento da come il tuo corpo trema desiderando che io lo tocchi, proprio in questo modo-" dico io avvicinandomi al suo orecchio e iniziando baciucchiarne il lobo.
"- il secondo è che se non volessi che io ti toccassi non mi avresti posto questa sfida, perché me l hai fatta sapendo bene che avrei potuto perdere-" dico io  accarezzandogli il collo con le dita.
sorrido nel vedere che sono riuscito a zittirlo e ciò conferma tutto ciò che ho detto.
"- ma non ti preoccupare accontenterò i tuoi desideri  stasera, ora dovremmo fare una sveltina e so che a te non piacciono questo genere di cose, tu sei esigente-" dico io sorridendogli.
"- io non sono esigente, voglio solo che le cose vengano fatte per bene-" dice lui, "- come vuoi chiamarlo te, in poche parole vuoi una scopata come quella di ieri e già ti ho detto che dovremmo aspettare stasera-" dico io.
"- ma io non ti sto dicendo nulla-" dice lui, "- ma se stai insistendo continuamente-" dico io, "- non è
ver-" prova a dire lui ma lo interrompo baciando le sue labbra che sono molto più brave a fare questo.
la mia lingua si insunua nell sua bocca naturalmente e lui la accoglie facendo piccoli gemiti, cazzo ora ho fatto un bel guaio perché staccarsi sarà ben difficile sopratutto se mi assapora così.
le mie mani si posiziona sui suoi fianchi mentre le sue sulle mie spalle, devo ammettere che mi mancava il suo sapore proibito.
"- mhmh basta era solo per placare un po le tue voglie-" dico io staccandomi a mala pena, appena mi allontano sento l adrenalina pomparmi nelle vene e controllarla mi sta facendo soffrire.
"- le hai solo aumentate così-" dice lui sbuffando, osservo il suo viso arrossato per me, è davvero bello, "- lo so ma non potevi non fare nulla ok? ora andiamo che alex ci starà aspettando per andare alla casa-" dico io.
"- dove pranziamo?-" domanda lui, sempre al cibo pensa sto ragazzino, "- prenderemo qualcosa in macchina da portare via-" dico io, so già che cosa sta per chiedermi.
"- si prendiamo il mc-" dico io prendendo le cose dalla mia scrivania, lui sorride soddisfatto ed esce dall uffico, lo guardo allontanarsi, o meglio guardo il suo sedere paffuto andare via con lui.
"- dove vai?-" mi domanda ettore, lui e michele sono seduti nella sala grande e stanno facendo ricerche su quello che gli ho chiesto.
"- sto uscendo a vedere la casa assieme ad alex e federico, non ci aspettate non si che ore faremo-" dico io, "- va bene aggiornateci-" dice sempre ettore, michele non fiata si limita solo a guardarmi dalla testa ai piedi.
esco anche dopo aver salutato giorgio e davanti la porta ci sono alex e federico in macchina così salgo con loro.
federico si è messo dietro mentre alex davanti, "- vai alex guido io-" dico aprendo la portiera, "- sicuro?-" mi domanda lui, io annuisco e facciamo scambio posto.
"- passiamo prima dal mc che il bamboccio ha fame-" dico io, "- beh in realtà anche io ne ho un po... quindi do ragione al piccolo-" dice alex usando per lui il mio soprannome.
"- cosa prendo?-" domando, "- allora prendici due panini e delle paatatine fritte, per te va bene?-" domanda alex girandosi verso di lui, "- sisi-" dice federico.
"- torno subito-" dico scendendo dall auto, fede annuisce e io allora vado a comprare le cose, mentre aspetto il mio ordine noto una chioma conosciuta.
"- oh nico anche tu qui?-" domanda atlas con accanto una delle tante ragazze del locale,
"- evidentemente-" dico seccato io.
"- sei riuscito a convincere la puttanella a fartelo succhiare? come ci sei riuscito? con me pareva che non lo avesse mai succhiato in vita sua-" ride atlas facendo ridere la ragazza al suo fianco.
"- nom chiamarlo così-" gli dico a denti stretti prendendolo dall orecchio, "- cazzo fai-" dice lui allontanandosi di scatto.
"- non ti è bastata una prima volta? vuoi la seconda con la tua troia?-" domando ad un passo dal suo lercio viso, "- non devi avere il suo nome in bocca chiaro?-" domando, forse non ha capito che con me non si scherza.
"- infatti vorrei avere altro, non me me faccio nulla solo del nome-" sorride lui maliziosamente, sento il sangue arrivarmi al cervello e le mani fremere dalla voglia di colpire quella faccia da culo che si ritrova.
non ce la faccio e gli tiro un pugno in pieno viso tanto che cade a terra, mentre cerco di recuperare il più velocemente il cibo , lui si rialza e me ne tira un altro ma riesco subito dopo ad mettero a terra.
"- credo sia l ora che tu sparisca dalla mia vista coglione-" sibilo io schiacciando il suo corpo a terra.
prendo le sacchette e con gli occhi di tutti addosso esco e vado verso la macchina, "- tieni-" dico dando la sacca a federico, non voglio mi veda così sennò inizia a farmi le sue domande del cazzo.
"- perché c e del sangue sulla busta?-" domanda lui aprendola, che cazzo, "- nico che hai fatto-" mi domanda alex facendomi voltare verso di lui.
"- nulla, andiamo alla casa-" dico partendo a tutto gas, "- nico-" mi dice da dietro federico pogiando una mano sul mio braccio, a quel contatto sento gli occhi bruciare come se stessi per piangere ma io non piango mai, figuriamoci al contatto fisico.
"- nulla, ho detto nulla ed è nulla, ora mangiate che quando arriveremo faremo una cosa veloce-" dico io, federico non parla ma si limita a mangiare ció che gli ho comprato e lo stesso fa alex.
"- vuoi un pezzo?-" mi domanda sempre federico, gentilezza del cazzo, "- si grazie-" dico io, ho bisogno di masticare qualcosa e purtroppo non ho il mio stuzzicadenti.
lui mi passa un pezzo del suo panino, "- tieni-" mi dice lui con voce dolce e gentile, chiudo gli occhi un attimo godendomi quella melodia, "- grazie-" dico io iniziando a mettere questo panino sotto i denti.

SPAZIO AUTRICE:
atlas deve morire non lo sopporto più.
spero vi piaccia❤️
io mo sto in montagna e stare qui mi ricorda troppo la primissima storia, come calamite, che ho iniziato a scrivere proprio qui😭
buona giornata e ci vediamo domani noi🫶🏼

PERICOLOSAMENTE TRA LE TUE MANIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora