4. RAGAZZINO

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pov nicola:
la luce del mattino entra dalla finestra illuminando le coperte del mio enorme letto.
questi sono gli unici motivi per cui ho fatto costruire una finestra in camera mia.
il primo è la luce del giorno che riesce non so come a donarmi tranquillità.
il secondo è per fumare senza dover uscire per forza in giardino.
mi stropiccio gli occhi cercando di afferrare il bicchiere d acqua che si trova sul mio comodino.
ne tengo sempre uno in caso mi dovessi svegliare assetato come stamattina o dovessi averne bisogno la notte.
dopo aver bevuto l acqua fresca e aver visto l ora, che segna le 10, e essermi svegliato mi alzo dal letto e subito vado a controllare che il biondino ci sia ancora.
so che non è scappato perché scappare da qui è impossibile siccome ci sono sistemi di alleme ovunque, stessa cosa pee le telecamere, ma lo stesso preferisco controllare con i miei occhi.
mi fermo davanti al lettino e mi sorprendo nel vederlo dormire così beatamente, il suo volto delicato non si è minimamente smosso dalla sera prima se non per diventare più calmo e angelico.
mi tiro indietro i capelli, che durante la notte mi si sono scompigliati inspirando e vado in bagno a lavarmi e a vestirmi.
ogni mattina devo fare il mio bagno per rilassare i muscoli e prepararmi ad una giornata stressante di lavoro, perché essere boss di una gang non è affatto facile, si rischia la vita ogni giorno anche solo uscendo a fare la spesa.
prendo con me sempre la mia pistola e un pacchetto di sigarette, senza di loro non posso superare la giornata, e lasciando ancora il biondo dormire vado dagli altri.
"- buongiorno nico-" mi salutano tutti appena mi vedono, sono seduti al tavolo della cucina a giocare a briscola.
"- giorno-" dico sedendomi vicino ad alex, "- dorme ancora?-" mi domanda sempre lui e io annuisco.
"- ha fatto storie ieri sera?-" mi domanda michele,
"- no si è messo subito a letto-" dico.
"- io non mi sarei mai addormentato se fossi stato rapito da emeriti sconosciuti-" dice alex ricevendo le approvazioni di tutti.
finito il discorso inizio a comunicare agli altri la mia idea di no dirgli nulla sul motivo del suo rapimento.
"- mi sembra un ottima idea-" dice ettore, ovvio che lo è.
oggi pomeriggio dobbiamo andare a sbrigare varie cose ma prima dovrò dare alcune regole al ragazzino perché non potrá fare come gli pare.
il suo borsone si trova ancora in salone dove michele ieri sera l ha pogiato, non so cosa ci possa essere dentro ma ovviamente dovrà farmi controllare tutto il contenuto per assicurarmi che non abbia spie e cose del genere.
quando da sopra si sente una voce, "- nicola!-" urla, è il ragazzino, cosa cazzo vuole ora.
"- cosa c è?-"urlo scocciato, "- vieni!-" urla di rinando lui, "- dai su vai-" mi dice alex, sbuffo e salgo di sopra.
"- cosa vuoi ragazzino-" dico entrando in camera e lo trovo seduto nel letto con le coperte a fargli da vestito.
"- posso avere qualcosa da mettere? nella mia borsa dovrebbero esserci una maglia bianca e dei pantaloncini-" mi dice lui.
non dico nulla e scendo di sotto a prendere ciò che mi ha chiesto, "- gli servono dei vestiti-" dico mentre cerco nel suo borsone.
li trovo e glieli prendo, "- per me poteva anche scendere così com era-" scherza alex facendo ridere ettore e michele al suo fianco.
salgo su e glieli porto, "- fa in fretta che dobbiamo parlare di sotto-" dico, lui annuisce ringraziandomi.
dopo cinque minuti scende le scale lentamente mentre si stropiccia gli occhi con le mani, noto subito come tutta l attenzione di alex ora sia su di lui.
finite le scale si presenta davanti a noi, indossa la maglia bianca che gli arriva quasi alle ginocchia e sotto suppongo i pantaloncini che gli ho portato.
"- buongiorno-" dice lui con la voce ancora impastata dal sonno, "- siediti-" gli ordino e lui subito senza aprire bocca ubbidisce.
"- allora? cosa volete?-" domanda lui sfacciatamente, "- non è opportuno che tu lo sappia-" dice ettore, lo vedo sbiancare.
"- COSA!? NON MI È OPPORTUNO SAPERLO?! SONO STATO RAPITO!-" urla lui arrabbiato.
"- non alzare i toni-" dico io serio sbattendo la mani sul tavolo facendolo sobbalzare.
"- appunto proprio perché sei stato rapito devi sottostare ai nostri ordini e fare ciò che noi ti ordineremo di fare-" dice michele.
"- mi avete rapito così a caso?-" domanda lui scettico, mi sta innervosendo con tutte queste domande.
"- forse non hai capito con chi hai a che fare ragazzino sennò non ti comporteresti così-" dico stufo, mi avvicino a lui prendendogli il viso in mano.
"- la vedi questa?-" domando mostrandogli la pistola, "- beh non ci metto nulla a sparare un colpo e farla finita quindi tu conviene fare ciò che ti diciamo di fare senza fare domande, va bene?-" domando sorridendogli.
noto che nei suoi occhi si è fatta strada la preoccupazione, bene, lui in silenzio annuisce e abbassa il capo.
"- ora ti mostro quali parti della casa ti sono accessibili e poi verrai con noi a lavoro-" dico alzandomi dalla sedia.
"- noi andiamo?-" mi domanda alex, "- sisi me la sbrigo io, mezzora e sto li-" dico guardando il ragazzino che si sta guardando le mani.
gli altri annuiscono e escono, rimaniamo solo io e lui ora.
"- nel piano di sotto puoi stare qui nella cucina e nel salone che è quello lì-" dico indicandoglielo.
"- il resto sono stanze che non ti interessano, di sopra invece la mia camera solo in mia presenza, e per il bagno ce ne è uno vicino alla camera che è per gli ospiti-" gli spiego io mostrandogli il tutto.
lui non ha mai fiatato da quando siamo rimasti solo io e lui, "- hai capito?-" gli domando e lui senza dire nulla annuisce; mi sta dando i nervi.
"- non ho scelto un muto quindi renditi utile che mi servi-" dico toccandogli la spalla per risvegliarlo dal mondo dei sogni, ma continua a non rispondermi.
"- non ti è chiaro ció che ti ho detto prima con gli altri?-" domando avvicinandomi a lui, "- vuoi che te lo faccia intendere meglio ora che siamo da soli? forse conosci solo quell altro linguaggio-" gli sussurro all orecchio sfiorandogli il collo.
"- capisco bene anche le parole-" mi dice lui non spostandosi però da vicino a me,"- menomale allora-" dico sfiorandogli la guancia per poi uscire dalla villa.
"- dovró sempre venire a lavoro con voi?-" mi domanda lui mentre saliamo in macchina, per ora è meglio che lo tengo sott occhio poi forse gli permetterò di rimanere a casa da solo.
"- per ora si e poi decido io con chi e dove stai-" gli sottolineo, non ha capito che da ora in poi deve fare ciò che gli diciamo e basta.
lui non mi dice nulla intento a guardare fuori dal finestrino, lo guardo e il mio sguardo si posa involontariamente sulla sua coscia, lasciata scoperta dalla maglia non posso fare a meno che sorridere per poi posare lo sguardo nuovamente sulla strada.

SPAZIO AUTRICE:
hey amorimiei come state? io abbastanza bene dai.
son felice che questa storia vi stia piacendo🫶🏼
spero vi piaccia anche questo nuovo capitolino, buona lettura^^

PERICOLOSAMENTE TRA LE TUE MANIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora