39. GUARDAMI TESORO

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pov nicola:
la luce del mattino si infiltra nella stanza come il canto noiossisimo e stressante degli uccellini.
mi sveglio sentendo una presenza calda sopra il mio corpo e appena apro le palpebre noto subito la testa bionda di federico sulla mia spalla.
il mio sguardo corre lungo i nostri corpi sovrapposti quando si ferma sulle mie mani, che sono pogiate sulle natiche paffute di federico.
le avvolgono completamente come se facessero parte del tessuto dei pantalonicini grigi del pigiama.
appena me ne rendo conto inizio a sentire le mani bruciare e formicolare e subito la voglia di stringerle di più aumenta sopratutto quando mi rendo conto che ogni sua parte del corpo è proprio spiaccicata su di me.
sento la mia erezione spingere contro il tessuto dei miei boxer così prima che non riesca a contenermi decido di mettere fine a questo magnifico strazio.
"- amore a meno che non vuoi che sfondi qui proprio il tuo bel culo ti conviene alzarti e scendere di sotto a fare colazione-" dico io a federico che appena mi sente parlare apre gli occhi.
"- cosa?-" balbetta lui sbadigliando, molto probabilmente non avevendo sentito cosa ho detto,
"- che se non vuoi che ti scopi qui è meglio che te ne vai perché sai in questa posizione il mio amichetto li sotto sta scoppiando-" dico.
appena lui si rende conto delle mie parole e nota anche la nostra posizione comprese le mie mani sui suoi glutei, rotola dall altro lato del letto mettendosi le mani sul viso per l imbarazzo.
"- inutile che ora ti imbarazzi ragazzino-" rido io scendendo dal letto, guardando come ha nascosto la testa nel cuscino.
"- la notte non sono cosciente-" dice lui, rido alle sue parole banali, "- certo come no farò finta di credere che non l hai fatto apposta per avere le mie mani sul tuo bel culo-" dico mettendomi la cravatta.
"- no che non l ho fatto apposta!-" esclama lui girandosi verso di me, lo guardo bene e le sue gote si sono tinte di un evidente rossastro, il suo petto si alza e si abbassa velocemente e i suoi pantaloncini grigi, che lasciano spazio a molta immaginazione, mi fanno capire che ho ragione io.
"- il tuo linguaggio del corpo dice altro belllezza e ora muoviti che dobbiamo andare a lavoro-" dico allacciandomi la camicia, "- sta zitto-" dice lui.
lo noto osservarmi e mi viene da sorridere,
"- sei abbagliato dalla bellezza?-" domando,
"- no sto cercando di capire perché hai messo prima la cravatta e poi la camicia, non ha senso-" dice lui studiandomi attentamente.
"- che scuse banali che usi per guardare i miei addominali, basta dirlo e te li mostro-" dico sorridendo avvicinandomi a lui, sbottonandomi pure la camicia per fargli avere una bella visione.
subito arrossisce comprendosi gli occhi con le mani, "- smettila immediatamente e copriti, non mi piace questo spettacolo-" mente lui.
"- oh sei sicuro? quindi se mi avvicino il tuo respiro non si farà più affannoso?-" domando avvicinandomi pericolosamente a lui.
lui chiude gli occhi e pogia una mano sui miei addominali per tenermi a distaza da lui, "- nico perfavore-" dice lui.
appena sento uscire dalla sua bocca quelle 4 lettere so di aver centrato a pieno il mio obiettivo,
"- guardami su tesoro-" dico sorridente e finalmente i suoi occhi senza contegno iniziano a vagare per il mio busto.
"- sai fede te lo dissi dal primo giorno che con me si perde sempre e tu hai perso un altra volta-" dico facendo sfiorare i nostri nasi.
mi alzo, riallaccio i bottoncini della camicia, lego meglio la cravatta e scendo di sotto dagli altri, cosa che dopo una decina di minuti fa anche federico.
stiamo lavorando tranquillamente da stamattina, alla pausa pranzo federico ha pranzato con giorgio ma ora è tornato qui ad aiutarmi.
ormai sono le sei e mentre lui sistema le carte in varii scaffali mi arriva una telefonata, "- pronto?-" domando spostando lo stuzzicadente dal lato destro della bocca a quello sinistro.
"- sono atals, dobbiamo parlare-" dice la voce del bastardo, "- che cazzo vuoi, noi due non abbiamo nulla da dirci-" dico, "- invece si bello-" mi dice atlas.
"- forse non hai capito il concetto? devo proprio andarci pesante con tua sorella per fartelo capire?-" domando alzandomi dalla sedia; ho bisogno di camminare in torno quando sono incazzato o nervoso.
"- non mi è piaciuto il vostro giochetto con il quale vi siete ripresi le armi-" mi dice lui, cazzo sa de piano idiota di michele ma come non scoprirlo per quanto è stupido.
"- io non metto di mezzo il tuo ragazzino ma tu non devi metterlo in mezzo per fare comodo a te sennò inizio anche io a giocare sporco e lo sai-" mi dice lui.
"- non è stata un idea mia, non volevo-" ammetto io, "- non me lo far ripetere due volte sennò il tuo bellissimo fiorellino fa la fine del tuo amato fratellino lollo-" dice lui prendendomi in giro.
prima che possa urlargli qualsiasi cosa chiude la telefonata, buffo e nervosamente sbatto il telefono sulla scirvania.
mi tiro fuori una sigaretta e inizio a fumare non curandomi della presenza de biondo, che però questa volta non sembra avere nulla contro.
devo trovare qualcosa per minacciarlo e sopratutto un piano per farlo fuori, si è fatto tardi e non mi sono manco accorto che gli altri se ne sono andati.
guardo l orologio che segna le undici, in queste ore ho fatto alcune ricerche e forse ho trovato qualche nuova informazione.
mi volto verso il divanetto e trovo federico sdraiato su di esso mentre scarabocchia qualcosa su un pezzo di carta, "-scusa-" dico io rendendomi conto di averlo ignorato praticamente tutto il giorno.
"- tranquillo, da quando poi ti scusi?-" mi domanda divertito facendomi sorridere, "- infatti mi rimangio le scuse-" dico sedendomi accanto a lui, "- era atlas prima al telefono vero?-" mi domanda lui.
"- sì -" dico fissandolo mentre faccio gli utlimi tiri, mi stupisce come sappia sempre tutto.
sono stanco e stressato, "- posso provare?-" mi domanda lui mettendosi a sedere, "- vuoi fumare? sei per caso impazzito?-" domando divertito.
federico che odia il fumo ora vuole fumare una sigaretta?
"- si-" dice lui, "- tieni-" dico ancora incredulo, lui pogia le sue dolci labbra su di essa e fa un tiro, ovviamente non essendo abituato tossisce appena butta fuori il fumo.
"- che schifo, come fai?-" mi domanda con una faccia schifata che mi fa scoppiare a ridere, "- non fumo perché mi piace ma perché mi calma-" dico io.
"- perché non trovi altro che ti possa calmare? questo fa veramente schifo-" dice sorridendo guardando la sigaretta che tengo tra le dita.
"- tipo?-" domando avvicinadomi a lui, sento
l attrazione dei nostri corpi salire, "- boh non lo so-" dice lui timidamente ma so bene che in verità lo sa e non vuole dirmelo.
"- dai-" dico buttando fuori il fumo ad un passo dal suo viso, "- metti via sta cosa-" dice lui strappandomela dalla bocca per poi spegnerla sotto la scarpa.
"- spero tu abbia un buon motivo per avermi spento la sigaretta e sopratutto spero che tu abbia una bella alternativa sennò sei finito-" dico io, lui mi fissa senza proferire parola.
"- non mi piace che ti calmi fumando ste schifezze-" mi dice lui serio guardando la sigaretta spenta a terra, "- sai ragazzino se io non mi calmo divento ingestibile quindi "queste schifezze" come le chiami tu mi salvano la vita e sopratutto salvano voi-" dico.
"- perché ti identifichi come il cattivo ogni volta?-" mi domanda lui, "- non sei un animale, perché parli così di te?-" mi domanda lui.
"- perché mi conosco ragazzino-" dico io, sono instabile ora, nessuno mai ha toccato questo argomento con me, tranne lollo e ciò mi sta smuovendo sentimenti che non provavo da anni.
"- non ti conosci allora, perché ti tratti da bestia selvaggia e invece non lo sei-" mi dice lui, vederlo così sicuro mi spaventa; vede davvero tutta questa bontà in me?
"- non ho bisogno di uno psicologo-" dico bruscamente io, non voglio aprirmi con qualcuno sopratutto con lui che so che potrebbe spogliarmi con una sola occhiata, "- ecco che ti rifugi nel tuo essere stronzo appena qualcuno prova a capirti-" dice lui.
"- si e allora? non voglio che nessuno mi capisca, tantomeno te-" dico ad un centimetro dal suo viso,
"- non capisco perch-" non lo faccio finire in tempo che interrompo la conversazione baciandolo.
lui all inizio è sorpreso ma poi asseconda il bacio come se lo stesse aspettando da un po, lo prendo dalle cosce e lo porto sulle mi gambe.
nessuno dei due riesce a fermarsi e lo sento da come lui freme su di me e da come io non riesco a staccarmi dalle sue labbra.
"- fede se non la smettiamo ora poi non potremmo più-" dico io staccandomi di poco dal suo volto,
"- come stai?-" mi domanda lui dal nulla; non lo capisco proprio sto bamboccio.
"- bene?-" domando non capendo, lo vedo sorridere mentre io invece continuo a non capire, "- ti sei calmato senza bisogno di quella schifezza-" dice felice lui; che scemo.
"- vedi che non sono necessarie?-" mi domanda lui mettendomi le mani sulle spalle, "- e cosa mi serve per calmarmi?-" domando pendendo dalle sue labbra succose, lui mi risponde senza lasciarmi dubbi; mi bacia.

SPAZIO AUTRICE:
eieieie ragazzuoli come state?? spero tutto bene🫶🏼
ecco a voi il vostro meritato capitolino giornaliero, spero vi piaccia❤️
buon ferragosto a tutti!

PERICOLOSAMENTE TRA LE TUE MANIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora