9. STRONZO?

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pov nicola:
quel figlio di puttana mi ha colpito prima all occhio con un pugno e poi al braccio con un coltellino.
sono riuscito a infliggergli di peggio ma anche la mia situazione non è delle migliori.
"- nico stai bene?-" mi domanda michele affiancandomi, in queste situazioni odio le domande stupide e miki me ne ha appena fatta una.
"- secondo te sto bene?-" domando acido, lui capisce la situazione e non mi dice nulla, si limita solo a chiudere la porta della sala riunioni.
nel frattempo li ho trovato un panno e me lo sono avvolto al braccio sperando di fermare un po il sangue.
ci dirigiamo nell ufficio di giorgio, dove lui e il ragazzino ci stanno aspettanfo da ore.
quando apro la porta sento gli occhi del biondo calamitarsi su di me e studiarmi spaventato.
guarda prima il mio volto, si sofferma sull occhio gonfio e sul labbra spaccato e poi sul braccio che mi accorgo stare gocciolando a terra.
"- voi andate, io vi raggiungo-" dico digrignando i denti per il dolore lancinante, tutti annuiscono e escono dalla stanza ma federico non si muove.
"- federico viene con noi?-" mi domanda michele guardandolo e solo ora i nostri occhi si incontrano.
lo scruto, non lo lascerò andare da solo con loro, potrebbe accadergli di tutto e poi forse non hanno capito che l ho rapito per me.
"- no-" dico secco io, i miei amici non dicono nulla e escono, compreso giorgio lasciandoci soli.
provo a camminare verso il mio ufficio ma nin ce la faccio e mi blocco per poi accasciarmi sullo stipite della porta, facendolo sussultare.
lo sento alzarsi e a mia sorpresa corre qui da me per darmi una mano, "- aspetta-" mi dice sfiorando la mia pelle calda e sudata.
lo guardo fulminandolo con lo sguardo, "- cosa stai facendo?-" gli domando scettico, "- ti sto aiutando? mi pare ovvio-" dice lui cercando di sorreggere il mio peso e passare sotto il mio braccio sinistro per farmi poggiare a lui.
"- non ho bisogno del tuo aiuto superfluo-" gli dico scansandolo ma la mia mano si ritrae dal dolore non riuscendolo più a spostare.
"- smettila di fare lo stronzo e lasciati aiutare per una volta-" dice lui istintivamente senza pensare alle parole che ha utilizzato credo che se ne sia reso conto dal sorrisetto che mi è spuntato sul viso.
"stronzo?" dal primo giorno che l ho visto ho capito che è un ragazzino testardo e combattivo e devo ammetere che mi piace.
mi piace essere sfidato e non solo accontentato in tutto perché così l atmosfera è più intrigante e non
c è rischio che possa annoiarmi.
decido di non controbattere, sia per il dolore sia perché ho intenzione di fargliela pagare dopo in un altro modo.
la mia ferita sta sanguinando troppo, queste garze non bastano più, "- hai qualcosa sul momento?stai perdendo troppo sangue-" mi dice.
"- sono un cazzo di mago per caso che faccio apparire le cose?-" gli sputo acido, ha detto una cosa alquanto stupida come michele prima, se avessi avuto qualcosa a portata di mano lo avrei usato no?
quando dal nulla si leva la maglia bianca che indossava e la avvolgo attorno al mio braccio.
ora i miei occhi sono sul suo corpo seminudo, osservo attentamente la sua pelle come se per quei secondi il dolore fosse sparito.
studio la sua corporatura, non gracile ma sicuramente più minuta della mia.
la pelle chiara risalta le sue iridi blu oltre mare facendolo schiantare nelle mie come vere e proprie onde.
mi lascio così portare fino all ufficio da lui, appena entriamo cerca di adagiarmi delicatamente sul mio divanetto bordò della stanza e appena mi stendo emetto un gemito di dolore siccome il mio braccia ha sbattuto sul bracciolo.
la benda è completamente impregnata di sangue e così  inizia a frugare fra le mie cose per cercare qualcosa con cui medicarmi.
"- razza di ragazzino non frugare fra le mie cose-" gli sibilo girandomi di poco verso di lui nonostante il braccio malconcio,"- razza di idiota ti sto solo aiutando-" dice trovando finalmente in un cassetto ciò che cercava; disinfettante e garze.
si sta approfittando del mio stato per insultarmi e sfogarsi ma non sa che appena metteremo piede in camera sarà la fine per lui.
i suoi insulti mi animano, mi divertono e mi fanno sentire vivo, è come se la fiamma del mio inferno ogni volta che mi manca di rispetto si accenda facendomi resuscitare.
va, incurante della situazione, verso il mio mini frigo e prende da dentro del ghiaccio per l occhio colpito, fa tutto ciò sotto il mio sguardo attento.
si riavvicino a me cautamente come se fossi un animale feroce pronto a sbranarlo in qualsiasi momento, ed ha ragione ad aver paura.
vorrei sbranarlo proprio qui in questo momento ma ciò che mi sta fermando è il mio braccio che ha iniziato a pulzarmi.
si mette in ginocchio per arrivare alla miA altezza, e ciò mi sta facendo immaginare scenari molto volgari, adagia poi il ghiaccio avvolto nella federa del divano per non metterlo a stretto contatto con il livido.
inizia a guardare il braccio cercando di capire da dove iniziare, inizia a sciogliere così le bende cercando di fare piano non riuscendoci, "- cazzo-" impreco buttando la testa all indietro dal dolore.
"- scusa-" sussurra lui sentendosi in colpa, sorrido, vederlo dispiaciuto per me mi ha fatto vibrare il corpo, "- fa in fretta visto che hai iniziato-" gli dico con un tono un po di rimprovero.
cerca di essere veloce ma delicato e riesco a levarmi le bende ormai inutili.
lo vedo rabbrividire come se la ferita fosse grave ma non sa che ho avuto molto di peggio come un proiettile di pistola nella schiena.
"- farà male-" mi avverte impregnando una garza di disinfettante, non dico nulla ma continuo a guardare la sua maglia macchiata di sangue a terra.
questo gesto è stato così troppo spontaneo che mi ha fatto paura, paura delle sue intenzioni.
appena pogia la garza sulla ferita sobbalzo dal dolore  e inizio a imprecare sentendo il liquido bruciare nella ferita.
lo guardo per tutto il tempo cercando di capire il motivo per cui lo stia facendo, ora come ora potrebbe scappare visto che io non avrei le forze necessarie per reagire ma ora è qui a medicarmi come se non l avessi rapito e come se i suoi istinti vendicativi non esistessero più.
la ferita sta diventando bianca e ciò vuol dire che il disinfettante sta facendo il suo lavoro e glielo faccio capire anche la mia faccia che però si rilassa appena inizia a stringere il suo braccio per il dolore.
la mia mano avvolge perfettamente il braccio e non oso immaginare come potrei afferargli i polsi, potrei prenderli anche entrambi e stringerli nella mia presa è così nella mia mente si fanno strada pensieri poco carini e dolci.
la mia salda presa lo stringe sempre di più mentre il mio pensiero naviga in scenari focosi come lui disteso sotto di me mentre io sottometto a me non la mia forza.
lui mi lascia fare senza provare a liberarsi e ciò mi fa pensare che possa piacergli e quindi al posto di cessare gli scenari aumentano intensificando il contenuto.
dopo avermi disinfettato cerca di fasciarmiper bene così da trattenere il sangue e di bloccarlo siccome ne hogià perso troppo.
avvolge il braccio nelle borbide fasce di cotone per poi mettermelo anche al collo facendo con le rimanenti un legaccio da attaccare al collo.
in tutto questo tempo oltre a qualche imprecazione non ho fiatato ma lo ho solamente osservato mentre con gesti innoqui mi dava tutto ciò che mi serviva per fantasticare su di lui.
"- ho finito-" dice alzandosi da terra per riporre poi le cose che ha utilizzato quando mi arriva una chiamata dai miei socii.
"- oh ma dove state?-" mi domanda ettore, "- ragazzi io rimango qui per la notte, la ferita è stata medicata ma non me la sento di guidare fino a casa, venite presto domani-" dico per poi mettere giù il telefono.
lui sembra aver capito cosa comporta rimanere qui, io e lui soli senza nessuno che possa disturbarci e nei suoi occhi scorgo un pizzico di timore.
arriviamo con l ascensore a due piani sotto gli uffici dove si trovano dei dormitori che vengono usati in caso di emergenza.
entriamo in una stanza e mi chiudo la porta alle nostre spalle, lo guardo mentre osseva la camera oer studiarla al meglio ma so a cosa sta pensando; al letto.
stanco, provo a levarmi i pantaloni per stare più comodo ma non riesco così lui di sua spontanea volontà si avvicina per aiutarmi, me li tira giù e me li levada sotto i piedi, sorrido incapce di ci tenere le immagini che affollano la mia testa.
"- almeno a levare gli indumenti sei bravo,
d altronde era il tuo lavoro-" dico alludendo al suo lavoro, era bravo quella sera.
decide a malincuore di non fare battutine anche se so che in mente ce ne ha a bizzeffe ma si limita a sbuffare.
da un lato sono stato fortunato sennò non sarei più stato in grado di non esternare i miei pensieri sconci.
"- dove dormo-" domanda lui vedendo che mi sono già accomodato nel letto, "- qui, mica ti uccido, almeno non per oggi-"  ridacchio compiaciuto.
lui zitto si sdraia accanto a me facendo sfiorare le nostre cambe, la mia pelle sfiora il tessuto morbido della sua pelle.
sento il bisogno di ricreare le immagine che avevano preso vita nella mia testa, magari non completamente ma averlo così vicino giova a mio favore.
mi avvicino a lui e appena i nostri corpi si scontrano sento il suo respiro farsi pesante.
"- sono stronzo e idiota dunque?-" domando mentre con il dito percorro la sua spina dorsale, "- potevi dirlo davanti a tutti a pranzo-" dico questa volta avvicinandomi al suo collo.
lui non risponde ma percepisco che non è indifferente dalle scariche elettriche che emette il suo corpo.
"- pensavi te l avrei fatta passare liscia?-" domando ribaltando la situazione intrappolando finalmente i suoi stretti polsi; sono come mi immaginavo, stretti e così piccoli da entrarmi entrambi in una sola mano.
riesco a intravedere, grazie al chiarore della luna, che federico mi sta osservando e nel silenzio della notte sento i suoi battiti che sono accelerati da quando si trova sotto di me.
"- dimmelo in faccia ora se hai il corraggio-" dico ad un centimetro dal suo viso, non risponde, ho vinto, sto per tirarmi su quando dalla sua bocca ottengo ciò che ho chiesto.

SPAZIO AUTRICE:
la situazione inizia a farsi interessante;)
buona lettura<3

PERICOLOSAMENTE TRA LE TUE MANIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora