capitolo 34

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Erani passati sei mesi da quando Dabi aveva recuperato Subaru da Hawks. Sei mesi da quando erano tornati insieme. E da allora non l'aveva più lasciata per un secondo, nemmeno per le missioni che doveva svolgere in solitaria. Aveva paura che lasciandola sola l'avrebbe persa di nuovo.
Nonostante gli altri membri dell'Unione lo prendessero in giro per questo, dandogli del paranoico o del geloso possessivo, Dabi se ne frego' visto che a Subaru faceva piacere averlo intorno. Non lo diceva apertamente ma ne era entusiasta, soprattutto perché poteva tenerlo d'occhio. Sebbene le avesse promesso di non andare più con altre ragazze, Subaru non si fidava e gli stava sempre appiccicata.
Quel giorno aveva accompagnato la sua donna a svolgere un lavoretto per Ri-destro, un nuovo alleato di Shigaraki, e la aspettò pazientemente in un vecchio deposito. Anche se a Subaru faceva piacere essere accompagnata da lui, voleva svolgere il suo lavoro da sola. Non voleva mostrargli quel nuovo lato di sé, quasi avesse paura di spaventarlo.
"Come se bastasse così poco..." pensò divertito Dabi. Più che spaventato, ne sarebbe stato orgoglioso.
E probabilmente anche eccitato.
Prese il telefono dalla tasca, osservando l'orario. Erano le quindici e venti.
-È già passata mezz'ora...- mormorò il ragazzo, iniziando a preoccuparsi. Di solito Subaru finiva in poco tempo le sue mansioni e il posto non era molto distante da lì. Che fosse successo qualcosa?
"Stai calmo... non è successo niente..." cercò di convincersi "se fra dieci minuti non torna, allora potrai andare a vedere se ha bisogno di aiuto".
Girò a vuoto nel deposito come un animale in gabbia, preoccupandosi sempre di più. Non era da lui preoccuparsi in quel modo, di solito riusciva a restare lucido e razionale. Ma quando si trattava di Subaru andava tutto nelle ortiche.
-Io vado da lei- esclamò spazientito dopo nemmeno cinque minuti, voltandosi per uscire quando la vide entrare.
-Era o..- stava per dirle spazientito quando vide che qualcosa non andava. E non era solo per il fatto che fosse entrata dalla porta, ma per le ferite lievi che aveva sul corpo e da come zoppicava.
-Che ti è successo?- esclamò spaventato Dabi, correndo verso di lei.
-Non... non è niente...- minimizzo' lei con un sorriso tirato -va tutto bene-
-Va tutto bene un cazzo!- esclamò Dabi, notando con orrore che anche il suo costume non ne era uscito indenne. Era strappato soprattutto sui fianchi.
-Non è niente, davvero- cercò di rassicurarlo Subaru, prendendogli il viso fra le mani -c'erano più persone di quanto mi aspettassi e alcune di loro avevano dei quirk un po' più forti del mio. Ma ci sono riuscita comunque, nessun superstite- esclamò orgogliosa.
Dabi l'abbraccio, stringendola forte a sé -non voglio che fai queste missioni da sola. Se vedi che si sta mettendo male, voglio che mi chiami subito!-
Subaru fece per rispondergli, forse per dirgli che non voleva coinvolgerlo. Ma si limitò a dirgli -ok-
Dabi la baciò, cercando di eliminare quella sensazione spaventosa che poco fa lo aveva dominato. Non era abituato a sentirsi spaventato, ma da quando Subaru era rientrata nella sua vita e aveva iniziato ad affrontare dei nemici sempre più potenti, si era ritrovato a provarla sempre più spesso.
Ormai viveva con la costante paura di perderla.
-Torniamo dagli altri- le sussurrò senza staccare la bocca dalla sua -hai bisogno di medicare quelle ferite prima che facciano infezione. E devi riposare un po'-
-Va bene, papa'- esclamò ridendo Subaru, facendogli provare uno strano brivido. Negli ultimi giorni tendeva a essere troppo protettivo con lei e Subaru, di tutta risposta, aveva iniziato a chiamarlo così, facendo nascere in lui un desiderio nuovo.
Qualcosa che non avrebbe mai creduto possibile, soprattutto dopo quello che aveva vissuto da bambino.
Il desiderio di avere un figlio con lei.

-Ahi!- piagnucolo' Subaru mentre Toga l'aiuto' a disinfettare le ferite, sedute sul divano.
-stai ferma, sennò ti farà più male!-
-Ma brucia!- si lamentò Subaru.
Dabi guardò le ragazze battibeccare giocosamente, ripensando allo spavento che aveva provato poco prima. Se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
-Per fortuna è andata bene- esclamò Mister Compress mettendosi seduto accanto a Dabi -ho sentito dire che ha beccato degli ossi duri-
Dabi s'incupi' -le ho fatto promettere che se dovesse succedere di nuovo mi deve chiamare, ma nutro seri dubbi che mi dia retta-
Mister Compress trattenne una risata -e' come te. Testarda e ostinata-
-Grazie tante- rispose Dabi in tono sarcastico.
-Dovresti essere più rilassato- gli consigliò Mister Compress -so che sei rimasto sconvolto all'idea di perderla, e che quei tre mesi sono stati infernali per te. Ma inizia a respirare anziché vivere col terrore che se ne vada di nuovo. Lei resterà sempre al tuo fianco, ti ama-
-Lo so- mormorò Dabi, tornando a guardare Subaru. Sapeva che Mister Compress aveva ragione, che Subaru non se ne sarebbe andata di nuovo, eppure non gli bastava. Era come se avesse bisogno di certezze.
Per un momento gli sembrò di essere tornato bambino, quando cercava costantemente l'attenzione e l'approvazione di suo padre. Ma la situazione era diversa, Subaru stava facendo di tutto per rassicurarlo.
"Ma non mi basta. È come se volessi di più"
E poi gli venne in mente la soluzione. Era così ovvia e allo stesso tempo improvvisa. Sarebbe stato un grandissimo passo in avanti ma avrebbe avuto la certezza che Subaru sarebbe stata sua per sempre.
-Mister, ho bisogno che mi accompagni in un posto- disse all'improvviso Dabi, prendendo di sorpresa Mister Compress -sei l'unico dotato di buon gusto qui dentro, a parte Subaru. Mi serve che mi aiuti a scegliere una cosa-

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