capitolo 38

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Quella notte Dabi la passò in ospedale. Non esisteva che Subaru e i bambini restassero da soli in quel posto.
Kurogiri restò con lui, pronto a creare un gate e sparire temporaneamente in caso sentivano le infermiere venire per controllare Subaru, tornando dieci minuti dopo.
Non la lasciò sola per un attimo, tenendole dolcemente la mano e pregando che si svegliasse. Avrebbe voluto andare anche dai suoi figli ma quello era impensabile; le infermiere erano lì fisse, monitorando costantemente tutti i piccoli della terapia intensiva neonatale. Sbuffo' quando vide l'impossibilità di andarli a vedere, sapendo tuttavia la grandissima probabilità che andava a finire in quel modo. Li vi erano tanti bambini che lottavano per la vita.
"Per fortuna non è il caso dei miei figli...".
Verso le cinque del mattino Subaru riapri' gli occhi, guardandosi intorno confusa e puntando i suoi occhioni grigi su di lui.
-To...ya...- mormorò flebile.
-Sono qui- le sussuro' avvicinandosi subito a lei, prendendole il viso fra le mani -sono qui, amore mio. Come ti senti?-
-Dolorante...- rispose lei accarezzando le mani di Dabi -i bambini...-
-Stanno bene- le rispose subito, anticipando la domanda -li hanno messi in terapia intensiva neonatale per monitorarli visto che sono prematuri, ma se non hanno problemi li potremo portare a casa in breve tempo-
Lo sguardo di Subaru si illuminò, lieta che i bimbi stiano bene.
-Sono bellissimi- aggiunse Dabi -oggi me li hanno fatto vedere. Ho fatto loro una foto, guarda- ed estrasse dalla tasca il cellulare, cercando la foto dei bambini, e glielo porse.
Subaru sgrano' gli occhi mentre si velarono di lacrime -ommiodio... sono veramente belli...- si coprì la bocca con la mano -loro...loro sono davvero...-
-Nostri- concluse Dabi, annuendo. Capiva bene come si stava sentendo Subaru, ancora incredula di aver generato quelle due vite. Lui provava le stesse cose nonostante li avesse visti già diverse ore prima. Non riusciva ancora a capacitarsi di quel piccolo miracolo chiamato vita.
Dabi la prese per mano -mi hai spaventato, lo sai?-
-Mi dispiace- gli sorrise lei, addolcendo lo sguardo -anche gli altri sono andati nel panico. Hawks è stato l'unico ad aver mantenuto il sangue freddo in quel momento...-
-Non ricordarmelo- borbotto' Dabi incupendosi -avrei dovuto essere lì con te...-
-Non fa niente- tentò di rassicurarlo Subaru -non sarebbe cambiato nulla... ti saresti spaventato di più-
-Ma sono tuo marito!- esclamò Dabi cercando di non urlare -dovevo tenerti tranquilla, e invece ti ho urlato addosso delle cose terribili mentre tu cercavi di pensare ai gemelli-
Il ragazzo s'interruppe quando si senti' il viso bagnato. Si toccò uno zigomo, trovandolo sporco di sangue. Dalle pezze di pelle viola sotto gli occhi colava del sangue.
Era il suo modo di piangere.
-Non è colpa tua- mormorò Subaru cercando di asciugargli il sangue dal viso -è anche colpa mia. Te l'ho tenuto nascosto con la paura di come avresti potuto reagire. Avrei dovuto parlartene prima e decidere insieme-
Dabi si appoggiò alla mano di Subaru -quindi...accetterai?-
-Devo farlo- mormorò lei senza smettere di accarezzarlo -è l'unico modo per tutelare la nostra famiglia. Ma non limiterò l'accordo solo su di noi, dovranno tutelare l'intero pacchetto-
Dabi capi' al volo -pensi che accetteranno?-
La ragazza si schiuse in un sorriso diabolico -credo proprio di sì. Hawks mi ha detto chiaramente quanto sono interessati ad avermi dalla loro parte. L'idea di avere fra le loro mani l'imprendibile Angelo Della Morte li eccita da morire- fece una breve pausa -certo, mi dispiace dover cambiare di nuovo nome e costume. Ma se serve a tutelare tutti voi, allora è un piccolo prezzo che pagherò volentieri-
Dabi si sporse per baciarla -non riesco a capire cosa ho fatto per meritarti-
Subaru ricambio' il bacio, ridacchiando -mi hai spinto in terra la prima volta che ci siamo visti-

Quando le infermiere trovarono Subaru sveglia, le fecero subito tutti i controlli del caso. Ovviamente Dabi era scappato via poco prima che arrivassero.
Sembrò essere tutto a posto. Non ci fu nessuna complicazione per il momento. Se avesse continuato così, avrebbero cercato di rimetterla in piedi nei tre giorni successivi e trasferita in ginecologia per riprendersi dal cesareo.
Dabi le fu sempre accanto, snocciolando vari nomi insieme a lei.
-E se lo chiamassimo Natsume?- propose Subaru mentre sceglievano il nome per il maschietto -in onore a tuo fratello Natsu. In fondo sei stato tu a dirmi quanto eri legato a lui-
Gli occhi di Dabi brillarono -Natsume. Mi piace parecchio! E per la bambina? Hai già in mente qualcosa?-
Subaru tornò a essere pensierosa -per il momento no. Tu?-
-Beh...- fece Dabi titubante -pensavo Sumire-
-Sumire?- chiese Subaru sospettosa -e da dove lo avresti preso?-
Dabi intuì il pericolo, la sua voce suonò come lo schiocco di una trappola per topi. Però rispose -era il nome della mia amica d'infanzia. L'unica che ho avuto-
Gli occhi di Subaru si ridussero in due fessure -questa è la prima volta che ne sento parlare...e dimmi, c'era qualcosa fra di voi?-
Dabi scoppiò a ridere, divertito dalla gelosia di sua moglie -stava nascendo, ma non ha avuto modo di svilupparsi come doveva per colpa di quell'incendio...-
-Non chiamerò mia figlia come la tua prima cotta- sentenzio' Subaru nervosa -per cui toglietelo dalla testa. E se ci sono state altre cotte, sei pregato di farmelo sapere-
-Ci siete state solo voi due, amore mio- continuò a ridere Dabi, avvicinandosi a Subaru per baciarla, ma lei lo scanso' mormorando -una di troppo-
Alla fine decisero di chiamare la bambina Noelle.
Il giorno dopo le infermiere portarono i gemelli in camera di Subaru per farglieli vedere. Erano perfettamente in salute e fuori pericolo.
-Quando verrà trasferita, potrà stare in camera con loro- concluse l'infermiera, porgendole i bambini.
Sia Dabi che Subaru li presero in braccio, ammirando i loro visini paffuttelli e studiando le loro manine così piccole mentre afferavano le dita dei genitori. Quando aprirono gli occhi, i due constatarono che i gemelli avevano gli stessi occhi del padre.
Sembravano aver preso quasi tutto da lui.
-Sono bellissimi- mormorò Subaru guardandoli estasiata mentre Natsume si accocolava fra le sue braccia.
-Già- concordo' Dabi mentre teneva in braccio Noelle. Guardò la sua piccola principessa, affogando nell'azzurro cristallino dei suoi occhi. Non aveva mai visto niente di più bello e perfetto, ma fragile nello stesso momento. Avrebbe ucciso con le sue mani chiunque si fosse avvicinato a lei.
Dabi alzò lo sguardo, guardando Subaru che stava ammirando Natsume. Si senti' felice come non mai, come se le cose stessero andando nel verso giusto. Avrebbe fatto l'impossibile per proteggere tutti e tre.
Pochi giorni dopo, Subaru venne trasferita in ginecologia dove l'avrebbero tenuta in osservazione per qualche giorno prima di poterla dimettere. Le fu permesso di tenere i bambini in camera con sé, liberi finalmente dalle incubatrici. Anche se prematuri, nati intorno alla trentaseiesima settimana, erano in grado di respirare da soli e potevano stare senza macchine. Per Dabi e Subaru fu un vero sollievo.
Essere stata trasferita in Ginecologia conferì a Subaru più libertà, tipo ricevere visite di qualunque tipo senza filtri. L'intera Unione dei Villain si presentò nella sua camera, pronti a conoscere i due nuovi arrivati. Vennero addirittura molti alleati dell'Unione a trovarla, portando peluche e palloncini per i bambini. Vedere tutti quei capi di organizzazioni criminali rispettare Subaru in quel modo fece inorgogliosire Dabi. Era come se reputassero lei come loro capo e non Shigaraki.
Anche Hawks era spesso presente lì, riempendo di regalini i bambini. Quando prese in braccio Noelle, Dabi dovette trattenersi parecchio nel non arrostire definitivamente Hawks. Però fu d'accordo con Subaru quando lei gli propose di essere il padrino dei gemelli. In fin dei conti era merito suo se Subaru e i bambini erano vivi e che potevano avere un futuro tranquillo.
Infatti, pochi giorni dopo, insieme a Hawks si presentò la Presidente della commissione per la sicurezza pubblica, una donna sulla cinquantina dai corti capelli argentati e l'espressione severa.
-Sono lieta di vedere che stai bene- esclamò lei sorridendo appena a Subaru -e che i piccoli siano in forma- aggiunse rivolgendo uno sguardo ai bambini in braccio ai genitori.
-Lei è il capo di Hawks, giusto?- chiese Subaru cauta.
La donna annuì -ho sentito molto parlare di te. Sia da Hawks che in giro-
-Lo immagino- borbotto' Dabi sarcastico, cercando di concentrarsi su Noelle.
La Presidente lo ignoro'.
-Hawks mi ha detto che mi volete ingaggiare come Vigilante- disse Subaru tenendo Natsume in braccio.
Vigilante... ovvero un eroe scelto dallo Stato per lavorare nell'ombra e proteggere la società. Erano in pochi a ricevere quell'incarico. Solo i più forti e i più subdoli potevano ricoprire un lavoro del genere.
Dabi non fu sorpreso che lo Stato fosse interessato a Subaru. Aveva un quirk terribilmente potente e quando era diventata Dark Angel era implacabile. Nemmeno gli eroi erano riusciti a fermarla, iniziando ad ammirarla di nascosto.
-Esatto- annuì la Presidente -e ti ha già detto quello che offriamo, vero?-
-Si- annuì Subaru -e a tal proposito, vorrei fare una richiesta-
-Dimmi pure-
-Voglio che tutelate anche gli altri membri dell'Unione dei Villain, non solo mio marito e i miei figli. Anche loro fanno parte della mia famiglia e vorrei che fossero liberi di svolgere i loro affari senza avere gli eroi che gli stanno addosso- esclamò decisa Subaru.
Dabi la guardò orgoglioso, fiero della sua compagna.
Hawks la guardò a bocca aperta, alternando lo sguardo dalla sua ex alla Presidente.
Quest'ultima guardò impassibile Subaru -è il prezzo da pagare per usufruire dei tuoi servigi?-
-E per la mia fedeltà- aggiunse Subaru -ma se dovesse capitare loro qualcosa, il patto salta-
La Presidente si aprì in un piccolo sorriso -e così sia. Finché non saranno un pericolo per la società, li tuteleremo e puliremo la loro fedina-
-A loro basta non essere braccati dagli eroi- la corresse Dabi.
La Presidente lo guardò per un secondo, poi tornò su Subaru -inizierai quando i tuoi figli raggiungeranno i tre anni d'età. Ti forniremo sia un nome nuovo che il costume-
-Tutto chiaro- annuì Subaru.
La donna sorrise -goditi i tuoi bimbi finché sono piccoli. Crescono molto in fretta- e se ne andò.
Hawks lanciò uno sguardo a Subaru -devo andare. Appena smonto dal lavoro vengo a trovarvi- e scappò via anche lui.
Subaru emise un sospiro, rilassando la schiena -oddio. Temevo che rifiutasse-
-Ma come?- la prese in giro Dabi, provocandola come al suo solito -eri così tanto sicura...-
Subaru gli scocco' un'occhiataccia -dovevo essere sicura. In questo ambiente non posso mostrarmi diversamente-
Dabi studiò l'espressione di Subaru, notando come in quei pochi anni fosse cresciuta. Non era più la ragazza timida e impacciata di cui si era innamorato ma era diventata una donna sicura di sé, pronta a tutto per proteggere le persone a lei care.
Senti' qualcosa di caldo partire dal cuore, irradiandosi per tutto il corpo. Non pensava che avrebbe amato Subaru più di così, eppure era quello che stava accadendo.
Si sedette accanto a lei, appoggiando un braccio sulle sue spalle e attirandola a sé.
-Sono fortunato ad averti- le sussurrò dandole un bacio sulla fronte -anzi, ad avervi-
Subaru si voltò verso di lui, baciandolo sulle labbra -anch'io-
Appoggiò la testa sulla sua, godendosi la vista dei loro figli. Natsume si tese verso Noelle, cercando di prenderle la manina. Quel gesto lo riempì d'affetto e d'amore verso di loro, ripromettendosi nuovamente di proteggerli. Non sapeva che quirk avessero ereditato, e sperò con tutto sé stesso che non fossero le Blue Hell Flame. Ma se le avessero ereditate, non li avrebbe abbandonati.
Non avrebbe fatto gli errori di suo padre.
Li avrebbe incoraggiati, insegnando loro a gestire le fiamme senza farsi del male.
Come se capisse quello che gli passò per la mente, Subaru lo prese per mano.
-Non preoccuparti- gli sussurrò dolcemente -ci penseremo a tempo debito. Insieme-
Dabi annuì, guardando negli occhi sua moglie. Ne avevano passate tante insieme, contribuendo a far crescere il loro amore.
Ricordò con un tremito quando era convinto di averla persa, temendo che non sarebbe più tornata da lui.
Tutto quello che stava vivendo adesso gli sembrò un miracolo.
Una rivalsa per la sua vecchia vita.
Subaru aveva ragione, ora come ora doveva pensare ai bambini, goderseli finché erano piccoli e non preoccuparsi del loro futuro quirk.
Al resto c'avrebbero pensato insieme, come sempre.

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