𝐓𝐫𝐚𝐦𝐚:
"Non voler soffrire": questo è il motto che Giulia Rossi si è imposta per proteggere se stessa. Vivere a Roma, circondata da una famiglia che la adora e dalle sue tre inseparabili amiche, non basta a cancellare il dolore che l'ha segnata...
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26. Te proteggo io.
"I treni che cambiano 'a vita esistono. Ma nun se aspettano, se guidano."
-Fà i buffi
Fare debiti.
🦋
(Ricordatevi di lasciare una stellina per supportarmi🌟)
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Sento le mani del ragazzo armeggiare con la zip dei pantaloni.
È finita. Che faccio?
Chiudo gli occhi aspettando che tutto passi.
Passerà in fretta. Passerà in fretta.
E poi, come se fosse il mio angelo custode, mi tornano in mente le parole del mio istruttore, Marco Bianchi.«Se ti mettono una mano sulla bocca mordi, se il tuo corpo è bloccato solo sulla parte superiore, utilizza le gambe»
«Giulia!», sento una voce familiare in lontananza chiamare il mio nome. Spalanco gli occhi pronta a reagire.
Immediatamente affondo i denti nella carne dell'uomo, che tiene ancora sulla mia bocca, con tutta la forza che ho.
«Cazzo!», impreca indietreggiando leggermente. Qualche goccia di sangue cade sull'asfalto, ma non rimango a guardare. Avanzo coraggiosa verso di lui e gli do un calcio proprio lì, nelle parti basse. È forse il calcio più forte che io abbia mai dato. Lo sconosciuto, infatti, si piega su sé stesso e si accascia per terra.
«Stammi lontano!», urlo riallacciandomi velocemente i pantaloni.
«Giulia!». Di nuovo quella voce, la sua voce. A malapena mi accorgo di lui, troppo impegnata a fissare l'uomo accasciato davanti a me.
«Stai bene?». Mi sento afferrare per le spalle e improvvisamente incontro due familiari occhi verdi. Il volto di Cesare è preoccupato e allo stesso tempo impaurito, mentre cerca di assicurarsi che io stia bene.