𝐓𝐫𝐚𝐦𝐚:
"Non voler soffrire": questo è il motto che Giulia Rossi si è imposta per proteggere se stessa. Vivere a Roma, circondata da una famiglia che la adora e dalle sue tre inseparabili amiche, non basta a cancellare il dolore che l'ha segnata...
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37. Motivi pe' amà.
"Ieri sera ho bevuto 'n botto, ma nun ho smesso mai de pensatte."
-Mò te faccio vedè io!
Adesso ti faccio vedere io! (spesso detto in tono minaccioso).
🦋
(Ricordatevi di lasciare una stellina per supportarmi🌟)
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«Rossi! Non credo che Mariani voglia mangiarti, quindi avvicinati!», mi rimprovera il mio professore di inglese, il professor Cavalieri.
È l'ennesimo lunedì di prove e ormai è da due settimane che non facciamo altro che provare. In più, essendo la protagonista della tragedia, ho moltissime scene e imparare le battute non risulta semplicissimo, nonostante, ovviamente, l'opera di Shakespeare sia stata rivisitata e accorciata dai nostri insegnanti nelle ultime settimane.
Stiamo riprovando il primo atto, scena quinta, ma io non ne voglio proprio sapere, né di imparare le battute, né di avvicinarmi ancora al ragazzo qui di fronte a me. In questo momento sto invidiando Luna e Camilla, chissà in quale aula, la prima a disegnare bozzetti di possibili costumi che verranno in parte acquistati e in parte realizzati a mano le prossime settimane, la seconda a esercitarsi al pianoforte momentaneamente spostato in un'altra aula.
«Avessi profanato con la mia mano indegna questo sacro santuario, rimedio al mio peccato: queste mie labbra, pellegrini rossi di vergogna, con un bacio correggono quel tocco indelicato», recita Cesare alla perfezione puntando i suoi occhi nei miei.
«Buon pellegrino, la vostra mano giudicate con più calma, che solo umile...ehm...d...d...ce l'ho...». Inciampo nelle mie stesse parole non riuscendo a ricordare le mie battute.
Diamine! Ma perché dovevo interpretare proprio Giulietta!
«Devozione! La parola è devozione!», urla ancora il professore esasperato.