𝐓𝐫𝐚𝐦𝐚:
"Non voler soffrire": questo è il motto che Giulia Rossi si è imposta per proteggere se stessa. Vivere a Roma, circondata da una famiglia che la adora e dalle sue tre inseparabili amiche, non basta a cancellare il dolore che l'ha segnata...
Si dice che il tempo guarisca qualsiasi ferita, che tutto passi, che nulla è irreparabile.
Che cazzata.
Semplicemente si impara a convivere con il dolore, con la sofferenza, con il rimorso. Ci si abitua a soffrire, sempre. Non si perde la memoria di ciò che ci ha fatto stare male, di ciò che ci ha segnato. Le ferite, i tagli e le schegge di vetro sono ancora lì. Conficcate in profondità, nella mia pelle. Ho deciso di lasciarle lì, di imparare a conviverci.
«Cesare, ci sei?».
Ci sono? Sì, ci sono, eppure vorrei che ci fosse anche lei con me.
Annuisco alla mia psicologa, seduta di fronte a me con il suo solito taccuino nero stretto tra le esili dita, sempre lo stesso da un anno e mezzo a questa parte. Nessuno, a parte Tommaso e i miei genitori, sa che sono in cura presso la dottoressa Ferrari, l'unica a quanto pare in grado di leggere le mie emozioni. L'unica che sa che io sto ancora male. Molto.
«Raccontami cosa è successo, hai anticipato il nostro appuntamento. Da cosa dipende?», domanda calma sistemandosi sul naso gli occhiali dall'enorme montatura nera che tanto la caratterizzano.