𝐓𝐫𝐚𝐦𝐚:
"Non voler soffrire": questo è il motto che Giulia Rossi si è imposta per proteggere se stessa. Vivere a Roma, circondata da una famiglia che la adora e dalle sue tre inseparabili amiche, non basta a cancellare il dolore che l'ha segnata...
«Diretto, diretto, gancio, gancio, calcio laterale, forza!», grida il signor Bianchi, Marco, battendo le mani.
Eseguo i movimenti sfogandomi come al solito con il mio sacco da boxe. Il sudore imperla il mio viso, ma nonostante senta che potrei svenire da un momento all'altro, continuo a colpire, colpire e colpire.
Continuo a pensare a quello che è successo solo ieri. Come si è permesso Cesare a rivolgermi certe accuse senza conoscermi? Senza conoscere il mio passato?
Io sono stata disposta con lui ad ascoltarlo, ho accettato dentro di me il dolore che porta lui. Perché ha dovuto farmi così male?
Pensa di conoscermi? Pensa di poter sapere perché io mi sia costruita quest'armatura? No, non lo sa.
Del resto lui non sa di Flavio...
Mi sono sentita pugnalata alle spalle e lui crede di potersi far perdonare con uno stupido invito a un concorso musicale?
Non se ne parla. Non ci vado. Vuole vedermi indossare la mia armatura? Gliela mostrerò in tutto il suo splendore.
Continuo a colpire il sacco davanti a me con estrema foga, scaricando tutta la tensione. La voce di Marco, ormai, neanche la sento più, tutto mi arriva ovattato. La mia testa è concentrata sulle parole di Cesare.