Tom si precipitò in camera sua iniziando a singhiozzare, accasciandosi a terra e piangendo come un disperato. Era disperato. Bill non lo avrebbe perdonato, no, non lo avrebbe fatto. Come poteva d'altronde?
Il ragazzo sentiva il respiro corto e tanta voglia di sputare fuori la sua stanchezza.
"Basta...basta piangere Tom, cazzo! Sembri un idiota! BASTA!"
In un attimo si calmò, stringendo i pugni e digrignando i denti.
Il ragazzo si alzò di scatto, prese da terra lo zaino di scuola con al suo interno i libri del giorno prima e senza curarsi di questo piccolo particolare...uscì.Non sapeva nemmeno lui se sarebbe andato a scuola o no, non lo sapeva e in quel momento non ci voleva pensare. Non voleva pensare e basta.
Che poi la scuola gli faceva schifo, e alla scuola faceva schifo lui, uno dei pochi punti su cui si trovavano d'accordo...Odio reciproco. Perfetto.
Fece mente locale, controllò per bene nel suo cervello molto poco aggiornato sull'argomento, se ci sarebbero state verifiche o interrogazioni.
No...
Bene.Entrò nel parallelepipedo di mattoni, anche chiamato scuola, contornato da uno squallido giardino e una recinzione che faceva sentire Tom in gabbia e si avviò verso la sua prima classe.
Si spiaggiò sul suo banco con la testa fra le braccia senza alcuna intenzione di tirarla su all'entrata della professoressa, la tirannica, crudele, infame, disperata e con svariati esaurimenti nervosi alle spalle, professoressa di matematica.Il ragazzo non parlava con nessuno, non aveva amici oltre Georg e Gustav, e faticava a farsene di nuovi. Tom odiava relazionarsi con le persone: se mostrava sè stesso, veniva additato come ingenuo e infantile, veniva umiliato e bistrattato. Se provava a comportarsi diversamente a nascondere il suo vero Io, veniva accusato di essere una persona falsa e per questo allontanato.
"Ma allora che cazzo volete?!"-Kaulitz...Signor Kaulitz alzi la testa e mi guardi! Le pare il caso di dormire nella mia ora?
Fece la scimmia deperita, munita di occhiali per di più, con fare stizzoso.
Il ragazzo alzò la testa con una smorfia contrariata, trasformandola subito dopo nel sorriso più finto che gli riuscisse.
-Kaulitz, venga alla lavagna...
"Oh merda..."Tom uscì dalla classe con un due in più sul registro e una nota disciplinare che lo accusava di aver risposto in modo volgare alla professoressa. "L'alunno usa modi inappropriati credendo di farsi beffe della professoressa e..."
Le solite stronzate...
Ma perchè? Perchè nessuno riusciva a comprendere, a vedere dietro quei comportamenti da beffardo? Perchè nessuno guardava dentro di lui, perchè nessuno riusciva a capire i suoi problemi?
"Perchè nessuno si accorge che sto chiedendo aiuto...?"
Si ritrovò nuovamente le guance bagnate dalle lacrime, sospirò rassegnato camminando sempre più veloce verso l'uscita.
"Basta...basta...basta, smettila! Basta piangere!"-Basta piangere!
Il padre alzò il pugno serrato verso il viso spaventato di Tom, che in lacrime lo guardava sconvolto. Era ubriaco, ubriaco fradicio.
Il ragazzino era sempre stato affezionato a suo padre, anche dopo la separazione con la madre, anche dopo che quel padre era sparito per anni...Anche dopo la prima volta che l'aveva picchiato. Tom si diceva che era lui a essere sbagliato, che se picchiava solo lui una ragione c'era...Tom si sentiva un errore.
Eppure continuava a stargli accanto perchè pensava che al padre avrebbe fatto piacere avere qualcuno, seppure un errore, al suo fianco. Lo pensava davvero.
Tom aveva tredici anni e guardava sconvolto suo padre, che ubriaco fradicio stava per tirargli l'ennesimo crudele pugno. Chiuse gli occhi. Sentì il colpo lacerargli la guancia, sentì il suo piccolo cuore frantumarsi in mille pezzi, sentì una vocina in testa che lo convinceva di una semplice, mirata, innegabile verità:
Sono un errore.
"No...io...non ci riesco...Io non riesco a smettere di piangere"
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Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)
Teen FictionBill e Tom Kaulitz sono gemelli, molto più diversi di quanto non si possa pensare. Viso uguale e caratteri opposti. Sono due, sempre insieme contro un mondo crudele che cerca di distruggerli. Sono due, folli nella loro poesia.