Era sdraiato sul letto, il volto coperto dal cuscino, aveva cominciato a piangere, di nuovo. "Perché?! Perché cazzo... Io mi fidavo, credevo che non ne avrebbe parlato, che saremmo riusciti a passare una serata normale... Normale!"
Una strana rabbia, mista ad esasperazione, tristezza, una nube densa di ricordi, lo pervadeva. Piangeva silenziosamente, soffocando i pochi singhiozzi che tentavano di farsi spazio. Nella sua stanza non c'era alcun suono. Niente. Dopo poco che si era calmato, sentì un fruscio provenire dalla porta, un foglio.Bill si alzò, lentamente si avvicinò a quel foglio stropicciato, lo prese delicatamente in mano e lo aprì. Si sedette appoggiato alla porta e iniziò a leggere, assorto.
Qualche lacrima, durante la lettura, riprese a rigargli il viso, ogni tanto sulle labbra si formava un leggero sorriso, che poi veniva rimpiazzato da una smorfia di dolore. Ogni frase, ogni parola che leggeva, Bill avrebbe saputo come rispondere, come muoversi, come guardare il fratello. Ma lui, non era lì. E... anche se sapeva esattamente cosa fare e cosa dire, nulla gli dava la certezza che ci sarebbe riuscito. Nulla. Restò lì appoggiato per un po', chiuse gli occhi, fece un sospiro, poi si alzò. Un altro sospiro, più profondo, si asciugò le guance, ancora bagnate dalle lacrime, protese il braccio verso la maniglia e... aprì.
Tom era lì, anche lui accovacciato a terra, in corridoio. Si vede che lo aspettava... Appena Bill uscì dalla camera, infatti, il fratello alzò la testa, poi si tirò su, continuando a guardarlo. Fece una sorta di sorriso, quasi rassicurante. Bill osservò il sorriso, a sua volta mantenne gli occhi su di lui.
-Io...
La sua voce uscì roca, quasi non si sentiva. Allora Tom gli lanciò un'altra occhiata.
-Ti... ti voglio bene anche io Tom e... lo so che ci sei per me, ma...
Fece un altro sospiro, continuando a guardare Tom, come per chiedergli scusa, se gli ci voleva così tanto a parlare, ad aprirsi. Come per ringraziarlo, della sua pazienza.-Ma..? Tranquillo Billy.
-Ma io non ci riesco e basta...
Un'altra lacrima rigò il viso di Bill, sotto il velato stupore di Tom, che non vedeva spesso il fratello piangere. Si avvicinò di un passo, guardandolo negli occhi.
-Non riesci a fare cosa?
Bill restò in silenzio per un po', contemplando il fratello.
-Tutto... Parlare, chiedere aiuto... L-lo so che ci sei...
"però non ci sono io"-No... no, no e no! Io lo so che ci riesci invece! Certo, magari ti è più difficile, va bene, ma non è vero che non puoi, che non sei in grado. Ti serve solo... un aiuto in più. E quell'aiuto, in questo caso, sono io... Capisci Billy..? Sono io.
-Ma io...
-Tu cosa..? Ascoltami, io sono qui, ok? Lo so che credi di non essere in grado di aprirti, che credi di non essere in grado di parlarmi, di spiegarmi. Lo so che credi di dover affrontare tutto da solo, lo so... Ma so anche che sei troppo, troppo intelligente per crederlo davvero. Hai solo troppa paura che, quando finalmente ti aprirai, quando ti abituerai ad avere qualcuno al tuo fianco, poi quel qualcuno ti abbandoni, ti faccia del male. Però io non ti farò del male, lo capisci questo? Tutto ciò che desidero è che tu stia bene, sia felice. Tutto ciò che desidero è che tu non abbia preoccupazioni, perché se stai bene tu, sto bene anche io, capito?Bill annuì lentamente e poi, flebile, rispose.
-Capito...
-Quindi vuoi... parlare?
Per un po', entrambi i fratelli restarono in silenzio, poi Bill, di nuovo annuì.
-Sì... voglio provarci.Allora i gemelli entrarono nella stanza di Bill, si sedettero e Bill iniziò. Più andava in là, con il racconto, più la sua gamba tremava, più le lacrime si affollavano, più i ricordi e le sensazioni si facevano vive. Tom guardava il fratello, aveva gli occhi lucidi, non capiva, non riusciva a capacitarsi del perché avessero fatto una cosa del genere proprio a lui, proprio a Bill. Basta, sarebbe andato a sporgere denuncia la notte stessa, se necessario. Se c'era uno spiraglio di possibilità che le sofferenze del fratello si placassero, almeno un minimo, sarebbe uscito subito.
Durante tutto, tutto quel racconto, Tom avrebbe voluto abbracciare il fratello, posare una mano su quella gamba, per tranquillizzarlo. Avrebbe voluto baciare quella fronte, tanto tormentata. Non lo fece.
-Tu mi... mi prometti che non lo dirai a nessuno? Che non... non sporgerai denuncia?
Tom restò a lungo in silenzio, poi fece un sospiro.
-Prometto.
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Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)
Fiksi RemajaBill e Tom Kaulitz sono gemelli, molto più diversi di quanto non si possa pensare. Viso uguale e caratteri opposti. Sono due, sempre insieme contro un mondo crudele che cerca di distruggerli. Sono due, folli nella loro poesia.