Settembre XIII

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Tom si sedette su una panchina in quello stesso cortile squallido della mattina, ma in quel momento gli sembrava un paradiso in confronto all'aria soffocante che si respirava all'interno della scuola. Aveva ancora le guance bagnate e gli occhi rossi, aveva ancora le mani intente a graffiarsi a vicenda, cercando di calmarsi. 
Poi il mondo, in un istante, in un semplice attimo, smise di girare.
Eccolo, fiero e disinvolto, uscire dalla porta principale con le mani in tasca, i capelli sciolti, gli occhi socchiusi e le labbra lasciate semiaperte per far spazio ad una sigaretta. Tom si soffermò un secondo su quelle labbra e...
"Dio quanto è bello..."
Georg lo vide, sorrise e gli venne incontro, il chitarrista rimase spiazzato per un istante, poi si ricompose coprendo le mani graffiate con le maniche della felpa e abbozzando un timido sorriso. 

-Ehi...come va?
Improvvisò Tom cercando di fermare il tremito della voce comparso nel constatare che era a pochi centimetri dal ragazzo che lo aveva fatto impazzire poco tempo prima ed erano, soprattutto, soli.

Il ragazzo aveva da sempre avuto questo talento: riusciva in un attimo a passare dall'essere frustrato, arrabbiato, a fare un grande sorriso e nascondere le lacrime. Aveva sviluppato la capacità di chiudere dentro al petto i suoi dolori, a mascherare il tormento con smorfie che assomigliavano a sorrisi ma che non avevano nulla di gioioso. Tom soffriva tanto, faceva di tutto per velare il suo dolore, ma in fondo al suo cuore non aspettava altro che qualcuno scavasse dentro di lui fino a trovare quella sua sofferenza e guarirlo. Non aspettava altro.

-Io sto bene, tu?
Rispose il bassista passandosi una mano fra i capelli.
Tom avvampò, scosse lievemente il capo, poi sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi...
-Io sto bene dai, benissimo!
Poi all'improvviso gli venne un'idea, una bruciante pericolosa, ma emozionante idea. 
"E se...se glielo dicessi?"
-Ecco io...volevo dirti che..."
"No...NO! No Tom stai zitto! Smettila!"
Georg inclinò la testa di lato e lo guardò incuriosito.
-Dicevi?

Il ragazzo guardò in basso, strusciando la mano destra sul braccio sinistro, poi dal nulla abbracciò il bassista poggiando la testa sulla sua spalla.
-Ecco...m-mi piaci...tanto...
Disse infine sussurrando quasi impercettibilmente.
Georg rimase di stucco, poi lo prese per le spalle distanziandolo un po' dal suo corpo per guardarlo negli occhi. Gli fece alzare lo sguardo e sorrise rassicurante.
-Tom...ehi...io, io non sono sicuro di...di provare lo stesso, ok? Ma non sono sicuro nemmeno del contrario, anzi, per nulla sicuro. Ammetto che ci stavo pensando da un po' ma...non lo so. Sono certo che prima o poi saprò darti una risposta sicura, mi aspetterai?

Il ragazzo lo guardava sorpreso e immensamente felice allo stesso tempo. Non si aspettava una risposta del genere, già pensava a un bruciante e netto rifiuto ma...
"Forse l'ha detto solo per non ferirmi, forse...No. Sono sicuro che non è così. Ci sta pensando davvero"
-Certo, certo ti aspetterò. 
Riuscì a dire infine con le lacrime agli occhi.

Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora