Bill e Tom camminavano lentamente, uno accanto all'altro, vicini. Nonostante fosse piuttosto presto, il sole stava già iniziando a tramontare, le strade si stavano facendo più buie e l'aria più fredda. Non parlavano, erano entrambi troppo tesi, preoccupati, in parte spaventati. Sia Tom, sia Bill avevano i loro problemi che però tentavano di celare, uno per il bene dell'altro, invano.
Tom teneva la fronte corrucciata, mordendosi ripetutamente il labbro, che già iniziava a bruciare. Si stava davvero facendo manipolare? Davvero Georg gli faceva del male?
Si voltò verso il gemello, assorto nei suoi pensieri, incatenato alle sue preoccupazioni. Il senso di colpa, provocò un brivido a Tom, che subito distolse la mente da Georg, concentrandosi sul tradimento nei confronti del fratello.Bill invece, lui era troppo, troppo preoccupato, troppo spaventato, troppo sconfortato per girarsi verso Tom. Anche solo l'idea di doverne parlare, di dirlo a qualcuno, l'idea che qualcun altro lo sapesse, lo terrorizzava. Sarebbe stata un'ulteriore umiliazione, un'ulteriore motivo di derisione, perciò, sofferenza. E se poi... se poi tutte le accuse fossero cadute? Se lui fosse venuto a conoscenza della denuncia? Cosa gli avrebbe fatto? No. "Non lo dirò a nessun altro. Non posso"
Eppure... eppure l'aveva promesso a Tom, gli aveva promesso che ci avrebbe provato... Ma provare, non vuol dire riuscire. E lui lo sapeva. Sapeva che anche se ci avesse voluto provare, non ci sarebbe riuscito. Sarebbe stato tempo perso.
I gemelli arrivarono di fronte al portone dello studio, si fermarono, si guardarono negli occhi.
-Dai, puoi farcela...
Tom incitò il fratello, guardando prima le guance rosse, poi gli occhi lucidi, inquieti.
Riprese a mordersi il labbro, Bill lo notò, ma non disse nulla in merito.
-Mh.
Continuarono a scrutarsi, esaminarsi l'un l'altro. In silenzio. Ogni tanto Tom lanciava qualche occhiata d'incoraggiamento a Bill, che però rispondeva sempre con un qualche mugolio insicuro.-Tu n-non... non sali?
Tom, distratto, guardò poi il fratello perplesso.
-Ah, io... pensavo che... s-se tu vuoi...
Bill annuì, e insieme raggiunsero finalmente la porta dello studio. Appena prima che Bill bussasse, Tom, dietro di lui, lo chiamò.
-Bill...
Aveva gli occhi lucidi, il labbro rosso.
-I-io...
"ho detto tutto a Stefan"
-Tu..? T-tutto bene?
Tom si riprese, si passò una mano sugli occhi, per asciugarsi le lacrime, e accennò un sorriso che somigliava a tutt'altro.
-Sì, solo...I-io ti voglio bene...a-desso vai...
Bill fece una smorfia di assenso, per poi, finalmente, bussare. Tom lo aspettò fuori per tutto il tempo, torturandosi il labbro, nel timore che Stefan avesse dichiarato di sapere già tutto, a causa (o per merito, a seconda dei punti di vista) sua.-Allora Bill...
Lo sguardo dello psicologo era enigmatico, nascondeva una vena di dispiacere, in parte pena, nei suoi confronti, ma allo stesso tempo era rassicurante. Uno sguardo enigmatico, accompagnato da un sorriso sì, anch'esso enigmatico, ma anche caloroso, un sorriso di cui non ci si deve preoccupare.
Bill si sedette sulla stessa poltrona accogliente della prima volta, mantenendo un contatto visivo costante verso Müller.
-S-sì...
-Vorrei che mi parlassi di ciò che è successo, ti chiederei di fare chiarezza sull'accaduto, perché... beh, è evidente che qualcuno ti ha fatto qualcosa...-I-io... Ero... ero a scuola e...
Bill abbassò lo sguardo, aprì la bocca, ma non sapeva che dire, i ricordi gli si affollavano, sempre più numerosi, le prime lacrime iniziarono a fare capolino.
-Bill... respira, va tutto bene. Con calma, puoi farcela.
Il ragazzo ingoiò rumorosamente prima di continuare.
-Erano i c-orsi per recuperare le assenze e... la scuola era vuota e...
Ora aveva alzato lo sguardo, ma senza volgerlo allo psicologo. La sua gamba iniziò a tremare, la voce era rotta dal pianto soffocato.Müller restò in silenzio, lasciando a Bill il tempo e la tranquillità per continuare.
-Lui mi ha p-reso e portato in uno sgabuzzino e... e...
Una serie di brividi percorsero la sua schiena, chiuse velocemente gli occhi, lasciando che le lacrime che si erano affollate, gli rigassero il viso. La gamba continuava a tremare, sempre più intensamente, il suo sguardo si faceva più spaventato.
-Bill. Va tutto bene. Tu sei qui, adesso. Sei al sicuro, va bene? sei stato bravissimo, adesso respira, guardami.
Bill guardò il volto rassicurante di Stefan, fece un respiro profondo, si asciugò le lacrime e continuò.-Lui mi ha fatto del male, mi ha picchiato e mi ha... lui mi ha...
Vedendo Bill nuovamente in difficoltà, bloccato nei suoi ricordi, lo psicologo lo interruppe.
-Va bene così. Ho capito Bill, bravo.
Il ragazzo fece un sospiro di sollievo, poi rivolse lo sguardo a Müller.
-Devo farti una domanda importante Bill.
Lui annuì.
-Vuoi denunciare? E, se vorrai, sappi che dovrai dire molto di più, se non a me, a coloro che si occuperanno del caso. Inoltre, in primis, dovresti dirmi il nome.
Bill ascoltò attentamente, per poi restare in silenzio a lungo, a riflettere.-Cosa succederebbe se decidessi di... denunciare ecco..? S-se le accuse cadessero? S-se lo facesse di nuovo?
Gli occhi di Bill, si riempirono, di nuovo, di terrore. Müller sospirò, prima di sorridere rassicurante al paziente.
-Stai certo che non succederà nulla, nulla. Te lo assicuro Bill, staresti meglio.
-Io però... se le dicessi solo il nome..? N-non voglio denunciare...
"ho il terrore di denunciare"
Müller, di nuovo, lo guardò rassicurante.
-Mh, va bene Bill, come preferisci.
-Si chiama... Klaus Anghel... è i-il custode della mia scuola...La seduta finì, Müller accompagnò Bill alla porta, dove Tom stava ancora aspettando. Appena il cantante si chiuse la porta alle spalle, sorridendo, Tom lo guardò negli occhi.
-Sai... è andata abbastanza bene e...
Tom lo interruppe, aprì la bocca esitante lasciando in pace per un momento il labbro torturato. I suoi occhi si velarono di un ombra scura, infine parlò.
-Bill, gli ho già detto tutto...
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Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)
Teen FictionBill e Tom Kaulitz sono gemelli, molto più diversi di quanto non si possa pensare. Viso uguale e caratteri opposti. Sono due, sempre insieme contro un mondo crudele che cerca di distruggerli. Sono due, folli nella loro poesia.