Settembre XIV

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Tom era tornato.
Percorse il corridoio silenziosamente, non si soffermò davanti a nessuna porta della casa dirigendosi diretto in camera di Bill.
Aprì la porta senza bussare nemmeno, trovando la stanza spiacevolmente vuota. La stessa preoccupazione del giorno prima lo assalì nuovamente, finché non sentì una presenza alle sue spalle. 

Bill si era alzato dallo sgabello, nonostante fosse ancora dolorante per seguire il fratello appena rientrato. Raggiunse Tom di sopra, lo guardò fissare la sua camera sulla soglia della porta...
Infine il chitarrista si girò.
Aveva uno strano sorriso in volto, un debole sorriso appena accennato. Bill non capiva se stesse fingendo o fosse realmente contento per qualcosa. Il cantante era ancora intento a guardare quel sorriso, che però scomparì appena Tom realizzò di avere davanti il motivo delle sue pene.
Il chitarrista guardò improvvisamente in basso, perdendo tutto il coraggio per guardare Bill negli occhi. 

Bill al contrario continuava a guardare il gemello, che ora aveva lo sguardo rivolto verso le sue stesse mani, piene di graffi autoinflitti. 
Il cantante voleva parlare al fratello, voleva scusarsi. Per una volta era deciso a raggiungere il suo obbiettivo. Avrebbe parlato lui per primo, avrebbe parlato di più, con più coraggio. Più determinazione. 
-E... Ecco... 
Si fermò un attimo a pensare, grattandosi la nuca e guardando ai piedi del fratello. Si fece coraggio con un sospiro, alzò lo sguardo e riprese.
-Senti, lo so che mi sono comportato da idiota, sono stato uno stronzo e tutto, avevi ragione tu, non so perché me la sono presa tanto con Georg, forse ero frustrato perché tu mi avevi ignorato quel giorno a scuola e non sapevo perché e pure prima, non avevi preso le mie parti ed ero solo e non lo so... 
Disse tutto d'un fiato, fece un profondo respiro e continuò. 
-E lo so che tu ora mi odi, mi odiate tutti e mi disp-...

Tom alle prime parole del gemello aveva alzato lo sguardo, lo aveva scrutato con una luce negli occhi, un segno di riconoscenza, compassione, comprensione, lo aveva guardato per dirgli:
"Va tutto bene, basta così"
Ma Bill non si era fermato, aveva continuato nel suo discorso che Tom sentiva e non comprendeva appieno. C'era solo un modo per far tornare tutto al suo posto, tutte le litigate, ogni diverbio si sarebbe concluso solo e unicamente con un semplice, ma per nulla banale, gesto.

Bill non fece in tempo a realizzare che sentì le braccia di Tom stringerlo attorno al collo. Soffocò un gemito di dolore e abbracciò il fratello a sua volta. Il chitarrista sentendo il dolore del gemello si staccò malvolentieri dall'abbraccio e lo guardò dritto negli occhi. Forse intendeva dire qualcosa, forse avrebbe voluto. 
Non ci riuscì. Scosse piano la testa, per poi appoggiarla sulla spalla di Bill. Lui avrebbe capito anche senza parole, l'avrebbe compreso...
Futili frasi sputate all'aria non erano necessarie.

 "Lui aveva capito"

Spazio autoriCiao a tutti! Questo capitolo l'abbia scritto insieme, e si capisce molto il legame che c'è tra Bill e Tom quindi ci piace molto

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Spazio autori
Ciao a tutti! Questo capitolo l'abbia scritto insieme, e si capisce molto il legame che c'è tra Bill e Tom quindi ci piace molto. Speriamo che sia arrivato anche a voi il messaggio. 
Un saluto
Ciaoooooooo
🤘
🤙

Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora