Quattro. Erano passati quattro giorni, da quel fatidico pomeriggio. Erano passati quattro giorni, eppure Bill sentiva, ricordava, come fosse appena successo. Ogni volta che chiudeva gli occhi, rivedeva il suo volto, quasi come avvolto dalla penombra. Ogni passo che faceva, aveva il terrore che qualcuno fosse dietro di lui. Ogni sera sentiva nuovamente sul suo corpo quel dolore, quella umiliazione, sentiva le carezze, i baci, i graffi. Sentiva le sue mani, vacanti. Sentiva tutto, ricordava tutto.
Un dolore, un peso. "avrei dovuto urlare". Se avesse urlato, magari si sarebbe fermato, se si fosse opposto, magari qualcosa non sarebbe successa. Se fosse stato più attento, se non avesse dimenticato lo zaino, magari. Quello stupido zaino...
Bill non ne aveva parlato con nessuno, era terrorizzato da tutto e tutti, non lo aveva detto a Gordon, a Muller, né tantomeno a Tom. Era riuscito a nasconderlo, era riuscito a coprire quelle ferite superficiali, che a loro volta nascondevano qualcosa di più doloroso. Bill non era tornato a scuola, non ancora, non aveva ancora ripercorso i suoi passi, non aveva ancora riguardato negli occhi quell'uomo. Probabilmente non lo avrebbe fatto mai più in realtà. Non ne avrebbe avuto il coraggio.
Gordon era uscito, lasciando così Bill e Tom soli. Bill era in camera sua, come sempre d'altronde, chino seduto sulla scrivania, rivolto verso la finestra. Non faceva nulla di particolare, solo... niente in realtà, pensava, e basta. Una mano gli toccò delicatamente la spalla, Bill si girò di scatto, confuso e spaventato. Era Tom, che fece qualche passo indietro, per poi sedersi sul letto di Bill sussurrando uno:
-Scusa...
Bill lo guardò per un po', spaventato, poi i suoi occhi tornarono vuoti, o quasi. Tom teneva le mani incrociate, la testa bassa, era pensieroso. -Senti Bill... Tom alzò lo sguardo, e sospirò pesante. -Io e Gordon crediamo sia meglio... denunciarlo. Bill si sentì sprofondare, come... come facevano a saperlo?! Come facevano a sapere chi era stato, cosa gli aveva fatto? No, no, impossibile. Stava mentendo, cerca solo di fargli dire tutto. Impossibile.
-Bill...Tom richiamò il fratello, che evidentemente si era incantato. -Capisci che devi collaborare, vero? Io... lo so che è difficile parlarne, ok, però devi dirci chi è stato, parlane con Muller, o, se vuoi, dillo a me. Per favore, è importante. Bill guardava Tom negli occhi, spaventato. Non aprì bocca, allora il fratello forzò un sorriso rassicurante, ben riuscito, che però non lo rassicurò affatto. Dopo poco si alzò, posò una mano sulla spalla di Bill, che però subito si scansò. Anche Tom allora si rimise dov'era, a distanza.
-Scusa... Mi prometti che ci provi? A dire tutto... Bill, davvero, provaci. Lui però restò in silenzio, a guardare il fratello ancora timoroso, pieno di dubbi, domande. Dopo aver continuato ad insistere per una mezz'ora buona, senza ottenere risposta da Bill, Tom se ne andò dalla stanza, lasciando Bill solo.
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Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)
Teen FictionBill e Tom Kaulitz sono gemelli, molto più diversi di quanto non si possa pensare. Viso uguale e caratteri opposti. Sono due, sempre insieme contro un mondo crudele che cerca di distruggerli. Sono due, folli nella loro poesia.