Dicembre XIX

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-Se pensi di non potere...ci sarò io, come sempre. Non è cambiato nulla, io sono sempre qui, non sono mai andato via. Mai.
Tom cercò di fare un discorso più convincente possibile, fermando la voce leggermente tremolante, tormentata dal senso di colpa, dal suo ignobile gesto, dalle sue bugie.
-Ma...Tom non ci riesco...I-io, mi viene da p-piangere, non posso dirlo.
Sentì una fitta al cuore al suono della sua voce spezzata e soffocata, l'impotenza lo sovrastò facendolo sentire inutile.
-Ti prego non piangere. Ce la farai, insieme...ce la faremo.
"Sto promettendo cose che non posso mantenere, probabilmente gli sto dicendo una marea di bugie. Forse lo sto illudendo che va tutto bene, che andrà tutto bene quando va tutto meno che bene."

Infine si abbracciarono, non lo facevano da tempo. Bill troppo spaventato anche solo dagli sguardi, Tom terrorizzato dal chiederne uno, non osava nemmeno desiderarlo. Invece si abbracciarono calorosamente, Bill stringendosi al gemello, tirandolo a sè come un fratellino minore, come non faceva da troppo.
-Ti voglio bene.
-Anche io Tom.
-Ci parlerai?
-Ci...posso provare...
Un sorriso, un cuore più leggero, una piccola parola sussurrata.
-Grazie.

Tom, una volta tornato in camera sua, udì la suoneria del telefono e senza guardare rispose...Non l'avesse mai fatto.
-Tom quando ci vediamo?
-Ah...G-georg...
-Senti dobbiamo parlare, devo...chiederti scusa...
-Davvero?
Il viso di Tom si illuminò per un momento, lasciandogli un dolce sorriso sulle labbra, un sorriso negli occhi, un caloroso sorriso nel cuore.
-Sì Tom davvero, dobbiamo chiarire, quando sei andato via, ieri, mi sei sembrato veramente triste. Non potevo fare a meno di chiamarti, in fondo è colpa mia se sei triste. Non potevo lasciarti passare così tanto tempo da solo con la tua tristezza e chiamarti allegro e felice domani.
"Mi conosce bene, che dico, benissimo...Non so cosa farei senza di te Georg"
-Ok ma...non c'è bisogno che mi chiedi scusa, ok? È-...Aspetta, è Bill, ti richiamo.

Attaccò e alzò lo sguardo timoroso.
-Bill? Ti serve qualcosa?
-Chi era?
Tom si fermò un attimo, indeciso. Mentire o dire la verità? Forse...per una volta, sarebbe stato meglio dire davvero i suoi sentimenti.
"Per la prima e ultima volta"
-Era Georg.
-E che...voleva?
-Ha detto che si voleva scusare con me, che non voleva lasciarmi triste e solo e...
Tom sorriso debolmente.
-Sono felice che mi voglia chiedere scusa pensavo che non mi avrebbe chiamato.
Bill lo guardò un po' perplesso, poi in un attimo realizzò, vedendo il sorriso di Tom e i suoi occhi quasi lucidi, vedendo il telefono tenuto da quelle mani appena tremanti, vedendo attraverso i suoi pensieri, capendo ogni sua essenza.
"Tom...ti stai facendo manipolare. Georg è pericoloso per un ragazzo come lui, è troppo ingenuo e lui se ne approffita."
-Tom...quante volte ti ha fatto male e poi ti ha chiesto scusa...?
Non ottenne risposta, per Tom, rispondere sarebbe stato come tradire Georg, la sua fiducia.
-Te lo dico io...troppe, veramente troppe.
-Ma mi ha chiesto scusa...
Bill sentiva un profondo sentimento di rabbia invadergli il cuore, cosa che non provava da tempo. Un sentimento vivo, ardente. Quasi benevolo.
-Tom! Ti stai facendo manipolare, ok? Tu non te ne rendi conto ma è...così. È così e basta.

-N...no. N-no. Non è vero.
Mentre diceva queste parole, dentro il cuore di Tom, perdevano sempre più veridicità, sempre più sicurezza.
-È vero. Pensaci: tutte le volte che ti ha ferito, e poi siete tornati insieme, tutte le volte che ti ha lasciato solo e poi è tornato a cercarti. Tom...Georg ti fa del male.

Ti fa del male

Ti fa del male

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Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora