Era sera, in salotto c'era solo Bill, in attesa del fratello, che stava da Georg. La madre era nella sua stanza, a preparare le valigie per un imminente viaggio di lavoro a Berlino. Sarebbe partita la mattina dopo, per trattenersi due settimane.
Simone era spesso in viaggio, e quando non era Simone a vagare per la Germania, ci pensava Gordon, che una volta al mese faceva avanti e indietro da Lipsia ad Amburgo, sede centrale della ditta per la quale lavorava.
Allora capitava che Bill e Tom rimanessero completamente soli. Avevano imparato a cavarsela ormai, stavano bene anche quando erano loro due e nessun altro. Stavano benissimo. Però precedentemente, avevano sofferto dell'assenza dei genitori, si facevano da genitori a vicenda, ma a volte non bastava. Simone si sentiva in colpa, molto, perché era lei la meno presente nella vita dei figli.Avevano uno strano rapporto, lei e i gemelli. Una strana intesa che nessuno al di fuori di quella famiglia poteva comprendere. Bastava uno sguardo, da parte di uno dei due figli, perché Simone capisse tutto ciò che stava succedendo, bastava uno sguardo, da parte di Simone, perché i figli capissero di cosa avesse bisogno. Simone era fiera dei suoi figli, li appoggiava in qualunque cosa facessero e ammirava il rapporto che avevano Bill e Tom. La rassicurava sapere che qualunque cosa sarebbe successo, loro non si sarebbero mai separati.
Bill era seduto sul divano a leggere, Simone scese le scale, dirigendosi dal figlio.
-Tesoro...
Bill posò il libro e guardò la madre che sorrideva.
-Ti va se facciamo qualcosa di... speciale per cena? Magari ordiniamo la pizza, così, per salutarci. E poi devo darvi una bella notizia!
-Mh... certo! Tom però è ancora da Georg, non so quando tornerà, forse è meglio che lo chiami, così viene subito.Bill si era alzato dal divano e ora si era seduto sullo sgabello difronte a quello della madre.
-Sì, hai ragione, lo chiamo subito.
Simone si alzò e andò a prendere il cellulare, per chiamare l'altro figlio, che dopo poco tornò a casa.-Eccomi...
Tom entrò in casa e subito si diresse in camera sua, quando Simone lo chiamò.
-Toom! Dai, vieni.
Lui tornò verso la cucina, con fare contrariato.
-Che ti succede tesoro? Tutto bene da Georg?
Simone e Bill guardavano Tom incuriositi, lei aveva una vena di preoccupazione nella voce. Tom li squadrò velocemente per poi sussurrare, quasi impercettibilmente un:
-Come se te ne importasse...
Bill guardò male il fratello e e gli diede una leggere spallata, mentre lo sguardo di Simone, che si era messa una mano sul petto, pian piano s'incupì.Simone era molto sensibile, soprattutto se si trattava del suo interesse nei confronti dei figli. Lei ci teneva tantissimo, sia a Tom, sia a Bill e soffriva della sua stessa assenza, perciò le parole di Tom risultarono una pugnalata per Simone.
Tom guardava in basso, sapeva ciò che aveva detto, ma non gli importava.
-Tom...
-Che c'è?!
Simone osservava il figlio, ma non parlava.
-No, davvero, che c'è?! Davvero ora vieni a chiedermi come mai sto così? Seriamente?! Tu da un giorno all'altro decidi di partire, così noi siamo costretti ad abbandonare tutti i nostri impegni per starti dietro? Non ci sei mai e adesso vuoi che io ti dica tutto? Non ci sei mai e ora vuoi fare finta che ci sei sempre? Ok, allora te lo dico, ti dico tutto!!Tom stava iniziando ad alzare la voce e Simone sembrava sempre più turbata, Bill osservava la scena e decise di prendere in mano la situazione, si alzò dalla sedia e andò verso il fratello.
-Tom! Basta!
Lo prese per le spalle e tentò di farlo calmare, buttò uno sguardo sulla madre, che si tranquillizzò a sua volta.
Bill portò il fratello in camera sua e lo fece sedere. Si mise accanto a lui.
-Mi spieghi che ti è preso?
Tom guardò il gemello, come volesse dire qualcosa, poi però non lo fece.
-Allora? Hai litigato con Georg o che so io? Perché so benissimo che non te la sei presa con mamma perché ce l'hai con lei. DEVE essere successo qualcosa. Ti ha fatto qualcosa, lui?Per un po' ci fu silenzio, Bill guardava insistentemente Tom, che rimuginava.
-No-No cosa Tom?
-No, non mi ha fatto nulla, tranquillo. No, non abbiamo litigato. No, non è successo niente. O meglio. Semplicemente volevo restare da Georg, per parlare, ok? E invece sono dovuto tornare, solo perché lei deve partire, di nuovo. E sì, ce l'ho con lei, proprio con lei, per quanto sia difficile da credere. Ce l'ho con lei perché si comporta sempre come se andasse tutto bene, quando non va bene niente, niente cazzo! I genitori di Georg sono omofobi e lui ancora non aveva fatto coming-out, loro ci hanno scoperti e l'hanno presa male, io volevo restare da Georg per parlarne, ma non posso, ovviamente, perché LEI deve partire. Capisci?-Ok, Tom... Ho capito, però la conosci, sai bene che non voleva farti tornare per darti fastidio, ma per salutarti come si deve. Sai bene che qualunque cosa tu faccia lei ti appoggia, sai bene che si comporta in modo così positivo per scacciare tutta quella negatività che sia noi, sia lei, ci portiamo dietro tutti i giorni. Si comporta così perché le è più semplice sopprimere tutte le negatività. Sai bene che lei ci sta male quando le ricordi che spesso non c'è. Sai bene che è sensibile.
E... dai Tom, domani mattina parte e non la vedremo per altre due settimane, non ci credo che vuoi restare arrabbiato con lei per ancora due settimane! Poi... mi spieghi meglio cosa è successo? E spiegalo anche a mamma, dopo che vi sarete riappacificati. Spiegale perché eri così contrariato, ok?Bill guardò sorridente il gemello, che nel frattempo aveva alzato la testa e ascoltava attentamente il fratello. Annuì.
-Grazie fratellone, ti voglio bene...
Bill ridacchiò, mentre Tom lo strinse in un affettuosissimo abbraccio.
-Lo sai che ho 10 minuti meno di te, vero?
Tom mugugnò un dolce "stai zitto" mentre affondava il volto nell'incavo della spalla del fratello.Bill gli fece alzare la testa, lo guardò intensamente negli occhi...
-Vai...
Tom respirò profondamente per darsi coraggio, si alzò in piedi e sorrise.Vai!
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Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)
Fiksi RemajaBill e Tom Kaulitz sono gemelli, molto più diversi di quanto non si possa pensare. Viso uguale e caratteri opposti. Sono due, sempre insieme contro un mondo crudele che cerca di distruggerli. Sono due, folli nella loro poesia.