Ottobre IV

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Quei giorni erano stati estenuanti per Tom, si sentiva stanco, era stanco di mentire, di nascondersi, ma era anche impaurito e confuso. Impaurito dalle conseguenze, confuso da tutta la situazione. Sentiva un peso nel petto, non voleva mentire a Bill, ci stava male, ma in questo momento non avrebbe potuto fare altro, stava temporeggiando l'inevitabile.
Anche Georg voleva dirlo ai ragazzi, Tom lo sapeva, lo sentiva, ma non ne avevano ancora parlato esplicitamente...Almeno, non fino a quella sera.

Si erano dati appuntamento allo studio di registrazione, come facevano di solito, ma questa volta non si erano incamminati verso le solitarie vie. Questa volta, Georg aveva proposto di rimanere lì perché doveva...parlare. Al ragazzo era venuta un'ansia incommensurabile, poteva volergli dire di tutto. Da una stupidaggine, ma non era da lui, a confessargli qualsiasi cosa, al...al lasciarlo. E Tom era spaventato da quest'ultima possibilità, aveva paura, paura di essere lasciato solo nel buio.

Georg lo baciò velocemente, poi gli pose le mani sulle spalle e disse impassibile.
-Dobbiamo dirglielo.
Tom sgranò gli occhi, in fondo se l'aspettava, in fondo avrebbe voluto rispondere: concordo, sì, diciamoglielo. Ma queste semplici quanto impossibili parole non uscirono dalla sua bocca. Guardò in basso deglutendo rumorosamente, poi scrollò le spalle non sapendo come comportarsi.
-Tom...Tom è importante, ok? Molto importante.
"Lo so...lo so. Lo so bene, ma non ce la faccio"
Scosse la testa senza osare alzare lo sguardo.
Non se la sentiva, non se la sentiva di parlare, di guardare, di camminare, di ascoltare, di mangiare, suonare, dormire, fare nulla. Non ce la faceva. Quella stanchezza accumulata da giorni che lo faceva dormire a malapena si iniziava a far sentire. Le ore passate a rigirarsi nel letto, gravavano sulle sue spalle e Tom era perso.

Si perdeva nei pensieri a qualunque ora della giornata, con chiunque fosse, dovunque si trovasse. Tutto ad un tratto non sentiva più nulla e la sua mente si ritrovava a vagare per vie sconosciute. Ma ora Tom era stanco, stanco persino di pensare.
Basta.

Cadde a terra.
Sbatté le ginocchia sul pavimento e prima che potesse cadere su un lato sentì due grandi mani afferrargli le spalle e sostenerlo. Non vedeva molto, solo delle ombre confuse, delle ombre nere offuscargli la vista. Però sentiva tutto, sentiva il calore di Georg che gli infondeva sicurezza, sentiva le sue braccia circondargli le spalle e la schiena, sentiva il suo cuore sciogliersi in quel caldo abbraccio. Tom affondò il viso nell'incavo del suo collo ritrovandosi a piangere copiosamente. Iniziò a singhiozzare, incapace di smettere, incapace di riaprire gli occhi e asciugarsi le lacrime.

Georg prese in braccio Tom, sollevandolo con facilità da terra, e sorrise sentendo le sue mani stringersi più forti a lui

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Georg prese in braccio Tom, sollevandolo con facilità da terra, e sorrise sentendo le sue mani stringersi più forti a lui. Lo posò sul divano e poi si sedette accanto a lui, alzandogli il viso con due dita. Lo vide tremare e un'ombra gli oscurò il viso.
-Tom...Che ti succede? Ti prego parlami...
Era veramente preoccupato, lo vedeva lì, spaventato, confuso, fragile, tremante. Non sopportava di vederlo così. Georg voleva vederlo sorridere, Georg amava il suo sorriso e il suo carattere gioioso e infantile. Georg lo amava.
-Io...I-io...Georg io...n-non so c-che fare...
Georg notando le lacrime ricomparire agli occhi di Tom, si fiondò su di lui, stringendolo forte, stritolandolo nel suo abbraccio confortante.
-Shh...va tutto bene. Ci sono io, ok?
Disse infine per poi baciargli la testa dolcemente.

Il ragazzo sorrise e annui timidamente, poi prese le mani di Georg guardandolo negli occhi.
-Io...vorrei dirglielo ma...mi sento insicuro e confuso e non lo so perché non...non capisco. E...
Venne interrotto da Georg che alzando un po' la voce disse calmo:
-Glielo diremo quando sarai pronto, ok?
Tom annui nuovamente, poi si asciugò le lacrime e si protese verso di lui. Si baciarono con passione e amore.

-Scusa
Sussurrò Tom tenendogli la mano e guardando dritto davanti a sé.
Georg scosse lievemente il capo.
-E di cosa...?
-Tu vorresti dirglielo ma io...
-Ehi, ne abbiamo parlato, quando sarai pronto. Io vorrei dirglielo, sì, e allora? Contano le volontà di entrambi. E io in questo momento voglio solo vederti felice.
Tom sospirò, poi sorrise infantile rivolgendogli uno sguardo imperdibile.
-Ti amo.
-Anche io piccolo.

Ti amo

Ti amo

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Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora