Dicembre III

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No...oddio no...Bill che ti hanno fatto?



-Buongiorno amore
I due ragazzi si scoccarono un veloce bacio sulle labbra, poi percorsero il viale d'ingresso, entrarono nell'edificio e si separarono.
Tom era abbastanza tranquillo, la sera prima gli era sembrato che Bill volesse parlargli, dirgli qualcosa, ma poi nulla. Non si era fatto avanti. E lui era stanco di doverlo sempre esortare a parlare, a spronarlo.
"Se vuole dirmelo, me lo dirà"
Tom si sedette al suo banco, appoggiò la testa sulla liscia superficie scarabocchiata e sospirò. La voglia di fare qualsiasi cosa quel giorno era stata totalmente annullata dalle nuvole grigie e stanche e dall'aria fredda e umida. Tanto umida da appiccicare e bagnare i vestiti.

Sentì una stretta sulla spalla, si girò, ecco...ti pareva.
-Kaulitz...In questo periodo ti vedo più felice.
Tom sbuffò disinteressato, si voltò ritrovandosi la gallina della classe, nonché migliore amica di Louise, a qualche centimetro dalla faccia.
-Che vuoi Aya?
Lei posò le mani sulle spalle del ragazzo iniziando a fargli un massaggio non richiesto e soprattutto non gradito.
-Dimmi, Listing ti scopa bene?
"COSA????"
-Non so di cosa tu stia parlando...
Tom deglutì rumorosamente, non si capacitava di come potesse saperlo. Era impossibile. Georg non poteva averglielo detto, non poteva averne parlato con sua sorella, non l'avrebbe mai fatto...

-Certo, certo.
Fortunatamente il professore entrò in classe e intimò agli studenti di sedersi e fare silenzio.
Per il resto, la giornata scolastica passò tranquilla e senza intoppi. Purtroppo Bill doveva rimanere a scuola per recuperare i giorni persi, perciò non facevano più la strada insieme da qualche giorno. 
A Tom mancava, gli mancava il suo respiro leggero, il suo silenzio, infine il suo ridere gioioso. Non rideva da un po'. Gli mancava il suono dei passi e il dolce sussurro della sua voce.
"Tutto tornerà come prima"
Finalmente il ragazzo arrivò a casa e si buttò sul letto.
Voglia di fare i compiti: zero.
Voglia di suonare: zero.
Voglia di fare qualsiasi attività diversa dal dormire: zero.
Perfetto.

Tom sentì la sua suoneria e si svegliò all'improvviso, quasi scattando in piedi. Prese il telefono e guardò l'orario: 17,4.
Sbuffò e rispose alla chiamata di Bill che, peraltro, sarebbe dovuto essere a casa da più di mezz'ora ormai. 
-Dimmi...
Mugugnò.
-T...Tom...
Un singhiozzo, respiri affannati. Solo tanta confusione.
-Bill?! Bill...Che succede? Dove sei?
-A...a scuola ma...
Altri singhiozzi.
-Arrivo subito.

E così fece, si mise la giacca e le scarpe e in un minuto fu fuori di casa. Non aveva nemmeno ascoltato tutto, non sapeva esattamente dove Bill fosse, ma quando l'aveva sentito singhiozzare il suo cuore si era fermato. Pensava ai bulli, pensava che l'avessero picchiato di nuovo. Li odiava. Li detestava. Li disprezzava con tutto sé stesso.
In dieci minuti arrivò a scuola, ispezionò freneticamente ogni singola aula finché non passò davanti ad uno sgabuzzino e da dentro...
Sentì piangere.
"Bill!"
Irruppe all'interno.
Bill era seduto per terra, appoggiato al muro, in lacrime, visibilmente scosso. Aveva dei graffi, un livido, gli occhi stanchi e lucidi...disperati.

No...oddio no...Bill che ti hanno fatto?



Bill che ti hanno fatto?

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Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora