Il Biondino

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"non ancora, ti prego"

"cinque minuti"

"smettila di suonare cazzo!"

<fanculo> l'imprecazione segue il movimento del mio dito che toccando il touchscreen mette fine al suono odioso della sveglia.

Facendo un checkup veloce, posso dire con assoluta certezza, che anche oggi non ho voglia di fare assolutamene niente...poi arriva il senso di colpa, poi la nausea, poi mi alzo!

La prima cosa che faccio è una doccia, mi lavo i capelli che asciugo un po' alla " bene e meglio", mi vesto con un jeans skinny chiaro, un maglioncino in cotone intrecciato sulla schiena, da cui si intravede il tatuaggio che mi sono fatta dopo la morte di mio padre

una scritta latina: "Animae duae, animus unus"  (Due vite, un'anima sola)

quello che eravamo io e lui. 

"mi manchi papà"

Indosso le mie Nike bianche ai piedi, prendo lo zaino della Eastpak, già pronto per le materie di oggi e scendo a fare colazione.

Elif è già uscita, quando ha il turno di mattina, alle cinque è già in strada, dato che l'ospedale non è proprio dietro l'angolo.

Mi siedo al tavolo, su cui trovo il latte ed i miei cereali preferiti.

"ti voglio bene Elif e sono una codarda"

Raggiungo la fermata dell'autobus e mentre lo aspetto, ignorando chiunque mi giri intorno, mi torna in mente l'impegno che ho nel pomeriggio, ricordandomi che non avevo mandato la mail al vecchio, così approfitto dell'attesa per inviarla 

da Rebecca Stephen

a  Richard Lauder

Overland Ave 2135 Santa Monica

Saluti


e ripongo il cellulare in tasca, facendo un sospiro che mi esce più come una resa.

Quando sono sull'autobus mi arriva una notifica, apro la mail e la leggo

da Richard Lauder

a Rebecca Stephen

Alla buon ora signorina Stephen, 15.30!

Il misogino stronzo, mi aveva risposto, "fanculo!" penso tra me.

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Arrivo all'Università e mi dirigo all'aula di Microbiologia, mi siedo da una parte, lontano da tutti, come sempre. Odio i miei coetanei, sono tutti in preda ad una mix sessuale letale che gli farebbe scopare anche le serrature delle porte e non sopporto le attenzioni delle persone su di me.

Non ho amici, amiche, un gruppo di studio, una gruppo di bevute, un gruppo da festa...siamo solo io e Jess. Lui studia Giurisprudenza, è al terzo anno dato che è più grande di me. Tra un anno inizierà la specialistica e forse se ne andrà dalla Berkeley, il suo sogno è farla ad Harvard e io già tremo solo all'idea! Non sono pronta a stravolgere la mia vita, perchè questo sarebbe se lui mi lasciasse per andarsene a tremila miglia da me.

Mi acconcio una coda improvvisata, che contenga la quantità assurda di capelli che ho e mi concentro sulla lezione.

Scelsi l'indirizzo di medicina senza riflettere, ero sempre stata brava a scuola, Jess mi definiva una "secchiona", credevo che diventare medico mi avrebbe garantito una certa stabilità economica futura, ma sapevo anche che, non era la motivazione giusta per intraprendere un percorso scolastico, oltremodo se è tra i più lunghi.

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