Sei un bastardo!

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Josh's pov

Arriviamo in ufficio alle 8.45, Rebecca si posiziona alla sua scrivania, mentre io ho molto lavoro arretrato da svolgere. A pranzo devo uscire con il coglione Badler e decido di non portare Rebecca, quel ragazzo mi da sui nervi quando è con lei, la guarda come se la volesse mangiare per colazione, pranzo e cena, fanculo!

Alle 13:30 siamo al ristorante e mentre discutiamo di affari con il colgione, la mia mente continua a tornare a Rebecca, la ragazza che è diventata un pensiero fisso nella mia testa.

In mezzo a decisioni strategiche di investimento, mi ritrovo diviso tra il dovere professionale e la crescente consapevolezza dei miei sentimenti. La giornata, così,  si trasforma in un intricato labirinto emotivo, mi rendo conto di essere alla ricerca di risposte e comprensione di ciò che sta accadendo dentro di me.

Rientro all'ATENA alle 15.40 con la sola urgenza di vedere Rebecca, ne sento la necessità, un urgenza incontenibile.

Esco dall'ascensore e la intravedo subito, sta parlando con il figlio di un mio cliente, il Sig. Johnson, il ragazzo lo conosco da diverso tempo, suo padre è proprietario di molte strutture turistiche di Santa Monica, una famiglia molto benestante.

Mi soffermo qualche secondo a scrutarli, da come parlano sembrano conoscersi e la cosa mi sta urtando abbastanza da intromettermi senza pudore e permesso!

<Matthew Johnson a cosa devo questa visita?> dico tutto d'un fiato affiancando Rebecca più del dovuto, come a delimitare un proprietà

<Sig. Lauder salve, sono passato a prendere un contratto per mio padre e mi ha accolto una bellissima sorpresa, Reby, non sapevo stesse facendo da lei lo stage!> mi dice con un sorriso a trentadue denti ed occhi brillanti

<già, la Signorina Stephen lavora per me, hai avuto ciò che dovevi prendere?> taglio corto, voglio che si levi dal cazzo!

<si ho preso tutto, stavo solo invitando per l'ennesima volta Reby a cena! Dai Reby, domani sera ti porto a cena in un posto...> non lo faccio finire, perchè se compie tutta la frase probabilmente lo sdraio con un pugno dritto in mezzo a quel naso del cazzo!

<Scusa Matthew ma Rebecca deve lavorare adesso, ho bisogno di lei!> sputo infastidito, ma l'unica che recepire il mio fastidio è lei, che voltandosi verso di me, mi fulmina con lo sguardo apparendo ai miei occhi, davvero incazzata!

<certo capisco, allora ti chiamo Reby, grazie del numero> dice il biondo, dà un bacio sulla guancia a Rebecca e corre via

<vieni nel mio ufficio, ora!> le ordino severo senza indugiare e incamminandomi a passo veloce e pesante mentre lei mi segue senza proferire parola.

Entrati nell'ufficio non chiudo nemmeno la porta che esplodo

<quante volte ti devo dire di non dare il numero personale ai clienti cazzo, Rebecca!> gli inveisco contro con rabbia, molta rabbia!

<Josh, è un compagno di Università, non posso evitare tutti quelli che sono tuoi clienti o figli di tuoi clienti, in questa città tutti lavorano con te!> mi sputa infuriata con i pugni chiusi per la rabbia che ha dentro, la vedo, la leggo e la sento addosso.

Chiudo la porta dell'ufficio sbattendola, mi porto a pochi centimetri da lei

<ti potresti far bastare me per un po'?>  sono serio, fin troppo serio e consapevole delle parole che dico!

Ma lei non la prende nel verso giusto, anzi...

<"per un po'?" cosa ti avevo detto! non giocare con me Josh, fallo un'altra volta e oltre ad andare via da casa, mi licenzio subito!> mi urta contro, poi incazzata se ne va nel suo ufficio spattendo la sua porta.

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