Diario di Reby, Giorno ho perso il conto 1

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💕

Rebecca's pov

Mi trovo nel mio appartamento, immersa nell'ennesimo trasloco che si è protratto per meno di quattro giorni. Il viaggio a San Diego è stato estenuante; mi sono lasciata trasportare da un impulso che potrei definire "sentimento". Ho baciato Josh, e ciò non era pianificato. Al contrario, mi ha scatenato un turbinio nello stomaco, nel cuore e nella mente. Quell'uomo è la personificazione della tentazione, tutto in lui attrae:

la voce, la postura, il profumo, il fisico.

Avevano ragione tutti: Oliver, Clelia e persino il signor Lauder!

Josh sarebbe disposto a qualsiasi cosa pur di portarmi a letto. Desidera il sesso in tutte le sue sfumature, senza alcuna affinità per sentimenti, sensazioni o emozioni. È pericoloso, malvagio, e io ci sono caduta a capofitto.

Ho accettato questa proposta cruciale per raggiungere il mio obiettivo di farlo innamorare di me. Devo passare del tempo con lui al di fuori del lavoro, devo conoscerlo approfonditamente, altrimenti non raggiungerò nulla.

Apro le email e trovo subito quella del vecchio spocchioso che chiede aggiornamenti, così decido di rispondere:

sta andando tutto bene, oggi mi trasferisco da lui per uno patto che abbiamo sancito, devo passarci più tempo insieme.

ed invio!

Non mi addentrerò mai nei dettagli con lui. Desidero preservare gli aspetti reali che sono accaduti dalle sue opinioni. Riceverà feedback generici, ritenendo ingiusto svelare particolari anche nei confronti di Josh, dato che si tratta anche della sua vita.

Seleziono il contatto di Jess sul mio cellulare e lo chiamo:

<Reby, ma che fine hai fatto? ti avrò mandato mille messaggi cazzo!>

<si scusami, ma sono stata a San Diego con il capo per degli incontri di lavoro e non ho avuto tempo per risponderti>

Odio tenere allo scuro Jess, è la cosa che mi provoca più dolore

<capisco, comunque oggi mi ha chiamato Matthew, voleva sapere dov'eri finita, non vedendoti in Università da giorni e dato che non gli rispondi su Instagram>

<e tu cosa gli hai detto?>

<gli ho detto che lavori per uno stage a Santa Monica>

<ok così si darà una calmata almeno>

<lo sai che lui vive a Santa Monica Baia vero? lo potresti incontrare in qualsiasi momento Reby>

Merda! non lo sapevo, non so niente di Matthew Jhonson, spero davvero di non incontrarlo cazzo!

<comunque come stai, mi manchi scimmietta! >

<anche tu Jess, ma sto bene, molto impegnata e appagata, spero di vederci presto però, ti offrirò una cena sulla Baia appena sarò più libera>

<oh oh oh, mi offri una cena? che onore Stephen, sicura che non mi nascondi niente vero? Quasi non ti riconosco>

<no Jess, ma ho tanta voglia di vederti, comunque ci aggiorneremo presto promesso>

<ok scimmietta, ti voglio bene>

<anche io Jess>

L'autista di Josh arriverà tra più di un ora a prelevarmi dal mio appartamento e portarmi nella nuova dimora, quindi ho ancora tempo per me, prendo il mio diario

Giorno, ho perso il conto 1

Sono in un cazzo di casino!

Mi sto per trasferire a casa di Josh Lauder e non ho idea di cosa aspettarmi, sono spaventata da ciò che potrebbe sfuggire dal mio controllo, lui è,

fottutamente bello e ci sa fare, davvero...

L'ho baciato!

Non era finzione, lo volevo davvero, in realtà lo volevo dal primo sguardo che mi ha rivolto, è un diavolo tentatore, quel Dio Greco!

Abbiamo stretto un patto, pericoloso per me, probabilmente insignificante per lui, ma devo stargli sempre vicina, non sono riuscita a toccare nessuna sua corda, non lo conosco affatto, non capisco cosa pensa, cosa prova, cosa vuole!

Vuoi sapere i termini del patto?

Vivrò da lui e donerò a lui la mia verginità, e si ho accettato... perchè?

La prima perchè mi insegnerà ad essere sensuale e flirtare con un uomo, scacciando il maschiaccio che vive in me, la seconda, è semplice...

con l'esperienza che ha lui, saprà rendere quel momento fantastico ne ho la certezza, mi da proprio l'idea del Dio del Sesso, hai presente?

Ho chiamato Jess, mi manca da morire, lo vedrò presto così potrò riabbracciare Milove!

Devo andare...

Reby

Josh's pov

Sono le 20.20 ed ancora non è arrivata, sto camminando avanti e indietro nel corridoio di casa come se stesse per nascere mio figlio, sono agitato, eccitato e impaurito di ciò che potrebbe scaturire da questo avvicinamento forzato con lei, ma il suono del cellulare mi riporta alla realtà

"mio padre, che palle"

<papà>

<Josh sei tornato da San Diego?>

<sì papà, sono atterrato alle 17.00>

<tutto bene, hai concluso?>

<ovvio, avevi dubbi?>

Lo sento tossire in modo strano e respirare affaticato

<stai bene papà?>

<si si figliolo, allora vieni da me domenica prossima a cena?>

<si certo te l'ho promesso>

<bene, ti lascio sarai stanco>

<ciao>

<ciao>

Finalmente sento il campanello suonare, apro e mi trovo Rebecca e Robert davanti

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