Le regole del Caos 1

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Josh's pov

La presenza di Rebecca è imponente, il suo sguardo riflette sicurezza, ha una postura che trasuda autostima. I suoi lineamenti sono definiti, e il suo portamento è fiero, come se affrontasse la vita con una fermezza incommensurabile. Nel modo di vestire, predilige abiti che trasmettano un senso di potenza e sensualità, ma non è sfaccacciata

Sono le 9.00 e di Rebecca nessuna traccia, la chiamo e non risponde

"cazzo! dov'è finita! ho una riunione tra dieci minuti e la mia assistente non c'è! la devo rimettere in riga fanculo!"

Alle 9.15 sono in sala riunioni con il coglione di, "Mister, me lo tiro, Badler", un ragazzo di venticinque anni, idolo di ragazzine che gli sbavano dietro, modello per le principali agenzie americane, ricco e vanitoso, che mi ha chiesto una consulenza per investire del denaro.

Inizio nel presentargli delle alternative valide, sono concentrato mentre gli espongo, quelle che per me sono le migliori opzioni, prediligendo "fondi comuni di investimento" o "Peer-to-peer lending"

Il ragazzo mi ascolta, ma è evidente che non ci capisca un cazzo in ciò che stò dicendo, ed è qui che la maggior parte dei coglioni se ne esce con la stessa frase:

<Lauder mi fido di lei, investa il mio denaro e lo faccia fruttare sfacciatamente!>

a volte penso che potrebbero dirmi quella frase subito, evitando così di farmi preparare presentazioni ed illustrazioni, che nemmeno comprendono e guardano!

Mi concentro per comporre una risposta appropriata e poterci congedare velocemente, quando sento dei passi che si avvicinano, la maniglia si abbassa, la porta si apre e un'erezione si palesa tra le mie gambe...

Un silenzio incantato avvolge la stanza, la luce che filtra dall'esterno, illumina delicatamente i contorni della figura che si fa strada attraverso l'entrata. La ragazza, avvolta in un vestito, corto bianco, con le spalle scoperte, che sembra scivolarle addosso come seta liquida, cammina con grazia e sicurezza.

I capelli, raccolti in una treccia morbida e fluente, le cadono lungo la spalla, incorniciando quel viso di rara bellezza.

Rebecca ha sul volto un sorriso dolce e allo stesso tempo enigmatico, accende la stanza come un raggio di sole in un giorno d'inverno.

Ogni suo passo sembra orchestrato da una melodia invisibile, e il suo profumo al cioccolato aleggia nell'aria, catturando l'attenzione di chiunque si trovi nella stanza, ovvero, io e il coglione!

I nostri sguardi si incrociano, e le parole, che fino a poco prima le avrei voluto inveire contro, si dissolvono nell'aria, perdendo ogni significato di fronte a quella bellezza.

Gli occhi incantati, miei e del mio cliente, seguono ogni movimento di Rebecca, come se il tempo si fermasse per ammirare un'opera d'arte vivente. Nessuna parola può descrivere appieno la sensazione di meraviglia e ammirazione che si diffonde nella stanza, ma io posso udire distintamente la frase che Badler pronuncia

<porca troia!> si esclama proprio questo, "porca troia",

"io ovviamente mi alzo, mi scuso con il mio cliente, prendo Rebecca per una mano, la trascino nel mio ufficio chiudo la porta a chiave...e la scopo fino allo svenimento..."

No! Non è andata così!

Il coglione si alza dopo il "porca troia" si avvicina a lei prendendole la mano e facendole il baciamano ed io quasi vomito...

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