Capitolo Nove - Sfumature

52 8 2
                                    

Nero e rosso nella mia testa
C'è qualcosa che non va in te
Scherzo del destino, nato per aspettare
Quindi aspettare è tutto ciò che faremo

Black and Red - Reignwolf

Posteggiai la moto proprio davanti il giornale e tolto il casco inclinai la testa indietro, permettendo ai raggi del sole di colpirmi il viso.

«Se continui ad arrivare in orario, comincerò a preoccuparmi.» La voce di Davide mi fece portare lo sguardo in avanti.

Fumava la solita sigaretta con aria sicura e mi osservava con un sorriso sornione.

«Dovresti cambiare repertorio» lo rimbeccai scendendo dalla moto. «Fai sempre le stesse battute.»

«Sempre la solita simpaticona.» Mi colpì piano la spalla con la sua, in segno di saluto.

Con impazienza lo guardai fumare. «Potresti sbrigarti, devo parlare con Eleonora il prima possibile. Non crederai mai a chi ho incontrato qualche sera fa.»

«Chi?» chiese curioso fumando più in fretta.

«Tommaso Ragusa!» esclamai orgogliosa come se fosse un mio amico. Invece era l'amico di Adriano, non un amico qualunque, il suo migliore amico. Ancora fatico a far i conti con quell'informazione.

Davide gettò la cicca e sgranò gli occhi. «Quel Tommaso Ragusa?»

Annuii e sorrisi per la sua sorpresa.

«E come vi siete incontrati?» Aprì la porta dell'ufficio, ma io mi fermai.

Se dovevo rivelarglielo lo avrei fatto là fuori e non con tutti i nostri colleghi che ci ascoltavano. A Davide lo avrei detto perché non era un segreto che Adriano e Tommaso fossero amici, semplicemente Adriano era talmente criptico che di lui non sapevo quasi niente neanche io.

«Se te lo dico non ci credi.» Rimasi impalata davanti alla porta.

Davide aggrottò le sopracciglia. «Hai intenzione di dirmelo o giochiamo a indovina chi?»

Alzai gli occhi al cielo. «Adriano» sussurrai. «È il migliore amico di Adriano.»

«Cosa?» quasi lo urlò.

Lo colpii al braccio. «Fai silenzio!»

«Ok, scusa, solo che non capisco come Adriano Mersiglia possa essere il migliore amico di Tommaso Ragusa.» Dalla confusione il suo volto accolse un'espressione maliziosa. «O forse non dovrei stupirmene più di tanto.»

«Non riesci proprio a essere serio.» E distolsi lo sguardo sperando che non notasse il rossore sul mio viso. Perché non arrossivo mai, ma quando c'era di mezzo Adriano il mio sangue circolava in modo diverso.

«Credo che in quel ragazzo ci sia molto di più di quello che vuole far vedere.» Mi accarezzò il braccio e io tornai a guardarlo. Mi stava rivolgendo un sorriso dolce.

E per me fu un regalo, perché fu come se mi stesse dicendo indirettamente che comprendeva perché mi stavo riavvicinando a Adriano.

Ricambiai il sorriso. «Dai, entriamo. Voglio chiedere l'autorizzazione per un'intervista a Tommaso Ragusa.»

E così entrammo nel nostro ufficio e ci mettemmo entrambi subito a lavoro.

-

Sotto il ring, con le braccia incrociate sotto il seno, osservando Marco e Stephan che si allenavano, stavo in attesa dell'arrivo di Adriano e riflettevo su quanto bastardo fosse stato con me il destino.

SYS 3 - La società degli splendenti. Capitolo finaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora