Capitolo Ventinove - Condivisione

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Non è un amore facile,
ma hai degli amici di cui ti puoi fidare.
Amici saranno amici
Quando hai bisogno di amore
Ti danno cure e attenzioni
Amici saranno amici
Quando hai finito con la vita
E ogni speranza è persa
Tendi la mano perché
Gli amici saranno amici.

Friends Will Be Friends - Queen

La villetta era tutta illuminata. Già guardandola da fuori si riusciva a capire che si stava festeggiando qualcosa.

La osservai da dietro i cancelli ancora per qualche istante, godendomi quello spettacolo, immaginando la mia famiglia, i miei amici e le loro rispettive famiglie dentro, intenti a parlare e ridere, come i vecchi tempi.

Prima di scendere dalla moto rilessi il messaggio di Adriano. L'aveva mandato proprio quella mattina, era nel luogo del nostro primo bacio. Avevo risposto dicendogli che non mi ricordava proprio nulla e forse avrebbe dovuto rinfrescarmi la memoria. Lui aveva ribattuto subito che se avessi voluto quella notte sarebbe potuto passare da me per provarci. Non avevo atteso un istante per accettare.

Mi era mancato terribilmente quello scambio di battute, in quelle settimane credevo di averlo perso, di averlo fatto allontanare, spezzando quel filo che ci univa. Ma forse non avevo rovinato tutto, forse c'era ancora una speranza.

«Silicia, dov'eri ieri sera?» La voce di Angelo mi ridestò.

Feci una smorfia e scesi dalla moto per aprire il cancello, cercando di ignorarlo. Avevo visto la macchina scura della polizia a pochi metri dall'entrata, ma avevo volutamente fatto finta di niente. Volevo che quella serata fosse all'insegna della famiglia e dell'amicizia. Ma a quanto pareva lui non era dello stesso avviso.

«Scommetto che non sai niente di tutti i carichi di droga che stanno arrivando in vari commissariati» continuò lui imperterrito.

Sbuffai, facendogli sentire tutto il mio fastidio. «Stai ammettendo che vi drogate, Angelo?»

«Attenta, Silicia, ricordati di non superare i limiti.» Il suo tono stizzito non fece altro che farmi inalberare ancora di più.

Respirai profondamente. «E tu, Angelo, ricordarti che sei qui per proteggere mia sorella, non per farmi un interrogatorio.»

Aperto il cancello, presi la moto ed entrai mentre lui diceva: «Sono qui anche per tenervi d'occhio tutti.»

Alzai gli occhi al cielo e decisi di non continuare quella conversazione. Angelo non avrebbe mai cambiato idea su di noi, per lui eravamo solo dei delinquenti quasi al pari degli uomini dei Mersiglia e dei Serenusa.

Posteggiai la moto e mi diressi verso la porta d'ingresso.

«Alla buon'ora!» Stephan mi stava tenendo la porta aperta con un sorriso smagliante stampato sulle labbra. «Se avessimo i super poteri, il tuo sarebbe senza ombra di dubbio arrivare in ritardo.»

«Sempre simpatico Step.» Gli stampai un bacio sulla guancia. «E stai diventando più nerd dei gemelli.»

«Ti abbiamo sentita!» esclamarono all'unisono Raffaele e Daniele venendomi incontro.

Appesi il giubbotto nell'appendiabiti all'ingresso e andai a salutare anche loro.

«Anche a te Angelo ha fatto il sesto grado?» domandò Luna scendendo la grande scalinata, Alex accanto a lei le stringeva la mano, subito dietro di loro Christian e Denise.

«Perché qualcuno ha avuto la fortuna di non incontrarlo?» esordì Davide arrivando dalla sala di pranzo.

«Ma la vera domanda è: come è possibile che siamo usciti insieme e in ritardo dall'ufficio e tu sei già qui?» incrociai le braccia al petto con un broncio più accentuato di quello di mia nipote quando non otteneva ciò che voleva.

SYS 3 - La società degli splendenti. Capitolo finaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora